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La ricetta del diavolo – Ellery Queen

Il primo romanzo dell’anno è un giallo e fa parte di una raccolta di due libri e un racconto della serie Il giallo Mondadori, che s’intitola “L’alta cucina del delitto”. Il racconto è “Morte in ascensore”, di cui vi ho già parlato qualche tempo fa e scritto dall’autore americano Cornell Woolrich nel 1938. “La ricetta del diavolo”, invece, è del 1966 e fa parte dei gialli apocrifi di Ellery Queen. Una donna scompare mentre sta preparando “lo stufato dello studente“. Cosa le sarà successo? 

Trama 

Terry Miles, bella e disinibita, è scomparsa un venerdì pomeriggio dopo aver detto a due vicini di casa, Ben e Farley, che doveva uscire per un appuntamento. Cosa le è successo? E’ stata rapita? Uccisa? Entrambe le cose? Le piste possibili non si contano, a partire da un marito per nulla preoccupato. Ma per il capitano della polizia Bartholdi, un posto speciale tra gli indizi spetta a uno stufato con troppa cipolla.

L’inventore del genere noir

Ellery Queen è una firma prestigiosa nell’ambito dei gialli. In realtà dietro lo pseudonimo si nascondevano due penne, come nel caso di Sveva Casati Modignani. I Queen sono due cugini che hanno dato vita a quello che oggi sarebbe chiamato un brand. Quindi, nel tempo hanno concesso l’utilizzo del nome a diversi ghostwriter, che hanno continuato a scrivere libri a loro nome anche quando la produzione originale era ormai esaurita. “La ricetta del diavolo è uno di questi” ed è stato in realtà scritto da Fletcher Flora, uno scrittore americano morto due anni dopo averlo finito. E’ bene tenerlo presente durante la lettura, perché in effetti si capisce quasi subito di non essere di fronte a Ellery Queen nelle sue produzioni migliori. Il romanzo comunque, seppur breve, è appassionante. L’autore è bravo a disseminare indizi e a far capire che lo stufato dello studente ha un ruolo centrale. Ma quale? Alla fine gli elementi del giallo ci sono tutti, compresa la suspense, quindi l’ho letto con piacere. L’unica cosa a non convincermi del tutto è una mossa a sorpresa dell’assassino che poteva avere sì una motivazione, ma secondo me non quella che gli viene attribuita a posteriori! Non posso dire di più per non fare spoiler, ma se dopo averlo letto volete parlarne scriviamoci 🙂 

Per la ricetta dello “stufato dello studente” clicca qui.

Il sogno di Ellie. Royal Ballet School – Alexandra Moss

Altra idea librosa da infilare nella calza della befana. Dopo Lucia Vaccarino e una serie mistery rosa, Me, mum & mistery, detective per caso, stavolta vi propongo il racconto giusto per i bambini che amano la danza e, più in generale, i diari. Il romanzo, infatti, è narrato in prima persona da una bambina di dieci anni che vola in Gran Bretagna per partecipare alle selezioni della Royal Ballet School di Londra. Ne succederanno tante…

Trama 

Caro diario, la vuoi una notizia strepitosa? Sto per iniziare il corso per allievi esterni alla Royal Ballet School di Londra! Ci pensi? Io, Ellie Brown, nella migliore scuola di danza di tutta l’Inghilterra! E pensare che non volevo saperne di lasciare Chicago per trasferirmi qui a Oxford con la mamma. Certo mi mancano i nonni e la mia migliore amica, Heather, ma… e se il mio sogno di diventare una grande ballerina si avverasse? Tra poco comincia, non sto più nella pelle! Tu augurami in bocca al lupo, poi ti racconterò tutto…

Una storia profonda e ben costruita 

billy-20elliot-2010Anche questo libro è adatto alla fascia 9-11 anni, quella delle prime passioni sportive e non. Anche in questo caso gli elementi sono dosati benissimo. L’ambientazione, Londra e la vita frenetica di una giovanissima ballerina, una mamma precocemente vedova e afflitta da problemi di salute importanti, una ragazzina che non ha mai conosciuto il padre, morto quando lei era piccolissima, ma che ha un sogno nel cuore, diventare una grande ballerina. Mamma e figlia lasciano gli Stati Uniti per ricostruirsi una nuova vita in Europa, con tutti i problemi di adattamento che una scelta del genere può comportare, soprattutto per una ragazzina di quell’età. Se poi la bambina deve anche affrontare una malattia importante in famiglia, ecco che la storia acquista immediatamente profondità e consistenza. In un passaggio, addirittura sembra leggere la storia al femminile di Billy Elliot. 

Consigliato perché

E’ un racconto ben costruito, che pur essendo pensato e scritto per un target di giovani lettori, convince anche i più grandicelli. Innanzitutto, sembra di essere alla scuola di danza mentre Ellie e i compagni fanno lezione, perché il linguaggio tecnico è curato e preciso. Poi, la storia parallela della mamma, alle prese con un trasloco, un nuovo lavoro, la gestione della malattia e, forse, un nuovo amore, commuove. C’è poi un accenno al bullismo a scuola, per fortuna quasi subito rientrato, e il sogno. Realizzare il sogno e trasformare la passione per la danza in qualcosa di più. La nostra Ellie ci riuscirà? Noi facciamo il tifo per lei!

La confessione – JoAnn Ross

La confessione di JoAnn Ross, il primo libro della serie Men of Whiskey River, è una di quelle chicche vintage che ti ritrovi in casa e che ogni tanto leggi con piacere. La trama è ben congegnata e i filoni rosa e giallo s’intrecciano bene, senza inciampare l’uno nell’altro.

Trama 

Laura Swann Fletcher sta per coronare il sogno di una vita: liberarsi da un matrimonio con un politico in carriera impostole dal padre e sposare, sia pure vent’anni dopo, l’amore della sua adolescenza. Ma il sogno viene spezzato da due colpi di pistola. Allo sceriffo Trace Callahan il compito di squarciare i veli che coprono questa morte misteriosa. La bellissima Mariah, sorella di Laura, pecora nera della famiglia, fuggita di casa per cercare fortuna a Hollywood e divenuta sceneggiatrice di successo, torna a Whiskey River proprio la notte dell’omicidio. Addolorata per la morte della sorella, decide di dimostrare la colpevolezza del cognato, secondo lei responsabile dell’assassinio. Come reagirà Trace a questa invasione di campo? Soprattutto, è stato davvero il marito a uccidere Laura?

Gli uomini di Whiskey River non sono niente male 

Il romanzo di JoAnn Ross appartiene a quella categoria di libri rilassanti, che acquisto e utilizzo nelle serate che dedico a me stessa, in cui sento il bisogno di una lettura tranquilla e riposante. La confessione ha risposto perfettamente alle aspettative e d’altra parte non poteva essere altrimenti, la scrittrice è molto esperta. Questo è il primo di cinque romanzi della serie Men of Whiskey River. Io ho letto solo questo e funziona perfettamente. E’ la conferma di quello che dico sempre, anche se appartengono a serie, i romanzi devono essere autonomi, perché se io lettrice non ho voglia di proseguire devo poterlo fare. In questo caso, più semplicente ho trovato solo questo in casa e se mi dovessero capitare gli altri li acquisterei volentieri. Anche se chiamare il protagonista Trace Callahan inevitabilmente fa pensare al mitico Clint Eastwood e al suo ispettore Callaghan. Sarà forse un deliberato omaggio, chissà. Intanto, vi dico che la storia d’amore con Maggie funziona alla grande e anche l’indagine. Sarà perché una volta tanto la donna è più ricca dell’uomo che ha scelto? 🙂 

Leggi anche, nella stessa collana: 

Il trucco di Catherine Judd, in amore tutto è lecito

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Sex & the City – Candace Bushnell

Anni fa avevo provato a leggere Sex & the City di Bushnell e non mi era piaciuto. L’anno scorso l’avevo trovato in una minuscola stanza per il bookcrossing di Boscastle, in Cornovaglia, ma non avendone un altro da lasciare ho preferito non prenderlo. Il mese scorso mi è ricapitata un’altra copia che mi guardava dal banco di un mercatino. L’ho sfogliata e mi sono resa conto che qualche furbetto ha pensato bene di vendere un libro libero, cioè destinato al bookcrossing, per ricavarci qualcosa. L’ho comprato solo per restituirgli la sua libertà e lasciarlo in altri spazi destinati al bookcrossing, però poi è arrivato il momento di partire per New York: quale migliore compagnia delle quattro ragazze per un viaggio nella Grande Mela? Ho colto quindi la Mela e l’occasione per rileggerlo. Vi dirò…ho cambiato radicalmente opinione.

Trama 

Un po’ soap opera, un po’ studio sociologico, un po’ scorpacciata di gossip e un po’ corso accelerato di flirt. La rubrica del “New York Observer” Sex and the City, che ha inspirato un serial TV di successo in tutto il mondo, è diventata un libro. Un racconto a puntate sulla società degli anni Novanta che descrive con spudoratezza la vita sessuale, i vizi, i sentimenti maligni e sotterranei della High society americana. Per scrivere i suoi pezzi, la Bushnell ha condotto ricerche sul campo insinuandosi come una spia negli ambienti presi di mira. Risultato: il libro sulla vita, il sesso e gli amori dei nostri giorni. Un resoconto che Bret Easton Ellis ha definito “irresistibile e al tempo stesso inquietante”.

Libro o serie tv?

Ok, penso che tutte o quasi abbiamo visto la serie tv. Chi l’ha creata e realizzata è un vero genio, secondo me. Sul libro, invece, i pareri sono più discordanti e possiamo dire con quasi certezza che alla maggioranza non è piaciuto perché troppo distante dall’atmosfera patinata del telefilm. Invece, io che sono una grandissima fan della serie da sempre, dico che proprio chi ha amato Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte si divertirà a rintracciare similitudini e differenze, scoprendo che alla fin fine i due prodotti non sono poi tanto diversi come sembrano! Ma andiamo con ordine…

Carrie, Miranda, Samantha e…Charlotte?

Intanto il poker nel libro non c’è, nel senso che Charlotte quasi non c’è. Nel romanzo, Charlotte è l’inglese che arriva a New York convinta di trovare l’amore e invece riceve un due di picche. E’ in una delle prime puntate della serie e all’inizio del primo, ma poi in entrambi i casi sparisce. Miranda è una produttrice televisiva, non un avvocato, e anche lei non troppo presente. Samantha invece è identica, nel libro e nella serie. Samantha è Samantha, non c’è niente da fare. Con Carrie, che conquista spazio nella seconda parte del libro, c’è un rapporto di amore-odio. Curiosamente, quasi quello che c’è davvero tra le due attrici che le hanno portate sullo schermo. Mr Big è…Mr Big. Affascinante come nella serie e innamorato di Carrie. Ci sarà anche qui un matrimonio? Chissà, non faccio spoiler per chi deve ancora leggerlo. C’è però il commento della scrittrice, che in un’intervista ha rivelato l’unico motivo per cui Carrie e Big non si sono lasciati, ovvero che lui piaceva tanto alle telespettatrici. Non c’è niente da fare, l’uomo bello, ricco e infido è sempre piaciuto e sempre piacerà.

Carrie

Il personaggio di Carrie, dicevamo sopra, conquista spazio nella seconda parte del romanzo. Prima, la scrittrice vuole farci entrare in un ambiente che ai più rimane sconosciuto, quello del jet set, prevalementemente artistico, e della varia umanità che gli gira intorno. Persone che vivono alla giornata, sognando e vivendo una vita al di sopra delle proprie possibilità, che spesso finisce con il matrimonio e un ritorno in provincia. New York è presentata come una città dura, cinica, eppure vivace e stimolante. Una città dove una giornalista che aspira alla carriera, come Carrie, può ritrovarsi senza soldi e senza mobili, a dormire per terra su un letto rimediato. Carrie è completamente diversa da come appare nella serie: inconcludente, spesso ubriaca, sboccata. Alla fine, oserei dire più interessante della scrittice che spende tutti i suoi guadagni in scarpe, però ugualmente urticante. Anche il libro contraddice I diari di Carrie, la serie sugli anni dell’adolescenza, perché qui c’è addirittura una famiglia e il ritorno a casa, con Big!, per le vacanze. Incredibile, vero?

New York

Sto per raccontarvi il mio ultimo diario di bordo nella città che non dorme mai, quindi qui anticipo solo che la New York di Candace Bushnell e di Sex and the City, il libro, è lontana anni luce da quella che vediamo nei film di Natale. E quella che ho visto io? Continuate a seguire Penna e Calamaro e saprete tutto.

Sex and the City tour in 62 tappe tra New York e Parigi!

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Sex and the City tour: An (American) Girl In Paris

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Le amiche del venerdì sera – Kate Jacobs

Siamo a metà settimana e venerdì sembra ancora lontano. Mi sono tornate in mente le ragazze che ho visto lavorare la lana nella metropolitana di New York. Allora, niente di meglio che parlare di un romanzo che ha questo giorno nel titolo e un negozio di lana come ambientazione. Quattro chiacchiere con le amiche, un caffè e qualche biscotto: un sogno, vero? La vita della protagonista, però, è tutt’altro che un sogno…

Trama

Tutto è nato un po’ per caso: qualche cliente ritardataria che si trattiene oltre l’orario di chiusura, un paio di consigli sull’arte della maglia che diventano quattro chiacchiere e un caffè. Ed ecco il Club del Venerdì. L’appuntamento è da “Walker & Figlia”, un negozio di filati a Manhattan. Lei è Georgia: mamma single, trentacinque anni o poco più. A ingarbugliarle l’esistenza, il suo ex con un improvviso istinto paterno. E l’ex amica del cuore, che vorrebbe rimediare agli errori del passato. Per fortuna c’è il Club, capace di superare differenze di gusti ed età, riunendo donne in carriera e femministe, signore mature e teenager intraprendenti. Ben presto, le lezioni sul diritto e sul rovescio lasciano spazio a segreti e confidenze, e quelle che erano semplici clienti si trasformano in amiche. Unite da un legame che saprà resistere anche quando sarà la vita a girare a rovescio.

Via lo stress con calze e gomitoli

Sarebbe bello sapere che un negozio così esiste davvero. Un luogo dove la saracinesca non si abbassa all’ora di chiusura e che grazie a ferri e gomitoli di lana ti permette di sfogare le frustazioni della settimana e di iniziare il weekend con allegria, o quantomeno più serenità. Questo è il bozzolo che Georgia e sua figlia hanno saputo creare intorno a un manipolo di clienti molto differenti per cultura ed esperienze di vita, accumunate dal sacro amore per il lavoro a maglia. Non crediate che siano anziane: non lo è Georgia e non lo sono le altre, come la copertina lascia giustamente intuire. D’altra parte, in questi giorni ho visto così tante ragazze sferruzzare nella metropolitana di New York, che ho capito quanta presa abbia ancora, per fortuna, il lavoro manuale. Niente di meglio per scaricare la tensione, soprattutto se come la protagonista sei una ragazza madre che si è fatta da sé.

Un romanzo che procede prima lentamente e poi via via sempre più spedito verso un finale che, francamente, fatico a capire. Come già sapete, ogni romanzo per me deve essere autoconclusivo, anche se ci sono dei seguiti. Questo lo è in parte, perché chiaramente lascia i lettori senza un lieto fine che sappiamo già prima o poi ci dovrà pur essere. Per questo motivo, non ho letto il secondo romanzo e ho lasciato alla mia immaginazione il finale della storia. Ciò non toglie che il libro si lasci leggere con piacevolezza, almeno fino a tre quarti.

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