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Sex & the City – Candace Bushnell

Anni fa avevo provato a leggere Sex & the City di Bushnell e non mi era piaciuto. L’anno scorso l’avevo trovato in una minuscola stanza per il bookcrossing di Boscastle, in Cornovaglia, ma non avendone un altro da lasciare ho preferito non prenderlo. Il mese scorso mi è ricapitata un’altra copia che mi guardava dal banco di un mercatino. L’ho sfogliata e mi sono resa conto che qualche furbetto ha pensato bene di vendere un libro libero, cioè destinato al bookcrossing, per ricavarci qualcosa. L’ho comprato solo per restituirgli la sua libertà e lasciarlo in altri spazi destinati al bookcrossing, però poi è arrivato il momento di partire per New York: quale migliore compagnia delle quattro ragazze per un viaggio nella Grande Mela? Ho colto quindi la Mela e l’occasione per rileggerlo. Vi dirò…ho cambiato radicalmente opinione.

Trama 

Un po’ soap opera, un po’ studio sociologico, un po’ scorpacciata di gossip e un po’ corso accelerato di flirt. La rubrica del “New York Observer” Sex and the City, che ha inspirato un serial TV di successo in tutto il mondo, è diventata un libro. Un racconto a puntate sulla società degli anni Novanta che descrive con spudoratezza la vita sessuale, i vizi, i sentimenti maligni e sotterranei della High society americana. Per scrivere i suoi pezzi, la Bushnell ha condotto ricerche sul campo insinuandosi come una spia negli ambienti presi di mira. Risultato: il libro sulla vita, il sesso e gli amori dei nostri giorni. Un resoconto che Bret Easton Ellis ha definito “irresistibile e al tempo stesso inquietante”.

Libro o serie tv?

Ok, penso che tutte o quasi abbiamo visto la serie tv. Chi l’ha creata e realizzata è un vero genio, secondo me. Sul libro, invece, i pareri sono più discordanti e possiamo dire con quasi certezza che alla maggioranza non è piaciuto perché troppo distante dall’atmosfera patinata del telefilm. Invece, io che sono una grandissima fan della serie da sempre, dico che proprio chi ha amato Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte si divertirà a rintracciare similitudini e differenze, scoprendo che alla fin fine i due prodotti non sono poi tanto diversi come sembrano! Ma andiamo con ordine…

Carrie, Miranda, Samantha e…Charlotte?

Intanto il poker nel libro non c’è, nel senso che Charlotte quasi non c’è. Nel romanzo, Charlotte è l’inglese che arriva a New York convinta di trovare l’amore e invece riceve un due di picche. E’ in una delle prime puntate della serie e all’inizio del primo, ma poi in entrambi i casi sparisce. Miranda è una produttrice televisiva, non un avvocato, e anche lei non troppo presente. Samantha invece è identica, nel libro e nella serie. Samantha è Samantha, non c’è niente da fare. Con Carrie, che conquista spazio nella seconda parte del libro, c’è un rapporto di amore-odio. Curiosamente, quasi quello che c’è davvero tra le due attrici che le hanno portate sullo schermo. Mr Big è…Mr Big. Affascinante come nella serie e innamorato di Carrie. Ci sarà anche qui un matrimonio? Chissà, non faccio spoiler per chi deve ancora leggerlo. C’è però il commento della scrittrice, che in un’intervista ha rivelato l’unico motivo per cui Carrie e Big non si sono lasciati, ovvero che lui piaceva tanto alle telespettatrici. Non c’è niente da fare, l’uomo bello, ricco e infido è sempre piaciuto e sempre piacerà.

Carrie

Il personaggio di Carrie, dicevamo sopra, conquista spazio nella seconda parte del romanzo. Prima, la scrittrice vuole farci entrare in un ambiente che ai più rimane sconosciuto, quello del jet set, prevalementemente artistico, e della varia umanità che gli gira intorno. Persone che vivono alla giornata, sognando e vivendo una vita al di sopra delle proprie possibilità, che spesso finisce con il matrimonio e un ritorno in provincia. New York è presentata come una città dura, cinica, eppure vivace e stimolante. Una città dove una giornalista che aspira alla carriera, come Carrie, può ritrovarsi senza soldi e senza mobili, a dormire per terra su un letto rimediato. Carrie è completamente diversa da come appare nella serie: inconcludente, spesso ubriaca, sboccata. Alla fine, oserei dire più interessante della scrittice che spende tutti i suoi guadagni in scarpe, però ugualmente urticante. Anche il libro contraddice I diari di Carrie, la serie sugli anni dell’adolescenza, perché qui c’è addirittura una famiglia e il ritorno a casa, con Big!, per le vacanze. Incredibile, vero?

New York

Sto per raccontarvi il mio ultimo diario di bordo nella città che non dorme mai, quindi qui anticipo solo che la New York di Candace Bushnell e di Sex and the City, il libro, è lontana anni luce da quella che vediamo nei film di Natale. E quella che ho visto io? Continuate a seguire Penna e Calamaro e saprete tutto.

Sex and the City tour in 62 tappe tra New York e Parigi!

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Sex and the City tour: An (American) Girl In Paris

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Bath Oliver biscuits con pasta madre

Dopo il cornish cream tea, eccomi alle prese con un’altra ricetta in tema con il viaggio letterario Sulle tracce delle grandi scrittrici che mi ha elettrizzato quest’estate e che continua a regalarmi soddisfazioni, anche in ambito culinario. Durante la visita al Jane Austen Centre di Bath, ho assaggiato i famosi, ma questo l’ho scoperto dopo, Bath Oliver biscuits. Mi sono piaciuti, si chiamano biscotti ma sono crackers salati e croccanti, che ho deciso di rifare una volta tornata a casa. Ovviamente, come tutte le ricette tradizionali che si rispettino, la ricetta originale è segreta, ma non mi sono scoraggiata e ho provato lo stesso a farli, usando la pasta madre invece del lievito di birra.

La storia della loro origine è curiosa e misteriosa

In linea con la tradizione britannica sulle leggende. Sembra che l’inventore dei Bath Oliver biscuits sia un medico che esercitò a Bath di nome William Oliver. Li utilizzò per la prima volta intorno al 1750 e alla sua morte lasciò la ricetta al suo cocchiere, il signor Atkins, insieme a 100 sterline e dieci sacchi di ottima farina. Atkins si rivelò un uomo d’affari con il fiuto, perché senza perdere tempo si arricchì commercializzando il prodotto per poi rivendere al miglior offerente. Oggi i Bath Oliver vengono prodotti da una multinazionale e molti inglesi sono convinti che il vero biscotto si sia snaturato, diventando di fatto un cracker a basso costo. In realtà nacquero perché Oliver curava i suoi pazienti affetti da reumatismi con i Bath buns, sempre di sua invenzione (saranno state le sue origini corniche a dargli tutta questa inventiva?). Col tempo, però, si accorse che i pazienti guarivano dai reumatismi, ma tendevano a ingrassare perché i buns erano molto calorici! Quindi decise di sostituire i buns con i biscuits, più leggeri in tutti i sensi.

A cosa si abbinano

Sia come sia, ho provato a farli e sono venuti proprio bene, oltre le mie aspettative, considerando che online non ho trovato nessuna ricetta certa e, soprattutto, neanche una che prevedesse pasta madre come lievito. Quindi posso affermare con orgoglio di essere una pioniera :). Ve li consiglio perché sono molto versatili. Infatti sono buoni da bath oliversoli, come crackers, ma anche in abbinamento a formaggi, pesce, salumi o creme per un antipasto diverso dal solito. La ricetta originale prevede il lievito di birra secco, che io però ho sostituito con la mia mother, variando di conseguenza le proporzioni di farina, latte, burro e pasta madre non seguendo alla lettera la conversione, ma adattandoli al risultato che speravo di ottenere. Se preferite, ahimè, il lievito di birra, basterà riconvertire il tutto e vedrete che riuscirà bene lo stesso.
Provateli e poi fatemi sapere se vi piacciono!

Ingredienti per 25 biscuits + ritagli:

Lievito naturale (anche esubero), 48 gr.
Farina 00, 308 gr. (io Molino Gatti)
acqua, 30 gr.
burro, 50 gr.
latte, 134 gr.
sale, 5 gr. (facoltativo)

Procedimento:

Sciogliete il burro nel latte a fuoco minimo, spegnendo appena il burro inizia a sciogliersi. Fatelo subito, senza aspettare che il burro si sciolga tutto. Continuerà a sciogliersi da solo e così accorcerete i tempi per intiepidirlo prima di unirlo al resto.
Nel frattempo, mescolate acqua e pasta madre, finché quest’ultima non si sia sciolta completamente. Aggiungete quindi metà farina e mescolate bene, coprite e lasciate riposare per 15 minuti.
Successivamente, unite gradualmente il mix di latte e burro, il resto della farina e il sale e formate una palla. Impastate finché l’impasto non sia liscio, non ci vorrà più di qualche minuto. Dopodiché, mettetelo in una ciotola pulita e coprite bene, lasciandolo riposare per circa 30 minuti. Intanto, preriscaldate il forno a 160 gradi.
Rovesciate l’impasto sulla spianatoia infarinata e con il mattarello formate un rettangolo di circa 2 cm di spessore. Fate pieghe a tre per 8 volte, lasciando riposare la pasta ogni 2-3 pieghe o quando noterete che oppone resistenza all’appiattimento.
Alla fine, assottigliate l’impasto il più possibile, più o meno a 5 mm di spessore, quindi con una formina o con una tazza grande, formate tanti cerchi grandi. Invece di impastare di nuovo i ritagli, potete tagliarli a quadretti o dargli le forme che preferite e cuocerli così come sono, usandoli come spezzafame.
Disponete i Bath Oliver biscuits sulla teglia, bucateli bene con una forchetta altrimenti in cottura gonfieranno, spennellateli leggermente d’acqua e spargete sopra un po’ di sale a fiocchi se ne avete, o sale fino in sostituzione.
Cuocete per circa 30 minuti, o anche qualche minuto in più, finché non appaiano dorati e croccanti. Una volta sfornati, lasciateli raffreddare su una gratella e conservateli in un contenitore ermetico. Quanto durano? Non lo so, da me sono durati lo spazio di una serata.
Ah! Avercene di medici così oggi, che capiscono quanto sia importante la cura della psiche per la guarigione! 🙂
Nota sul sale: ho dimenticato di inserirlo nell’impasto e l’ho messo solo sopra. I Bath Oliver biscuits sono ottimi anche così e quindi vi suggerirei di inserirne giusto un pizzico e lasciare il resto per la spolverata finale. La prossima volta proverò senza sale, secondo me è meglio lasciarli neutri quando si usano come base per una farcitura.
bath oliver biscuits

Curiosità:

I Bath Oliver biscuits sono anche in Bridgerton, la prima serie, su Netflix. Appaiono proprio nella prima puntata, quando Lord Berbrooke va a fare visita ai Bridgerton per fidanzarsi con Daphne. Lui entra in stanza e Lady Bridgerton gli chiede di servirsi liberamente dei “biscotti appena sfornati). Lui ne prende uno in mano e, se guardate attentamente, vedrete che è proprio un biscotto di Bath, località dove è ambientata la serie.

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