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Kaiserschmarren, il pancake dell’Imperatore

Non puoi andare a Vienna senza fare scorpacciata di dolci. La capitale austriaca è una gioia per gli occhi e per chi pensa che il cioccolato dia la felicità. Ma io alla fine mi sono innamorata della semplicità del Kaiserschmarren. E sì, sarà un pasticcio, come dice il nome, ma se Kaiser Francesco Giuseppe I d’Austria lo adorava, un motivo ci sarà. C’entra qualcosa Francesco Giuseppe col fatto che si chiama Kaiser pure il dolce?  Venite che vi racconto la storia di come nasce e come si prepara. Se invece volete passare subito alla videoricetta, eccola qui.

La storia del Kaiserschmarren

Si dice che, come diversi dolci poi diventati famosi in tutto il mondo, anche il Kaiserschmarren sia nato per caso. Sembra che sia frutto del recupero del cuoco dell’imperatore Francesco Giuseppe I,  sovrano d’Austria dal 1848 al 1916 e marito  di Sissi. Dopo aver fatto un errore, per non buttare tutto gli venne l’idea di tagliare a pezzettoni la frittata e aggiungerci zucchero per caramellare. L’imperatore apprezzò così tanto che continuò a chiedergliela anche dopo. Vi dirò, mi sembra abbastanza credibile. Pure io, che non concludo mai il pasto con un dolce, in questo caso ho fatto un’ecceszione e non me ne pento. Solo, per rifarla a casa ho optato per una versione più light, con latte vegetale e farina integrale, e semplificata nei passaggi. Andiamo  a vedere come si fa, vedrete quanto è semplice.

Ingredienti per 4

  • uova, 3
  • latte di avena, 125 gr.
  • farina integrale, 65  gr.
  • zucchero , 60 gr (50 gr. all’interno, 10 gr. sopra)
  • rum, 1 fiala
  • burro, q.b.
  • composta di prugne (Zwetschkenröster, vedi la ricetta)

Procedimento

Rompete le uova in una ciotola e aggiungete lo zucchero, ricordandovi di lasciarne un po’ da parte per la fase di cottura. Mentre mescolate, aggiungete lentamente il latte,  il rum, la farina e un pizzico di sale fino ad ottenere un composto omogeneo, come se doveste fare una frittata.

Scaldate il burro in una padella, versatevi l’impasto, fate soffriggere girando continuamente la padella sul fuoco finché l’impasto inizia a strapparsi. A questo punto, con la spatola dividete l’impasto prima in quattro parti e poi in pezzi più piccoli. Cospargete il kaiserschmarrn con lo zucchero semolato avanzato e fate caramellare.

Il kaiserscharren è pronto. Disponetelo su un piatto e servitelo tiepido, accompagnato con la composta di prugne.

Note

  • Quella che vi presento è la ricetta più simile a quella che ho potuto gustare alla Greichenbeisl, senza uvetta e zucchero a velo, e da Damel, sempre senza uvetta ma con zucchero a velo. A me piace il kaiser nudo, senza altri ingredienti dolci che lo farebbero diventare troppo zuccheroso, ma dipende dai gusti;
  • in altre versioni, il pancake è addizionato di lievito per dolci, che lo fanno diventare più soffice e meno rustico;
  • la trovo una ricetta perfetta per un brunch non impegnativo, o per una coccola domenicale.

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Zwetschkenröster, come fare la composta di prugne tradizionale viennese

Zwetschkenröster, in senso letterale prugne arrostite, o composta di prugne come è in realtà, è un nome che probabilmente non vi dice niente. Ma se avete assaggiato almeno una volta il Kaiserschmarrn viennese, cioè Il casino del Re in gergo, allora sapete che è fondamentale per la buona riuscita di questo casino così delizioso. Venite che vi racconto come si fa, è semplicissima, vedrete. Se volete andare direttamente alla videoricetta, cliccate qui.

E se non avete mai assaggiato il Kaiserschmarrn, bè, chi sono io per non dirvi di provare la mia ricetta semplificata?

Ingredienti per una porzione di Kaiserschmarrn

  • prugne, 250 gr.
  • zucchero di canna, 2 cucchiai
  • cannella, una stecca
  • vaniglia, una stecca

Procedimento

La Zwetschkenröster si fa velocemente in questo modo. Togliete il torsolo alle prugne e tagliatele grossolanamente a pezzi. Mettetele in una pentola con la stecca di vaniglia e quella di cannella, lo zucchero e un sorso d’acqua. Fate bollire  a temperatura media, mescolando di tanto in tanto. Per questa quantità basteranno 30 minuti. Regolatevi secondo aspetto e consistenza. E’ pronta quando assume un colore rosso prugna, appunto, e la salsa rimane sul mestolo invece di scivolare via. La composta è pronta. Fate raffreddare e servite con il Kaiserschmarrn caldo. E ditemi se: 

  1. non è divina anche da sola;
  2. la sua asprezza non si sposta divinamente con la dolcezza del Kaiserschmarrn.

Note: 

  • la quantità indicata si riferisce a una porzione per quattro persone di Kaiserschmarrn.  Se avete un albero di prugne e volete conservarla per l’inverno, aumentate il tempo di cottura, la dose di zucchero, sterilizzate dei vasetti e conservatela in luogo fresco, fino a quattro mesi;
  • in aggiunta a vaniglia e cannella, potete usare scorza e succo di limone, se li trovate senza pesticidi;
  • la dose di zucchero è pensata per lasciare il gusto asprigno della frutta. Se vi piace più dolce, o meno dolce, mettetete una piccola quantità e assaggiate, ricordando che la frutta durante la cottura rilascerà i suoi zuccheri. Non esagerate.

Che dite? Vi va di provarla? Fatemi sapere nei commenti com’è venuta!

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Kit per fare la baguette, non ho resistito

A Parigi ho visto questo kit per fare la baguette e non ho resistito, l’ho comprato. Sì, lo so che vi ho già dato la ricetta della baguette, infatti non vi ridò la ricetta con tutti i passaggi e i tempi di lievitazione, ma solo il procedimento, che potrete replicare anche a casa. Vi faccio però vedere come funziona questo kit e come viene il pane. Venite che vi racconto. Se volete passare subito al video, eccolo qui.

Il kit 

Il kit per fare la baguette contiene: 

  • 1 busta di farina con lievito;
  • un foglio di carta forno; 
  • e ovviamente la ricetta.

Il procedimento

Insomma, definirla ricetta è un po’ azzardato. Diciamo che c’è il procedimento. Che è il seguente: aprire la busta e versare il contenuto in una ciotola. Lasciare da parte un cucchiao di miscela per la fase finale. Usare la stessa busta, ormai vuota, per riempirla d’acqua fino al punto indicato. Nel mio caso, ho poi scoperto che ne sarebbe servita un po’ di più. Aggiungere il sale e impastare per circa 5 minuti, fino a formare un panetto solido e liscio. La ricetta non lo diceva, ma io ho aggiunto due serie di pieghe intervallate da 30 minuti ciascuna. Al termine, assottigliare il panetto creando un rettangolo di circa 25×20 centimetri. Prendere un lembo e arrotolarlo. Poi, chiudere la baguette, con la chiusura rivolta verso il basso, nella carta forno in dotazione. Lasciar lievitare 1 ora. Al termine, anche qui la ricetta non lo diceva, ho aperto il pacchetto ed eseguito 3 tagli obliqui sulla parte superiore del pane. A questo punto, se non l’avessi dimenticato, avrei dovuto spolverare la superficie con la farina tenuta da parte. Ho richiuso il pacchetto e infornato, a 230° per circa 20-25 minuti, controllate verso la fine (la ricetta diceva 30 minuti).  A cottura ultimata, lasciare in forno spento per 5 minuti.

Et voilà les jeux sont faits! La vostra baguette è pronta per essere gustata. Io l’ho abbinata a una omelette e un bicchiere di vino. La felicità…

Che ne dite? Vi piace il kit per la baguette? Non vi ho ancora detto la cosa più importante, siate orgogliosi delle vostre creazioni, sempre! Anche quando utilizzate un kit pronto!

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Il video della baguette 

 

Mario Testino, A beautiful world non globalizzato

Trovo bellissimo che Madonna negli ultimi anni si sia avvicinata così tanto alle sue origini da passare i suoi compleanni in Italia.
Quest’anno a Roma, dove l’abbiamo vista fotografata ai Musei Vaticani e mentre prendeva l’aperitivo a Piazza Santi Apostoli.
Ma Liza vostra ha fatto 2+2 e, soprattutto, il giorno prima era andata a vedere la mostra di Mario Testino a Palazzo Bonaparte, cioè nei pressi del famoso aperitivo in centro.

Che c’entra Madonna con Mario Testino?

Eh, avrete visto mille volte la foto della nostra icona pop preferita scattata dal fotografo. Ma non solo: Mario Testino dice di dovere a Madonna la sua grande notorietà, perché è stata lei a proporlo a Gianni Versace, lanciandolo così nell’olimpo della moda.
Olimpo da cui, nella terza parte della sua vita, Mario Testino è sceso, per riavvicinarsi alle sue origini. Quell’America del Sud che aveva lasciato da ragazzo per inseguire il suo sogno.
Curiosa la vita: in vecchiaia, cerchiamo le nostre radici lì dove si sono formate.

La mostra

L’idea nasce, infatti,  nel 2007, quando il fotografo decide di immortalare i costumi tradizionali della città di Cusco, in Perù, suo Paese Natale. Da lì, Mario Testino ha attraversato più di 30 Paesi, concentrando la sua arte sull’esplorazione dell’unicità culturale e tradizionale che ancora si trova in un mondo apparentemente globalizzato.

“Nei miei viaggi mi sono reso conto che quando un paese perde il legame tra la sua storia e il suo abito tradizionale, qualcosa di veramente prezioso è andato perduto”, dice lui.

Ed effettivamente nella mostra gli abiti tradizionali sono valorizzati enormemente, sembrano quasi sfilate di moda. Tanto che anche i costumi più vicini a noi, tipo quelli siciliani o sardi, sembrano quasi irriconoscibili. O forse siamo noi, come dice Mario Testino, che abbiamo perso il contatto con la storia?

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Vienna in 48 ore, tra la Sacher e un Bacio di Klimt

Vienna in 48 ore è un po’ poco, è vero. Ma non sempre c’è molto tempo libero per viaggiare. E allora che si fa? Si fa come Ethan Hawke e Julie Delpy in Prima dell’alba, il film. Si cammina di notte e fino all’alba, per riprendere il treno (loro), o l’aereo (io), la mattina dopo. Venite che vi racconto.

Il bacio di Klimt

Il bacio di Klimt è uno dei motivi per cui spostarsi vale sempre la pena.  Chi di noi non l’ha mai visto? Nessuno. E’ perennemente in ogni gadget, tazza, shopper bag, quaderni e penne, ovunque. Forse troppo. Tanto che vi dirò, non mi aveva mai fatto battere il cuore. E invece. E invece, vederlo dal vivo wow, hanno dovuto chiamare i rinforzi per smuovermi da lì. Il fatto è che c’è talmente tanta gente, che bisogna avere pazienza, conquistarsi lo spazio e poi, una volta ammirato, lasciare il posto ad altri. In teoria. In pratica, è difficile che succeda, perché il quadro è ammaliante, da sindrome di Stendhal quasi. Il significato dell’opera dell’artista viennese è il trionfo della potenza vivificatrice dell’eros sulle differenze tra uomo e donna, che nel dipinto si fondono nell’oro. Che meraviglia! Non perdetelo, mi raccomando. Si trova all’Österreichische Galerie Belvedere, al primo piano. 

La Sacher Torte

Dopo aver assaggiato la Sacher torte a Trieste nel primo locale aperto in Italia da chi si vanta di possedere la ricetta originale,  il Caffè Sacher di Vienna, e aver dichiarato che non ne avrei mai mangiata un’altra in vita mia, ci ho ripensato. A questo punto, dato che sono sul posto, perché non provare la Sacher dei rivali? E così, eccomi a occupare un minitavolo da Demel, di solito strapieno di gente, ma basta scegliere un orario poco battuto per sedersi tranquillamente. Quindi, Caffè Sacher o Demel? Dipende dai gusti, per quanto mi riguarda dico Caffè Sacher. Anche per il particolare della panna, che servono solo su richiesta del cliente. Concordo, zuccheri non necessari, che rovinano il gusto ricco della torta.

Hundertwasserhaus

E’ un edificio particolare, nato come complesso di case popolari  nel 1986 per opera dell’architetto e artista Friedensreich Hundertwasser.  Le case sembrano formare un puzzle colorato, con forme ondulate e  rami che escono dalle finestre. La forma e i colori degli edifici invitano a pensare che è possibile cambiare il mondo. Nelle vicinanze, c’è anche un piccolo centro commerciale, realizzato nello stesso stile, oltre al Museo Hundertwasser, dove sono esposte le opere del creatore di questi palazzi. Vi dirò, non mi ha fatto impazzire: bella l’idea, ma probabilmente dell’originale destinazione non rimane nulla o quasi. Se qualcuno di voi ha più informazioni, che confermino o sconfessino questa mia sensazione, scrivete nei commenti.

I trasporti

Vienna è ben servita, credo che ci siano pochi dubbi in merito. Sono rimasta così poco che ho preferito girare a piedi per vedere il più possibile, ma Vienna ha una rete di tram eccezionale e per il turista vale la pena spostarsi con questo patrimonio dell’umanità. I collegamenti da e per l’aeroporto sono altrettanto comodi. All’andata, ho preso la metropolitana leggera; al ritorno, un pullman comodissimo che gira h24 e porta direttamente in aeroporto, a qualsiasi ora. Il pullman è stato la tappa finale della mia notte di passeggiate a Vienna, indimenticabile.

Dove alloggiare

Ho soggiornato nel quartiere degli artisti, perché lì ho trovato un albergo con buon rapporto prezzo-qualità, e ve lo consiglio. Il quartiere si chiama Spittelberg e si trova vicino al quartiere dei musei. Comodissimo, tranquillo e di recente tornato alla moda, con le sue botteghe artigiane e artistiche. Una nota di demerito la prende per il cibo, perché i posti consigliati non si sono rivelati all’altezza delle aspettative, ma sicuramente è stata sfortuna. Per mangiare vi consiglierei di spostarvi, o di mangiare in albergo direttamente.

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