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Carol, di Patricia Highsmith

Oggi chiameremmo Carol, di Patricia Highsmith, un romanzo di formazione, o young adult. Allora, era il tentativo coraggioso di dire alle donne “prendete la vita in mano e fate le vostre scelte, libere dai condizionamenti esterni”. Tema prepotentemente attuale, a me sembra.

Trama

Tutto inizia con gli auguri di Natale che la giovane commessa di un grande magazzino Therese invia a Carol, una elegante signora che ha acquistato una bambola per sua figlia. Inizia per la ragazza, aspirante scenografa teatrale, un lungo percorso dentro se stessa e in giro per gli Stati Uniti, alla ricerca della sua identità. Therese è fidanzata e promessa sposa, Carol è più grande di lei e sposata. Eppure, l’attrazione che sentono l’una per l’altra è più forte degli obblighi sociali. Almeno per Therese. Ma Carol potrà mai rinunciare alla figlia e alla sua vita dorata per una ragazzina appena conosciuta? E Therese, riuscirà a capire se quello che vuole davvero è un futuro irto di difficoltà?

Il prezzo del sale

Nella versione inglese, la prima integrale, il romanzo non si chiama Carol, ma il prezzo del sale. All’epoca, però, andava di moda dare nomi femminili ai romanzi per donne. E questo in parte lo è. Quasi tutto scritto in prima persona, dal punto di vista della giovane Thérèse, non esplicita mai chiaramente di cosa stiamo parlando. Ed è proprio questa la sua forza, creare un’atmosfera sospesa di dubbi, incertezze, sentimenti che si affacciano prepotenti e a cui bisogna dare un nome. E, dall’altra parte, una donna più matura, che sa, capisce immediatamente e che ha tanto, tantissimo, da perdere. E tutto questo per cosa? Per una commessa poco più che bambina? Ammettiamolo: tutti ci aspettiamo un finale di un certo tipo. Sarà così che finirà? Con un sogno irrealizzabile? Ve lo lascio scoprire con la lettura. 

L’opera coraggiosa di una giovane donna 

Intanto, vi dico che siamo di fronte a un‘opera coraggiosa, sia per il tempo in cui è stata scritta, gli anni ’40, sia per le tematiche lgbt al femminile, materia rara da portare in pubblico. Eppure, nella postfazione Patricia Highsmith racconta di aver scritto questo libro a soli 27 anni, quando viveva da sola in un monolocale a New York. Le venne l’idea una sera, di ritorno dai grandi magazzini nei quali nel 1948 stava lavorando come commessa per il periodo natalizio. A quel tempo, aveva già pubblicato Delitto per Delitto, un romanzo comprato dal grande Alfred Hitchcock che l’aveva portato con successo sullo schermo. Con la vendita di quel libro il suo editore l’aveva catalogata come giallista.

Il rifiuto di pubblicare

Ma Carol non è un giallo e Patricia Highsmith è costretta a trovarsi un altro editore perché il suo si rifiuta di pubblicarlo. Il libro alla fine esce nel 1952 con uno pseudonimo, Claire Morgan, stavolta per non essere etichettata come romanziera lesbica. L’anno dopo, con l’edizione economica, il libro vende quasi un milione di copie e l’autrice riceve per anni migliaia di lettere di ringraziamento.

L’avete letto? Vi è piaciuto? In questi giorni trovate anche il il film del 2015 su Raiplay, interpretato da Cate Blanchett, Rooney Mara e Kyle Chandler. 

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