Doireann Ní Ghríofa è una poetessa irlandese che ho potuto conoscere grazie a il Saggiatore e un libro lasciato nella mia cassetta delle lettere in cambio di una recensione onesta. Come sapete bene, non potete aspettarvi niente di diverso da me e, quindi, vi parlerò di questo testo arrivato in un momento della mia vita che mai, mai, avrei voluto vivere. E che purtroppo tutti prima o poi dobbiamo sperimentare. Chissà se esiste un destino anche nei libri. Non lo so, ma voglio per un momento adottare il punto di vista irlandese e pensare che la vita sia un viaggio. Comunque vada, vale la pena viverlo. Magari con l’aiuto di una donna del passato, che torna a trovarti proprio quando ne hai più bisogno. A meno che Art Ó Laoghaire non torni da me/questa pena non cesserà mai/si abbatte così ferocemente sul mio cuore/tenendolo rigidamente sigillato/come un lucchetto in un baule/la cui chiave dorata ho smarrito.
Trama
“Un fantasma in gola” esplora la femminilità e il desiderio. Doireann Ní Ghríofa racconta la maternità nella sua dimensione universale, e ne fa metafora della scrittura capace di ricucire le ferite più intime e creare echi tra universi lontani: un’opera sul suono che allontana e unisce l’ultimo sospiro di un uomo che muore e il primo vagito di una nuova vita. Dopo aver avuto tre figli in pochi anni, l’autrice ha adattato la propria vita su quella dei suoi bambini. Un’esistenza fatta di liste da spuntare giorno dopo giorno, e un corpo trasformatosi radicalmente per farne crescere altri. Una routine colma di abnegazione, come quella di tanti genitori. Questo fino a quando non si imbatte nella voce di una poetessa, anch’essa madre, protagonista di un antico lamento in versi sulla morte del proprio amato, e qualcosa in lei inizia misteriosamente a risuonare. Aveva già letto quel poema da adolescente, ma questa nuova lettura la penetra in modo inaspettato e si tramuta in un’ossessione, fino a farle confondere parole, sguardi, passi con quelli dell’altra donna. Una possessione letteraria, l’unico modo per liberarsi dalla quale si rivelerà abbracciarla e immergervisi: visitare i luoghi in cui l’altra ha vissuto e sofferto, indagare le proprie scelte di donna e madre, mettere in discussione i pilastri stessi su cui poggia il proprio mondo.
Il Caoineadh di Eibhlín e il mio
M’imbatto in questo libro di Doireann Ní Ghríofa in un momento delicatissimo della mia vita. L’autrice evidentemente sconvolta da una fase dedicata alle nascite e all’accudimento dei figli, io per l’esatto contrario. Si dice a volte che i libri vengano a cercarti. Forse, a cercare me è stato un caoineadh, un lamento. “La marcia dolente di una che si affatica, in inno di lode, un canto e un pianto funebre, un compianto e un’eco, un coro e un elogio“. Una donna del ‘700, Eibhlín Dubh Ní Chonaill, cui viene ucciso il marito mentre aspetta il terzo figlio. “La collera bruciava e si dissolveva e poi bruciava di nuovo; questa è una poesia alimentata dalle fiamme gemelle dell’odio e del desiderio. Quante perdite ha subìto questa donna. Quante perdite subirà ancora. Soffre, come la poesia stessa: questo testo soffre. Fa male“. Doireann Ní Ghríofa è in cerca di qualcosa che possa aiutarla a superare la stanchezza fisica ed emotiva che parti ravvicinati e accudimento dei bimbi, nonché la necessità e la volontà di mantenere un rapporto col marito, le stanno creando. Ed ecco che in soccorso arriva questo testo che l’accompagna da quando è adolescente e l’ha scoperto a scuola: “la sua esistenza e il suo desiderio erano così distanti dai miei, eppure la sentivo così vicina. Nel giro di poco tempo la sua poesia ha iniziato a infiltrarsi nei miei giorni. La mia curiosità si è amplificata fino a portarmi fuori casa, e verso le uniche stanze che potevano aiutarmi“.
Una ragione per esistere
Così, Doireann Ní Ghríofa ha iniziato quello che io chiamo un viaggio letterario. Ricordate il mio viaggio letterario Sulle tracce delle grandi scrittrici? Una cosa del genere, spinta però da una motivazione che io in quel caso non avevo: trovare una ragione per esistere e resistere. E l’ha trovata Doireann. Qual é? Come direbbe Yu Hua, è…Vivere! E già, pèrché alla fine che senso ha vivere se poi finiremo tutti in un unico modo? Non c’è una ragione suprema, il viaggio stesso è la ragione. Questo è quello che trova la poetessa del presente, un cumulo di macerie che nascondono la poetessa del passato. E’ tutto inutile, quindi?
Intrecciando voci femminili
Certamente no. Anche solo il fatto che una donna del duemila vada in cerca di una donna vissuta trecento anni prima, dà la misura di quanto ogni esistenza conti. Anche quella di donne che non hanno fatto la storia, perché la storia la fanno e la scrivono gli uomini. Anzi, dovremmo dire, la facevano e la scrivevano gli uomini. Quindi, abbiamo speranza per il futuro che le vite rappresentate siano quelle di tutti, a prescindere dal ruolo sociale. Se questo è il merito di Doireann Ní Ghríofa, averci fatto conoscere una poetessa irlandese dalla vita semisconosciuta, andando avanti con la lettura si è anche trasformato nel suo limite. Non fa che ripeterci quanto sia imperfetta lei stessa, quanto la sua traduzione sia manchevole, quanto il suo metodo sia artigianale e improvvisato, quanto uno studioso troverebbe da ridire sul suo operato. Il che non è sbagliato, è percepibile dai documenti che mette insieme. Ma allora, dico io, perché non trasformare quest’opera solitaria in un Caoineadh nuovo? “Il Caoineadh appartiene a un genere letterario lavorato e tessuto da donne, intrecciando voci femminili appartenenti a corpi femminili, un fenomeno a mio avviso meraviglioso e degno di ammirazione, non di discussioni sulla paternità del testo“. Perché, allora, non farsi accompagnare da voci di altre donne, altre studiose, altre letterate, che avrebbero potuto intrecciare le voci a quella della poetessa per tirare fuori un canto moderno?
Una nuova fase della vita
Dentro di me, sono sicura che prima o poi lo farà, accetterà questa delega nei ruoli. Quando il desiderio di maternità sarà sopito, quando la sua vita non sarà più una lista continua da depennare, quando il suo mondo non inizierà e non finirà dentro una stanza, quando in famiglia tornerà l’equilibrio. Quando, insomma, riprenderà questo testo che l’accompagna da sempre per iniziare una nuova fase della sua vita. Allora, ci sarà un nuovo Caoineadha più voci. E noi lettrici, qui, ad aspettarla.
Oh, mio cavaliere dallo sguardo deciso, cosa è andato storto quella notte? Mai avrei immaginato, mentre sceglievo i tuoi vestiti, così eleganti e raffinati, che tu potessi essere strappato a questa vita.
Ho riletto, cioè ascoltato, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen e ho scoperto un modo piacevole di “leggere” mentre stai facendo cose noiose, tipo pulire casa o lavare i piatti. Non credevo ne sarei stata capace, ma ce l’ho fatta: sono riuscita ad ascoltare il mio primo audiolibro senza distrazioni! E poi è anche un modo diverso per gustare una lettura attraverso la voce di un’attrice professionista. Nel mio caso, Caterina Bonanni di Ménéstrandise Audiolibri, ascoltato su Spotify.
Trama
La famiglia Bennet è composta dai coniugi Bennet e dalle loro cinque figlie:Jane,Elizabeth, Mary, Catherine (detta Kitty) eLydia. L’obiettivo della signora Bennet è quello di vedere sposate le sue figlie. Quando il ricco e celibe signor Bingley si trasferisce a Netherfield, la signora Bennet freme affinché le figlie gli vengano presentate quanto prima e prega il marito di presentarsi a porgere i propri omaggi al nuovo vicino. Il signor Bingley è giunto a Netherfield in compagnia del suo più caro amico, il signor Darcy. È immediatamente evidente la grande ammirazione di Bingley per Jane. Al contrario, Darcy non mostra alcun interesse per la compagnia e quindi viene subito etichettato come un uomo orgoglioso e altero. Durante il ballo, definisce Elizabeth “appena passabile”: Elizabeth lo sente e lo prende in antipatia.
Un classico intramontabile
Orgoglio e pregiudizio è un classico intramontabile per chi ama le storie d’amore e l’atmosfera della campagna inglese. Jane Austen è impareggiabile nel far immergere il lettore in un tempo sospeso, dove non succede nulla eppure non aspetti altro che il capitolo successivo per continuare a sentirti parte della famiglia Bennet. I personaggi della famiglia sono caratterizzati benissimo: si percepisce tutta l’insofferenza di Elizabeth per l’eccentricità dei suoi parenti, ma anche il profondo affetto che li lega. Una madre superficiale e poco attenta, un padre sarcastico ma poco risoluto, le sorelle minori in cerca di un marito a tutti i costi e frivole, come il loro ambiente le vuole. E il legame forte con la sorella Jane, sempre pronta a vedere il lato buono di ogni persona e situazione. Per non parlare della storia d’amore tra la stessa Elizabeth e Mr Darcy, ostacolata quasi soltanto dall’orgoglio di lui e il pregiudizio dei lei. Due dei difetti peggiori in amore.
Mr Darcy e l’amore
Tutti i romanzi di Jane Austen, ma soprattutto questo, sono oggi utilizzati dagli storici di epoca regency per l’accurata descrizione della vita quotidiana delle classi abbienti. Oggi nessuno si azzarderebbe a essere così minuzioso, sarebbe poco aderente allo stile sceneggiatura che va di moda. Tuttavia, io l’ho trovato così rilassante, così vivido nella mia mente mentre la voce raccontava, che non posso non consigliarne l’ascolto. Anzi, vi consiglio la lettura di questo classico, qualsiasi sia il supporto che preferite. Anche perché i protagonisti, Elizabeth e Mr Darcy, sono ancora oggi una delle rappresentazioni per eccellenza dell’amore. Perché, altrimenti, Bridget Jones avrebbe scelto Darcy invece di Hugh Grant? 😉
Voi avete letto Orgoglio e pregiudizio? Vi piace la coppia Elizabeth-Darcy? Scrivetemi nei commenti!
E’ primo pomeriggio, eppure fuori è quasi buio. Tuoni e lampi annunciano pioggia imminente. Chissà perché, quest’atmosfera un po’ grigia mi ha ricordato I giorni della tempesta, di Rosamunde Pilcher. The day of the storm è del 1975 ed è uscito per la prima volta a puntate in una rivista femminile. So che un giorno di pioggia non è proprio l’ideale per suggerirvi un romanzo da ombrellone, ma se ne state cercando uno I giorni della tempesta fa proprio al caso vostro.
Trama
Rebecca Bayliss è una ragazza che vive a Londra da sola e lavora in una libreria. Avvisata che la madre sta morendo, vola in Spagna e scopre con sua grande sorpresa di avere una famiglia di cui ignorava l’esistenza. Decisa a far luce sul mistero delle sue origini, Rebecca si reca in Cornovaglia, nell’antica dimora che la madre le ha indicato. Qui scopre un nonno che sembra custodire un terribile segreto e un bellissimo cugino, al cui fascino è difficile resistere.
Adorerete il nonno
Il giorno della tempesta non è corposo come i capolavori che lo seguiranno negli anni di massima ispirazione di Rosamunde Pilcher, ma contiene già tutti gli elementi che l’hanno resa celebre. Innanzitutto, l’ambientazione nella meravigliosa Cornovaglia, che già da sola vale la lettura. Un maniero, segreti di famiglia da scoprire, un cuore tentennante tra due uomini e una ragazza, Rebecca, che deve ancora capire cosa vuole davvero dalla vita. E’ la lettura perfetta per chi in vacanza preferisce rilassarsi con una lettura leggera ed emozionante. D’altra parte, la stessa Rosamunde ha definito i suoi libri “da spiaggia per donne intelligenti“. E noi, che siamo donne intelligenti, l’amiamo per questo. Il romanzo è breve e all’inizio è uscito a puntate su una rivista. Forse per questo tutto avviene decisamente in fretta, senza l’approfondimento psicologico cui lei ci ha abituato, però situazioni e personaggi sono come sempre deliziosi. Se non v’innamorerete di Rebecca o dell’uomo che sceglierà, adorerete il nonno. E forse anche il libraio, come nel mio caso 🙂
Secondo appuntamento con il quiz “Quante ne sai?” dopo quello su Jane Austen. Agatha Christie è così celeberrima che proporre un quiz su di lei mi sembrava quasi un azzardo. Però, però….sai proprio tutto, tutto, su Agatha? Ricordo le regole: leggi 15 curiosità sulla vita e le opere della dama inglese del giallo e spunta quelle che già conoscevi. Mettiti alla prova con il quiz e poi scrivi nei commenti quante ne sapevi. Solo chi totalizza 15/15 potrà fregiarsi del titolo di Agatha Christie‘s addicted! Pronti? Via!
1) La camera 411 del Pera Palas
Il Pera Palas venne costruito a Istanbul nel 1892 dalla Compagnie Internationale des Wagons-Lits per ospitare i passeggeri dell’Orient Express all’ultima tappa del viaggio. Sembra che nella camera 411 dell’albergo Agatha Christie abbia scritto buona parte di (Murder on the Orient Express) Assassinio sull’Orient Express. Oggi la stanza 411, “The Agatha Christie Room”, è un piccolo museo in onore della scrittrice. L’albergo omaggia la giallista anche nel ristorante, che si chiama non a caso “Agatha”.
2) Bleak House
Tra i classici, l’autore preferito di Agatha era Charles Dickens, che le ricordava quando la mamma le leggeva Bleak House. Firmò per la MGM una sceneggiatura di Bleak House. Le riprese del film sarebbero dovute iniziare nella primavera del 1962, ma alla fine non se ne fece nulla.
3) Prima scrittrice da 100.000 copie
Quando nel 1935 furono pubblicati i libri tascabili Penguin, The Mysterious Affair at Styles (Poirot a Styles Court) fu uno dei primi 10 titoli. Nel 1948, fu la prima scrittrice di gialli ad avere 100.000 copie di dieci dei suoi titoli pubblicati da Penguin nello stesso giorno.
4) La prima Miss Marple
La prima Miss Marple televisiva è del 1956. L’episodio A murder is announced (Un delitto avrà luogo) andò in onda una sola volta e solo negli Stati Uniti, all’interno della serie televisiva Goodyear Television Playhouse. Miss Marple era interpretata dall’attrice e cantante britannica Gracie Fields. La prima Miss Marple al cinema è stata, invece, Margaret Rutherford, alla quale la stessa Christie ha dedicato The mirror crack’d from side to side (Assassinio allo specchio).
5) Il primo film
Il primo film tratto da un romanzo di Agatha Christie è il tedesco Die Abenteuer G.M.B.H. Tratto da The Secret adversary (L’avversario segreto), del 1922, era un film muto, diretto da Fred Sauer e interpretato dall’attore italiano Carlo Aldini e dalle attrici britanniche Eve Gray e Hilda Bayley.
6) La disgrafia
Agatha dettò tutti i suoi romanzi a un assistente. Soffriva di disgrafia, una disabilità dell’apprendimento, che le impediva di scrivere in modo leggibile.
7) Madame Tussauds
Nel 1972 fu immortalata per il museo di Madame Tussauds. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, Agatha Christie posò per Madame Tussaud mentre eseguivano innumerevoli misurazioni, tra cui anche quella del cranio. Ha anche donato un vestito, come era consuetudine. La sua statua di cera per un po’ di tempo è stata esposta con Alfred Hitchcock. Oggi è ancora in mostra, ma le sue statue di cera sono conservate in un’area privata. Due anni fa è stata destinataria di una petizione pubblica perché venisse spostata tra i grandi della letteratura, come Wilde, Dickens e Shakespeare.
8)Le sue fobie
Nella sua autobiografia, l’autrice ha elencato le sue fobie, tra cui folla, musica ad alto volume, feste, fumo di sigaretta, marmellata, ostriche e zampe di uccelli.
9)Donazioni
Agatha frequentava regolarmente la chiesa di Santa Maria Vergine nel villaggio di Churston Ferrers, nel Devon meridionale. Nel 1955, donò alla chiesa i diritti d’autore ricevuti per una storia breve chiamata Greenshaw’s Folly e il suo contributo venne utilizzato per restaurata la vetrata nell’edificio.
10)Autocitazioni
Nel suo romanzo di Miss Marple del 1942, The body in the library, C’è un cadavere in biblioteca, si autocita. Lo fa attraverso il personaggio di Peter Carmody, il quale afferma di amare la narrativa poliziesca e di possedere copie firmate da alcuni autori, tra cui Agatha Christie e Dorothy L. Sayers.
11)I contemporanei preferiti
I suoi scrittori contemporanei preferiti erano l’autrice irlandese Elizabeth Bowen e l’autore inglese Graham Greene.
Il suo lavoro preferito era Witness for the Prosecution (Testimone d’accusa). Al contrario, ha descritto The mystery of the blue train (Il mistero del treno azzurro) come “il peggior libro che abbia mai scritto”. E c’è un motivo preciso per cui considerava Il mistero del treno azzurro il peggiore ed è strettamente legato alle sue vicende personali. Leggete la biografia e capirete.
Agatha amava molto andare ad ascoltare la musica di Wagner al Pavillion, la sala concerti di Torquay. Proprio lì, nel 1913, ricevette la proposta di matrimonio del suo primo marito alla fine di un concerto del compositore tedesco.
Hai segnato le curiosità che già conoscevi? Quale punteggio hai realizzato? Scrivilo nei commenti!
Ed eccoci arrivati alla biografia dell’ultima scrittrice, sua maestà del giallo Agatha Christie, colei che chiude più che degnamente il viaggio letterario Sulle tracce delle grandi scrittrici. In realtà è stata la seconda che ho incontrato nel mio giro in Inghilterra, ma è sicuramente la più popolare delle cinque (Jane Austen, Agatha Christie, Daphne Du Maurier, Rosamunde Pilcher, Virginia Woolf) e anche quella di cui sappiamo, o pensiamo di sapere, tutto. Eppure, fermatevi qualche minuto a leggere la sua biografia: anche in questo caso potrebbero aspettarvi delle sorprese… perché non sarebbe la Regina del giallo senza qualche colpo di scena, non credete?
Agatha Mary Clarissa Miller nasce a Torquay
Agatha Mary Clarissa Miller nasce il 15 settembre 1890 in Inghilterra e precisamente a Torquay, nel Devon, in una famiglia benestante dell’alta borghesia. Il padre Frederick Alvah Miller è un ricco agente di cambio americano, la madre è figlia di un militare inglese. Cosa inusuale anche per i suoi tempi, Agatha non frequenta la scuola, ma viene educata soprattutto dal padre. Molto più piccola dei suoi due fratelli, Agatha si annoia spesso a stare in casa e impara da sola a leggere all’età di cinque anni, nonostante la madre Clara Boehmer volesse aspettare il compimento degli otto anni. Inizia leggendo i libri per ragazzi di Edith Nesbit, I cercatori di tesori e The railway children (I bambini della ferrovia), e certamente Piccole donne di Louisa M. Alcott. Le piacciono però anche le poesie e i thriller che giungevano dall’America. Agatha ha una fervida immaginazione: inventa amici immaginari, gioca con gli animali, danza e inizia a scrivere le prime poesie. Sempre a cinque anni, la famiglia si trasferisce temporaneamente a Parigi dopo aver affittato la casa di famiglia di Ashfield per economizzare. Nella capitale francese Agatha, accudita dalla governante Marie, impara un francese idiomatico, anche se scorretto nella pronuncia.
A undici anni muore il padre
A undici anni Agatha affronta un momento durissimo: il padre, provato dalle difficoltà finanziare, muore a 55 anni dopo una serie di attacchi di cuore. Clara è sconvolta e preoccupata per i soldi. Si parla di vendere Ashfield, ma madre e figlia in qualche modo trovano il modo per salvarla. Agatha in seguito affermerà che la morte di suo padre, avvenuta quando aveva 11 anni, segnò la fine della sua infanzia. Clara, infatti, è una donna dotata di grande fantasia che fatica a fare i conti con la realtà. Anche il padre non si poteva certo definire un esempio di virtù familiari, essendo un uomo più dedito al cricket e alle carte che alla famiglia. La vita comunque fino alla tragedia scorreva tranquilla.L’anno successivo alla disgrazia inizia a ricevere un’istruzione formale presso la Scuola per ragazze della signorina Guyer a Torquay, ma non riesce ad adattarsi alla disciplina imposta. Così, a quindici anni torna a Parigi, dove viene educata a Les Marroniers da mademoiselle Cabernet e poi dalla signorina Dryden. Quest’ultima serviva principalmente come scuola di perfezionamento. Prende lezioni di piano e di canto ed è così brava che avrebbe potuto diventare una pianista professionista. Peccato che la sua insuperabile timidezza glielo abbia impedito (meglio per noi lettori, visto come è andata, n.d.r.).
Inizia a scrivere per divertimento
A diciotto anni inizia a scrivere racconti per divertimento con l’amico di famiglia e scrittore Eden Philpotts, che dà alla ragazza consigli utilissimi per il suo futuro: “L’artista è solo il vetro attraverso il quale vediamo la natura, e più il vetro è chiaro e puro, tanto più l’immagine sarà perfetta e potremo vedere attraverso di essa. Non intrometterti mai“. Molto più tardi, alcuni di questi racconti saranno totalmente rivisti e pubblicati.
Al Cairo. E poi arriva l’amore
Nel frattempo, la salute di Clara peggiora e Agatha decide di tornare a casa. Nel 1910, le due donne si trasferiscono al Cairo e soggiornano per la stagione al Gezirah Palace Hotel. E’ un po’ difficile per noi immaginare la giallista come una It girl odierna, eppure il tempo della giovane Agatha trascorre sereno tra feste, vestiti da cocktail, nuove amicizie, e proposte di matrimonio. Ma è solo nel 1912 che Agatha conosce l’amore: incontra il suo futuro marito Archibald “Archie” Christie, un esperto aviatore che aveva chiesto di unirsi al RFC (Royal Flying Corps), la forza aerea inglese. E’ amore a prima vista: entrambi vogliono disperatamente sposarsi, ma non hanno soldi. Secondo l’autobiografia della scrittrice, erano attirati dalla “eccitazione per lo sconosciuto” più che dall’amore in sé. Riescono a sposarsi la vigilia di Natale del 1914, nella chiesa dell’Emmanuele di Clifton, Bristol, vicino alla casa dei genitori dello sposo, dopo che entrambi hanno vissuto in pieno l’inizio della prima guerra mondiale: Archie in Francia e Agatha sul fronte interno, nel distaccamento volontario in un ospedale pubblico gestito dalla Croce Rossa di Torquay. I due sposi trascorrono la loro brevissima luna di miele al Grand Hotel di Torquay, perché il 27 dicembre lui deve fare ritorno in Francia. Durante gli anni della guerra si incontrano di rado e solo nel gennaio del 1918, quando Archie viene inviato al War Office di Londra, Agatha sente iniziare davvero la sua vita da sposata.
Il 1919, un anno epocale per Agatha
ll 1919 è un anno epocale per Agatha. Con la fine della guerra, Archie trova un lavoro nella City e ci sono soldi sufficienti per affittare un appartamento a Londra. Il 5 agosto, Agatha dà alla luce la loro unica figlia, Rosalind. Il 1919 è anche l’anno in cui un editore londinese, John Lane di The Bodley Head, accetta di pubblicare The Mysterious Affair a Styles (Poirot a Styles Court) negli Stati Uniti e mette sotto contratto Agatha per altri cinque libri. Lane, il quarto ad aver ricevuto il manoscritto, insiste solo su un paio di modifiche al manoscritto, tra cui il capitolo finale, con l’epilogo in biblioteca. E pensare che Agatha Christie inizia a scrivere romanzi gialli solo per scommessa! Infatti, la sorella Margaret era convinta che non ne fosse capace e, giustamente, bisognava darle una lezione!
Entra in scena Poirot
Il mondo, dunque, conosce il mitico investigatore belga nel 1920. Da dove prese ispirazione per il personaggio di Hercule Poirot? Durante la prima guerra mondiale c’erano rifugiati belgi in molte parti della campagna inglese e Torquay non faceva eccezione. Sebbene non fosse basato su nessuna persona in particolare, Agatha pensava che un rifugiato belga, un ex poliziotto, potesse diventare un eccellente detective per The Mysterious Affair at Styles. Nasce così l’amato, odiato da Agatha, Hercule Poirot. Per la sua prima storia, Agatha aveva preso spunto dalle conoscenze sui veleni acquisite durante la prima guerra mondiale, nel suo lavoro come infermiera volontaria nel dispensario dell’ospedale.
Tommy e Tuppence
Dopo la guerra, Agatha continua a scrivere, sperimentando diversi tipi di gialli e thriller. In un primo momento crea Tommy e Tuppence, due investigatori dilettanti, che nel 1922 sono i protagonisti di The Secret Adversary (Avversario segreto). Il romanzo però non va benissimo, tanto che i due torneranno protagonisti solo sette anni dopo, nella raccolta di racconti Partners in Crime (Tommy e Tuppence: in due s’indaga meglio, 1929). Sempre nel 1922, lasciando Rosalind con la tata e la nonna, lei e Archie viaggiano attraverso l’allora Impero britannico per promuovere la Empire Exhibition del 1924, una mostra coloniale che si teneva a Wembley. Viaggiano in Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda e Hawaii. Nel frattempo, continua a scrivere e, mentre si trova a Città del Capo, diviene anche la prima donna britannica a surfare in piedi. Nel 1923 esce il secondo libro di Poirot, The Murder on the Links (Aiuto, Poirot!). Nel 1924, il capo di Archie le ispira il personaggio di Sir Eustace Pedlar in The man in the brown suit (L’uomo vestito di marrone), ambientato in Sudafrica.
1925 – 1928, un periodo duro per Agatha
La coppia torna dal Grand Tour nel 1925 e la famiglia si stabilisce in una casa di nome, non a caso, Styles, nella periferia di Londra. Nello stesso anno, esce The Secret of chimneys (Il segreto di Chimneys), nel quale fanno la loro comparsa il sovrintendente Battle e Lady Eileen “Bundle” Brent., ma anche questo romanzo riceve un’accoglienza tiepida. A questo punto, Agatha Christie decide di cambiare editore, non soddisfatta dei termini economici del contratto firmato. Il contratto, infatti, prevede solo 25 sterline di anticipo e l’esclusione dagli utili prima della vendita di 2000 copie. Cerca così un agente, Edmund Cork di Hughes Massie & co, che le trova un nuovo editore: William Collins and Sons (ora HarperCollins). Per Agatha è un momento difficile: la sua adorata madre muore il 5 aprile del 1926 e la scrittrice si trova spesso sola in casa, mentre faticosamente cerca di scrivere un romanzo per Collins. La relazione tra Archie e Agatha ne risente pesantemente. Agatha è triste, confusa e neanche il successo di The Murder of Roger Ackroyd (L’assassinio di Roger Ackroyd, o anche Dalle nove alle dieci) che esce a giugno la risolleva. Archie finisce per innamorarsi di Nancy Neale, compagna di golf e amica di famiglia. Per Agatha è un durissimo colpo, tanto che senza preavviso ha un colpo di testa.
Scomparsa!
La notte del 3 dicembre 1926, Agatha lascia Rosalind alle cameriere senza dire dove stia andando. La mattina dopo la sua auto viene ritrovata abbandonata a diverse miglia di distanza, in fondo a un dirupo, ma di lei non c’è traccia. L’unico indizio è una lettera per il suo segretario nella quale dice di essere andata nello Yorkshire. Le battute di ricerca iniziano immediatamente. Iniziano tra la stampa e il pubblico diverse speculazioni su cosa possa essere accaduto, ma nessuno sa niente con certezza. Tale era la speculazione che il segretario di stanza del giorno, William Joynson-Hicks, fece pressione sulla polizia per fare progressi più rapidi. Addirittura vengono coinvolti i famosi scrittori del crimine Sir Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes, e Dorothy L Sayers, autore della serie di Lord Peter Wimsey. Conan Doyle, che si interessa di occulto, prende un guanto della Christie e lo porta a un medium, mentre Sayers analizza la scena della scomparsa, in seguito usandola nel romanzo Unnatural Death (1927). Tra le ipotesi più accreditate dal largo pubblico, una trovata pubblicitaria o il tentativo di far credere alla polizia che suo marito l’avesse uccisa per vendicarsi della sua relazione. Questa seconda ipotesi a livello di un giallo della stessa Christie. Alla fine, si scopre che Agatha è arrivata in qualche modo fino alla stazione di King’s Cross, da dove ha preso il treno per Harrogate. Alloggia allo Swan Hydropathic Hotel, ora Old Swan Hotel, dove si è registrata sotto il nome di Theresa Neale, di Cape Town. In pratica, la giallista si è registrata con il cognome della rivale. Harrogate a quel tempo era una città termale alla moda e tutti i frequentatori si vestivano in modo elegante. Agatha Christie non desta sospetti. Anzi, mostra di apprezzare molto la sua permanenza, unendosi spesso alle danze e all’intrattenimento. Alla fine, viene riconosciuta da un suonatore di banjo dell’hotel, Bob Tappin, che allerta la polizia. Quando Archie il 14 dicembre va a prenderla, Agatha sembra non riconoscerlo, facendolo aspettare nella hall dell’albergo mentre lei finisce di vestirsi per la cena.
Finzione o vera amnesia?
Recentemente, il biografo Andrew Norman crede di aver scoperto la vera ragione della sua scomparsa usando casi di studio medici. Secondo la sua ricostruzione, Agatha avrebbe potuto soffrire di una condizione medica rara ma sempre più riconosciuta nota come “stato di fuga”, ovvero amnesia extracorporea indotta dallo stress. Non lo sapremo mai con certezza. Certo è che, profondamente gelosa della sua privacy, da quel momento in poi Agatha ha sempre rifiutato di parlare di questa vicenda con amici o familiari e si è portata il suo segreto nella tomba. La fuga e il ritrovamento, tuttavia, non cambiano lo stato delle cose. Agatha e Archie rimangono separati; lei vive con Rosalind e il suo segretario Carlo a Londra e segue una terapia psichiatrica in Harley Street. Avendo bisogno di soldi e incapace di produrre nuovo materiale, il cognato Campbell Christie suggerisce di combinare i racconti di Poirot scritti per la rivista The Sketch, creando così nel 1927 The Big Four (Poirot e i quattro). Finalmente, accettando che il suo matrimonio sia finito, concede il divorzio ad Archie l’anno dopo, nel 1928. Agatha fugge immediatamente con Rosalind dall’Inghilterra verso le Isole Canarie, dove finisce The Mystery of the Blue Train (Il mistero del treno azzurro), il libro con cui aveva lottato mentre piangeva sua madre. Forse anche per questo, Agatha ha sempre definito questo romanzo “il peggior libro che abbia mai scritto“.
1929 – 1938, Agatha rinasce
Nell’autunno del 1928 Agatha realizza uno dei suoi sogni segreti, viaggiare sull’Orient Express. L’occasione nasce una sera da una conversazione casuale e Agatha non se la lascia scappare. In quel momento, la scrittrice ha già deciso che una vacanza solitaria nelle Indie Occidentali potrebbe aiutarla a riprendersi dalla rottura. Ma due giorni prima di partire, cena a casa di un amico a Londra e qui incontra una coppia che è appena tornata da Baghdad. Rimane così affascinata dai racconti sul Medio Oriente e delle scoperte sensazionali dell’archeologo britannico Leonard Woolley. Allora, il modo più semplice per raggiungere quei posti era il battello a vapore. Oppure c’era un’altra opzione: l’Orient Express, il treno che portava i viaggiatori a Baghdad via Istanbul. Il giorno seguente la scrittrice annulla il suo biglietto per la Giamaica e ne compra uno per Baghdad. Parte per Baghdad e da lì arriva nel sito archeologico di Ur, dove fa amicizia con i Wolley, Leonard e sua moglie Katherine, gli archeologi che gestiscono lo scavo. Katharine è una fan della Christie e le due donne fanno subito amicizia. Tornata in Inghilterra, Agatha invita i Woolley nella sua casa di Londra. I coniugi, a loro volta, la invitano a unirsi a loro per la successiva campagna di scavi a Ur. La Christie è ben felice di accettare e nel 1930 torna nel luogo che l’aveva tanto stregata. L’anno precedente, nel 1929, è uscito The Seven Dials Mystery (I sette quadranti), con di nuovo protagonista il sovrintendente Battle.
Il 1930, un altro anno epocale
Il 1930 è un altro anno fondamentale nella vita di Agatha Christie. Innanzitutto, a Ur incontra il venticinquenne Max Mallowan, che lavora come apprendista archeologo. Katherine Woolley gli chiede di mostrare i siti ad Agatha e la visita guidata diventa per entrambi una scintilla d’amore. I due diranno successivamente di aver trovato la compagnia dell’altro rilassante. Max chiede la mano di Agatha l’ultima sera della sua visita alla casa di famiglia di Ashfield e i due si sposano l’11 settembre 1930 nella chiesa di St Cuthbert a Edimburgo. Piccolo particolare curioso: Agatha, con un vezzo tutto femminile, ritocca leggermente verso il basso la sua età nel nuovo passaporto richiesto per la luna di miele. Max torna per l’ultima volta e da solo allo scavo dei Woolley, mentre Agatha fa ritorno a Londra per scrivere. Inizia così una routine di spostamenti abituale e soddisfacente per entrambi: trascorrono le estati ad Ashfield con Rosalind, il Natale con la famiglia della sorella di lei ad Abney Hall, il tardo autunno e la primavera agli scavi e il resto dell’anno a Londra o nella loro casa di campagna a Wallingford, Oxfordshire. La loro relazione è stata fortemente cementata dall’amore per i viaggi.
Arrivano Miss Marple…
Sempre nel 1930, appare per la prima volta il suo personaggio di maggior successo insieme a Poirot, che esordisce in The Murder at the Vicarage, La morte nel villaggio Miss Marple. Miss Marple ribalta completamente la figura del detective fin lì scelta dai giallisti: innanzitutto è la prima donna a svolgere indagini, e poi è zitella, anziana, provinciale, impicciona e astuta. E’ l’antitesi perfetta a personaggi famosi dell’epoca, come per esempio Sherlock Holmes o Maigret.
…e Mary Westmacott
Ed è ancora nel 1930 che Agatha si trasforma in Mary Westmacott, scrivendo il suo primo romanzo d’amore con questo pseudonimo, Giant’s Bread (Il pane del gigante). In seguito, per i romanzi d’amore userà sempre il nome di Mary Westmacott.
La fabbrica di salsicce (!)
Dopo un triennio di minore produzione, in termini di quantità, dal 1934 in poi di regola Agatha scrive due o tre libri l’anno, alimentando senza sosta quella che lei stessa ha definito una “sauge machine”, cioè una “una fabbrica di salsicce”. Nel triennio 1931-33 escono in sequenza The Sittaford Mystery (Un messaggio dagli spiriti, 1931) e due ritorni di Poirot, Peril at End House (Il pericolo senza nome, 1932) 1933 e Lord Edgware Dies (Se morisse mio marito). Nel 1934 esce Why Didn’t They Ask Evans? (Perché non l’hanno chiesto a Evans?), un giallo ingegnoso risolto da investigatori dilettanti, che purtroppo non hanno avuto chance in un giallo successivo. Sempre del 1934 è il secondo titolo come Mary Westmacott, Unfinished Portrait (Ritratto incompiuto).
L’influenza dei viaggi in Medio Oriente
La vita di Agatha, intanto, scorre tranquilla. Quando Max è a casa, di solito scrive un capitolo o due durante le mattinate tranquille ed esce il pomeriggio e la sera. L’atmosfera del Medio Oriente non l’ha mai abbandonata ed è grazie ai suoi numerosi viaggi che abbiamo potuto leggere capolavori come Murder on the Orient Express (Omicidio sull’Orient Express, 1934), Murder in Mesopotamia (Non c’è più scampo, 1936), Death on the Nile (Poirot sul Nilo, 1937), Appointment with Death (Appuntamento con la morte, o La domatrice, 1938) e They Came to Baghdad (Il mondo è in pericolo, 1951), così come diverse storie brevi scritte proprio in questo periodo. In contemporanea, Agatha pubblica un libro dietro l’altro, lasciando molto spazio alle avventure di Hercule Poirot, che non piace a lei ma il pubblico adora. Escono uno dopo l’altro: Three Act Tragedy (Tragedia in tre atti) e Death in the Clouds (Delitto in cielo) nel 1935, The A.B.C. Murders (La serie infernale), Murder in Mesopotamia (Non c’è più scampo) e Cards on the Table (Carte in tavola) nel 1936, Dumb Witness (Due mesi dopo) e Death on the Nile (Poirot sul Nilo) nel 1937, Appointment with Death (Appuntamento con la morte, o La domatrice) e Hercule Poirot’s Christmas (Il Natale di Poirot) nel 1938. Dumb Witness (Due mesi dopo) dopo è l’ultimo romanzo in cui vediamo comparire Hastings, prima dell’atto finale compiuto con Curtain (Sipario) quasi quarant’anni dopo.
1939 – 1945, di nuovo la guerra
La seconda guerra mondiale vede Max impegnato al Cairo, mentre Agatha rimane in Inghilterra, scrivendo e facendo volontariato al Dispensario dell’University College Hospital di Londra. Il ritmo dei romanzi pubblicati non subisce battute d’arresto, nonostante le difficoltà legate al nuovo conflitto. Anzi, in questo periodo Agatha produce alcuni dei titoli di maggior successo, alimentando quella fabbrica di salsicce con cui ironicamente chiamava i suoi lavori. Escono quindi Murder Is Easy (È troppo facile) e, soprattutto, Ten Little Niggers, o And Then There Were None (Dieci piccoli indiani, o…e non ne rimase neanche uno) nel 1939. Quest’ultimo, ha fatto di lei la scrittrice più venduta di tutti i tempi e tradotta in più di 50 lingue. “Era così difficile da realizzare“, ha scritto, “che l’idea mi ha affascinato.” L’idea è stata poi replicata da innumerevoli scrittori e sceneggiatori, ma all’epoca si tratta di una vera e propria rivoluzione del genere. Dieci persone vengono invitate da uno sconosciuto a passare un fine settimana su un’isola non collegata alla terraferma, al largo della costa del Devon, e tutti loro hanno commesso qualche colpa nel passato. Qualcuno riuscirà a salvarsi da un assassino determinato a farli fuori tutti?
Seguono Sad Cypress (La parola alla difesa) e One, Two, Buckle My Shoe (Poirot non sbaglia) nel 1940. Evil Under the Sun (Corpi al sole) e N or M? (Quinta colonna) nel 1941. The Body in the Library, Five Little Pigs e The Moving Finger (C’è un cadavere in biblioteca, Il ritratto di Elsa Greer e Il terrore viene per posta) nel 1942. Towards Zero e Death Comes as the End (Verso l’ora zero e C’era una volta) nel 1944. Sparkling Cyanide (Giorno dei morti) nel 1945.
1946 – 1973, verso il tramonto
Con il ritorno di Max alla fine della guerra, Agatha diviene meno prolifica e si gode i frutti del suo successo, anche economico. Nel 1946 torna Poirot in The Hollow (Poirot e la salma). Alla fine dello stesso anno, un recensore americano scopre e rivela la vera identità di Mary Westmacott. La regina del giallo subisce il contraccolpo, perché rimpiange la libertà perduta di scrivere senza la pressione di essere Agatha Christie. Gli anni ’40 e ’50, inoltre, la vedono impegnata nelle riduzioni teatrali dei suoi lavori, e il tempo dedicato alla sua fabbrica di salsicce diventa sempre meno. Nel 1947 quando chiedono alla regina Mary, cosa desideri come regalo di compleanno per i suoi ottantanni, la regina risponde “una commedia radiofonica di Agatha Christie”, una delle sue autrici preferite.
Tre topolini ciechi
Detto, fatto: la commedia radiofonica Three Blind Mice (Tre topolini ciechi) fu trasmessa per la prima volta sulla BBC nel 1947. L’anno successivo, Agatha Christie adattò il testo radiofonico facendolo diventare un racconto breve, che viene publbicato su Cosmopolitan e successivamente negli Stati Uniti con il nome nella collezione statunitense Three Blind Mice and Other Stories (Tre topolini ciechi e altri racconti). Il racconto non è mai stato pubblicato nel Regno Unito per l’insistenza della stessa Christie sul fatto che non dovrebbe scontrarsi con l’adattamento teatrale del 1952, The Mousetrap (Trappola per topi). Secondo la scrittrice, finché l’adattamento avesse funzionato nel West End di Londra (come ha fatto per oltre 60 anni), il racconto non doveva essere pubblicato. The Mousetrap è ancora oggi in scena nel West End. Nel 1971, inoltre, le viene assegnata la massima onorificenza concessa dalla Gran Bretagna a una donna: il D.B.E., Dama dell’Impero Britannico.
1948 – 1973, i romanzi
1948 Taken at the Flood (Alla deriva), 1949 Crooked House (È un problema), 1950 A murder is announced (Un delitto avrà luogo), 1951 They Came to Baghdad (Il mondo è in pericolo), 1952 Mrs McGinty’s Dead (Fermate il boia) e They Do It with Mirrors (Miss Marple: giochi di prestigio), 1953 After the Funeral (Dopo le esequie) e A Pocket Full of Rye (Polvere negli occhi), 1954 Destination Unknown (Destinazione ignota), 1955 Hickory Dickory Dock (Poirot si annoia), 1956 Dead Man’s Folly (La sagra del delitto), 1957 4.50 from Paddington (Istantanea di un delitto), 1958 Ordeal by Innocence (Le due verità), 1959 Cat Among the Pigeons (Macabro quiz), 1961 The Pale Horse (Un cavallo per la strega), 1962 The Mirror Crack’d from Side to Side (Assassinio allo specchio), 1963 The Clocks (Sfida a Poirot), 1964 A Caribbean Mystery (Miss Marple nei Caraibi), 1965 At Bertram’s Hotel (Miss Marple al Bertram Hotel), 1966 Third Girl (Sono un’assassina?), 1967 Endless Night (Nella mia fine è il mio principio), 1968 By the Pricking of My Thumbs (Sento i pollici che prudono), 1969 Hallowe’en Party (Poirot e la strage degli innocenti), 1970 Passeggero per Francoforte (Passenger to Frankfurt), 1971 Nemesis (Miss Marple: Nemesi), 1972 Elephants Can Remember (Gli elefanti hanno buona memoria) 1973 Postern of Fate (Le porte di Damasco).
L’ultima apparizione
L’ultima apparizione pubblica risale al 1974, quando presenzia all’anteprima della versione cinematografica di Omicidio sull’Orient Express, con Albert Finney nei panni di Hercule Poirot. La scrittrice lo giudica un buon adattamento, lamentandosi solo del fatto che i baffi di Poirot non siano abbastanza “lussuosi”.
Il testamento di Agatha
Dopo una carriera di enorme successo e una vita felice, Agatha muore pacificamente il 12 gennaio 1976. È sepolta nel cimitero di St Mary’s, a Cholsey, vicino a Wallingford. Questa signora eccentrica e dalla vita avventurosa, anche nel testamento non manca di riservare delle sorprese. Dal 1945 teneva chiuso nel cassetto Curtain: Poirot’s Last Case (Sipario), romanzo in cui Poirot esce definitivamente di scena, dopo essere tornato a Styles, dov’era ambientato il primo romanzo in cui appare, per risolvere un ultimo caso. Sipario avrebbe dovuto essere pubblicato solo dopo la dipartita della penna creatrice. Invece, viene pubblicato nel 1975, solo qualche settimana prima della morte di Agatha. Perché? Forse perché Agatha lo odiava così tanto da essersi voluta togliere un’ultima soddisfazione prima di lasciare questa terra?
Addio, Miss Marple
Il testamento prevedeva anche la pubblicazione di un romanzo postumo in cui Miss Marple dicesse addio ai suoi innumerevoli fan. Le volontà sono state rispettate con la pubblicazione di Sleeping Murder (Addio Miss Marple) nove mesi dopo la morte della celebre autrice. Se è vero che dietro la mite Miss Marple si nascondesse l’acutissima Agatha, è chiaro che questo romanzo non avrebbe mai potuto essere dato alle stampe prima della morte dell’originale vivente. Ma quando è stato scritto l’Addio? Nella sua autobiografia, Agatha fa pensare che sia stato scritto insieme a Sipario durante la guerra. Il regista John Curran, che ha pubblicato due libri basati sui quaderni segreti di Agatha, mette in dubbio questa versione, affermando che sarebbe stato scritto molto tempo dopo. A chi dobbiamo credere? Alla regina dell’inganno o a un suo estimatore? Secondo voi? Agatha non si sarà divertita con una sua personale Trappola per topi scrivendo quella che noi pensiamo sia la sua autobiografia, mentre in realtà architettava una delle sue geniali storie?
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