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Piccoli limoni gialli – Kajsa Ingemarsson

Per l’ultimo scampolo di ombrellone ho scelto un romance svedese, Piccoli limoni gialli di Kajsa Ingemarsson. Mi è piaciuto il titolo e il colore della copertina, che ho trovato particolarmente rilassante. La storia, invece, si è rivelata un po’ aspra e lascia un retrogusto di amaro in bocca. Proprio come i limoni.

Trama

Agnes ha tutto ciò che si può desiderare: un lavoro che adora; un fidanzato bello e innamorato; una famiglia amorevole e sempre pronta a sostenerla. Nel giro di poche ore, però, tutto il suo mondo crolla: il capo la molesta e la licenzia in tronco; il fidanzato la molla; i genitori hanno brutte notizie. Come reagire? Non resta che rimboccarsi le maniche e ricominciare. Magari proprio da un piccolo ristorante che porta nel freddo della Svezia il profumo degli agrumi. 

A Stoccolma non fila tutto liscio

Stavolta siamo a Stoccolma, dove vive Agnes, e in un paesino di provincia tutto casette a schiera e fabbrica che dà da mangiare a tutti. Agnes per la sua vita ha deciso altrimenti. Via da mamma e papà e tuffo nella grande città. All’inizio le cose vanno bene: lavora come maître in un famoso ristorante francese, però perde il lavoro nel tentativo di placare le avance moleste del titolare. Ne vorrebbe parlare con suo fidanzato rockettaro, ma  lui le comunica laconicamente che le ha preferito la corista del gruppo. O meglio, che ha preferito la sua misura di reggiseno. Agnes è disoccupata e preoccupata per le rate del mutuo. I genitori non possono aiutarla perché nei guai pure loro, la sua migliore amica alcolista è in preda ai demoni e un nuovo vicino di casa timido la innervosisce. Ecco che allora arriva Kalle, un vecchio amico, a soccorrerla. Agnes vorrebbe lavorare per lui nel ristorante di cucina mediterranea che sta aprendo? E’ proprio Agnes a trovare il nome al ristorante. Così come aiuta Kalle nella scelta di arredi e stoviglie. Tutto sembra andare per il verso giusto, ma la ruota della (s)fortuna sta per girare ancora. 

Si chiamerà Piccoli limoni gialli

Parto dall’aspetto che mi è piaciuto di più: il titolo. Piccoli limoni gialli fa riferimento a una canzoncina svedese che parla dell’Italia e dei suoi limoni. Quindi, nome perfetto per un ristorante di cucina mediterranea. Mi piace anche la filosofia del locale e delle persone che ci lavorano: cibo semplice e cucinato bene, atmosfera rilassante. Proprio quello che cerco io quando mangio fuori. Ho trovato interessanti soprattutto alcuni aspetti della società svedese per me totalmente inaspettati. Per esempio, che ci siano anche lì persone che lavorano in nero, che l’ufficio di collocamento funzioni ma sia comunque criticato dai lavoratori, che il fenomeno delle imprese che chiudono e trasferiscono le produzioni all’estero è vivo e vegeto persino nel nord Europa. Inoltre, ho invidiato gli abitanti di Stoccolma, perché chi ci abita non ha bisogno di possedere un’automobile, un aspetto sempre più importante nella vivibilità di una città.

Agnes fredda come una polpetta

Insomma, ho apprezzato gli elementi di contesto sociologico. Un po’ meno la storia in sé. È stata piacevole e tranquilla fin circa a 3/4 del romanzo, poi ha cominciato a mancare qualcosa. Agnes più che mancante di autostima come dice lei stessa, mi è sembrata fredda come una polpetta dell’Ikea, più preoccupata di tenere in ordine casa e la vita che di viverla, questa benedetta vita. Talmente preoccupata per il padre da affermare di sentirsi in colpa, ma di non avere proprio tempo di andarlo a trovare perché a casa con lei c’è il fidanzato…??? Ma santo cielo, con quello che gli è successo! Temi importanti come alcolismo e disoccupazione vengono solo sfiorati, quasi buttati lì per riempire le pagine. La tragedia poi: era proprio, proprio necessaria? È servita ad Agnes per…? Non si sa. Il vicino di casa: che ha fatto di male quel poveretto? E’ schivo e non cura l’abbigliamento, ascolta musica e mangia da solo al ristorante. Praticamente una perla di ragazzo. Perché, cara Agnes, senti il bisogno di aggredirlo? Ho capito: sarà l’acido citrico dei limoni quello che tiri fuori ogni volta? 🙂 Chiudo con un finale troppo, troppo striminzito per chiudere il romanzo soddisfatta.

p.s. una domanda per Kajsa Ingemarsson. Giuro, è una curiosità: si può dire al vicino che ha pessimi gusti musicali perché ascolta i Pink Floyd? Ragazzi, ma scherziamo? I Pink Floyd! Cioè una delle più grandi band che il mondo abbia mai conosciuto! Agnes avrebbe dovuto sdraiarsi come un tappetino davanti alla sua porta dopo aver ascoltato! 😀 😀

Altri romance in cucina 

Gli ingredienti segreti dell’amore – Nicolas Barreau

I love Capri – Flumeri&Giacometti

A neve ferma – Stefania Bertola

Una sorpresa sulla Fifth Avenue – Allison Winn Scotch

Una sorpresa sulla Fifth Avenue, di Allison Winn Scotch. Di nuovo sul filone dell“E se…?” alla sliding doors. Stavolta, una mamma trentenne prova talmente tanto rimpianto per la sua vita precedente da ritrovarvici dalla sera alla mattina. Sette anni svaniti nel nulla. Riuscirà a cambiare il futuro? 

Trama

La vita di Jillian è perfetta e patinata come le riviste che divora. È sposata con un avvocato ed è madre di un’adorabile bimba di un anno e mezzo. La sua sembrerebbe una famiglia da pubblicità. Eppure… quando riceve la notizia dell’imminente matrimonio del suo ex rimane turbata e non riesce a evitare di porsi una domanda molto pericolosa: come sarebbe la mia vita se avessi fatto una scelta diversa? Ed è proprio quel che capita a Jillian quando si sveglia nel suo vecchio appartamento di Manhattan, pronta a recarsi al suo divertente lavoro di un tempo. E soprattutto a incontrare il fidanzato di allora, Jackson. Jillian è finalmente libera di cambiare tutta la sua vita. Ma è quello che vuole davvero?

Attenzione a quel che desideri

Careful what you wish for; attenzione a quel che desideri, dice il saggio, perché potresti ottenerlo. Ed è quello che capita alla protagonista di questo romanzo. All’inizio sembra una via di mezzo tra una casalinga disperata e una depressa cronica. In soli due anni di matrimonio, lei e il marito sono già arrivati a un punto di rottura, senza neanche dirselo. L’unico momento in cui si rianima è quando viene a sapere che il suo ex sta per sposarsi. Boom! Tutta la sua vita apparentemente perfetta crolla in un istante e Jillian si risveglia…a casa del suo ex!

Sette anni cancellati 

Dalla quale casa sembra non essersi mai allontanata. Qui il romanzo di Allison Winn Scotch secondo me comincia a mostrarsi un po’ inverosimile. D’accordo che fuggire dal suo matrimonio e da una vita di mamma a tempo pieno era esattamente il suo desiderio, ma mi sarei aspettata come minimo uno shock, un balzo fuori dal letto quando lui si avvicina, una lacrimuccia per questa figlia dispersa nel cosmo. Oppure, una ricerca seppur minima di come questo balzo nel tempo sia potuto accadere. Invece niente, come se quei sette anni fossero stati cancellati con lo smacchiatore. Possibile?

Ciao ciao Katie

Nonostante questo inizio con un grande punto interrogativo, la storia imbastita da Allison Winn Scotch poi prosegue con fluidità. A questo punto, sapere come e se Jillian uscirà da questo ritorno nel passato diventa l’unico motivo per andare avanti. Perché Jackson e la sua mammina sono meno che simpatici, il marito è di una razionalità esasperante, lei si dibatte senza grande convinzione e le storie parallele degli amici a un certo punto si perdono per strada. L’unica, poveretta, che non può mandare a quel Paese nessuno è Kate, la figlia, abbandonata senza rimpianti come lei era stata abbandonata dalla madre. Anche qui, senza grandi spiegazioni o introspezione, che invece avrebbe dato un senso alla storia raccontata. Quindi, mi sono avviata al finale sapendo già quello che sarebbe successo, ma senza tifare per nessuno.

Time of My Life

Chiudo con due note. La prima, sul titolo italiano. C’è effettivamente una sorpresa sulla quinta, ma perché non chiamarlo come l’originale, Time of My Life, Il momento più bello della mia vita? In fondo, questa “sorpresa” è un po’ amara, ma non è alla fine il vero centro della vicenda. La seconda, è su una distrazione che incontrerete leggendo. A un certo punto della storia, il momento in cui il marito le annuncia che farà carriera viene descritto in un modo. Circa duecento pagine dopo, in tutt’altro. Quale la verità? E perché sembra quasi un errore di revisione, più che una scelta voluta?

Se l’avete letto ditemi, che ne pensate? Vi è piaciuto? E avete avuto mai voglia di tornare nel passato, dai vostri ex, per riscrivere il futuro?

Altri titoli “E se…?”

Inganni – Judith Michael

Inganni – Judith Michael

Oggi ho riesumato dallo scaffale dei romance vintage uno dei pezzi migliori in mio possesso. Ha davvero tutto quello che chiedo a un libro del genere: personaggi tondi, vicende misteriose, descrizioni accattivanti, una storia d’amore intrigante, paesaggi che facciano battere il cuore e una copertina curata. In questo romanzo del 1982 non ci sono Inganni, a dispetto del titolo, perché Judith Michael mette in scena un film che funziona e che, a distanza di anni da quando l’ho letto, ricordo ancora perfettamente.

Trama 

Stephanie e Sabrina sono due gemelle identiche nell’aspetto, ma totalmente diverse come carattere e stile di vita. La prima è sposata con un professore universitario e fa la casalinga in una provincia americana, la seconda è una famosa antiquaria, single, che vive a Londra. Quando, dopo anni, il matrimonio sembra andare a rotoli, Stephanie va in Cina con la sorella, in occasione di un viaggio organizzato dall’Associazione Internazionale degli Antiquari. E’ l’occasione per entrambe di parlare di quello che sta succedendo nelle loro vite. Stephanie, da sempre affascinata dalla vita della sorella, racconta dei suoi problemi con il marito. Sabrina, invece, è alle prese con una brutta gatta da pelare nel suo negozio. Le due sorelle decidono così, quasi per gioco, di scambiarsi i ruoli per una settimana. Ciascuna vivrà la vita dell’altra: è l’inizio di un inganno con cui rischieranno di scottarsi seriamente…

Non si gioca con i sentimenti

E se? Vi siete mai fermati a pensarci? Sicuramente sì. Ora immaginate: e se la vita che avrei voluto la vivesse la mia gemella? In fondo cosa c’è di male a scambiarsi il posto per un po’? Da piccole lo facevano sempre. Eppure, hanno pensato a tutto, ai dettagli più insignificanti, ma non all’aspetto più importante. Non si gioca con i sentimenti degli altri e neanche con i propri se è per questo. Ecco che allora il piano di Sabrina e Stephanie fallisce clamorosamente. Nessuna delle due aveva previsto che la vita dell’altra le sarebbe piaciuta tanto. Così tanto da non voler più tornare indietro, forse.

L’erba del vicino è più morbida?

Le storie delle protagoniste femminili sono entrambe accattivanti, ma è chiaro che è più facile capire Stephanie che non Sabrina. Sabrina conduce una vita scintillante, internazionale, agiata. Stephanie organizza grigliate per gli amici e mette in fila la famiglia prima di uscire la mattina. Quale delle due è più faticosa? La seconda, diremmo tutti. Sarà davvero così? Oppure anche l’oro può diventare opaco se non lucidato a dovere? E poi, chi può dire se l’erba del vicino è più morbida, oltre che più verde, se non ci ha mai camminato sopra?

Non può finire così

Non vi dico altro per non svelare troppo della trama, in cui non mancano misteri e colpi di scena. Dico solo che nello scaffale di un’amante dei romance questo titolo non può mancare. Anche se mi sono accorta che, ahimé, nel mio di scaffale manca il seguito. Non sapevo neanche che esistesse, ma dovrò colmare questa lacuna al più presto. Inganni, infatti, fa parte di una duologia (Deceptions #1 e #2) che si chiude con La tela del mistero, arrivato nel 1994 a dodici anni di distanza del primo. Evidentemente i due autori, Judith Michael è uno pseudonimo sotto il quale si celano i coniugi Judith Barnard e Michael Fain, la pensavano come i lettori. Non può finire così. 

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Neve sul lago – Susan Wiggs

Vi ricordate il famoso scatolone dei romance che mi hanno regalato? Stavolta ho pescato Neve sul lago, di Susan Wiggs, un’autrice che non conoscevo. A ispirarmi è stata soprattutto l’illusione di combattere il caldo con un po’ di neve fresca…vi racconto com’è andata.

Trama

Sophie Bellamy, avvocato specializzato in diritto internazionale, ha dedicato la sua vita ad aiutare le popolazioni bisognose. Ma quando è vittima di un tentato rapimento da parte di un gruppo di terroristi, realizza improvvisamente di aver trascurato quello che ha di più prezioso: i propri figli. Accompagnata dai rimorsi, fa ritorno nella cornice idilliaca di Avalon, una località nei pressi di Willow Lake. Complice una nevicata eccezionale, Sophie scopre che anche la vita di paese può riservare imprevisti e sorprese, inclusa un’irresistibile attrazione per Noah Shepherd, giovane e aitante veterinario. 

Lakeshore Chronicles

Neve sul lago è il quarto libro della serie Lakeshore Chronicles, ma quando ho iniziato il romanzo non lo sapevo. Ho capito dopo che la protagonista è l’antipatica dei libri precedenti. Non che qui sia tanto più accattivante, però l’autrice tenta di dare una spiegazione ai suoi comportamenti. Dal mio punto di vista, tutta la costruzione è poco credibile.

No doubt

Intendiamoci. A parte il fatto che una donna da sola sventi un attacco terroristico di terroristi così goffi da strappare qualche risata, lo spunto iniziale è buono: niente è meglio di una tragedia per capire quello che conta davvero nella vita. Ma possiamo diventare un’altra persona di punto in bianco? Ecco, è forse questa la fragilità maggiore nella storia. D’accordo recuperare gli affetti, va bene prendersi una pausa nella professione, però come può questo cambiamento repentino non essere fonte di dubbi, ripensamenti, stress e incapacità di adattarsi? Eppure, gli inevitabili problemi rimangono sullo sfondo.

Tutto ok, sempre

Sophie sembra un robot, programmata per agire con coerenza e razionalità sempre, però non si accorge di quanto sia giovane Noah e in una piccola cittadina che non fa altro che mormorare nessuno le sussurra l’età all’orecchio. I figli, poi, accettano la nuova situazione senza alzare un dito: mamma non c’è? Ok. Mamma c’è? Ok. Nessun sussulto, nessun contrasto. Neanche con l’ex marito: ah, sei tornata? Ok. Più interessante Noah, giovane e ironico, nonché l’unico empatico, come è lecito aspettarsi da un veterinario. Anche qui, però, il climax e il massimo scontro con Sophie viene raggiunto quando ormai il romanzo è quasi finito e si risolve in un pouf!

?

Insomma, il mio primo incontro con quest’autrice si risolve in un grande punto interrogativo e credo che la serie Lakeshore Chronicles per me finisca qui. 

Voi che mi dite? L’avete letto? Vi è piaciuto?

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Il giorno della tempesta – Rosamunde Pilcher

E’ primo pomeriggio, eppure fuori è quasi buio. Tuoni e lampi annunciano pioggia imminente. Chissà perché, quest’atmosfera un po’ grigia mi ha ricordato I giorni della tempesta, di Rosamunde Pilcher. The day of the storm è del 1975 ed è uscito per la prima volta a puntate in una rivista femminile. So che un giorno di pioggia non è proprio l’ideale per suggerirvi un romanzo da ombrellone, ma se ne state cercando uno I giorni della tempesta fa proprio al caso vostro.

Trama

Rebecca Bayliss è una ragazza che vive a Londra da sola e lavora in una libreria. Avvisata che la madre sta morendo, vola in Spagna e scopre con sua grande sorpresa di avere una famiglia di cui ignorava l’esistenza. Decisa a far luce sul mistero delle sue origini, Rebecca si reca in Cornovaglia, nell’antica dimora che la madre le ha indicato. Qui scopre un nonno che sembra custodire un terribile segreto e un bellissimo cugino, al cui fascino è difficile resistere.

Adorerete il nonno

Il giorno della tempesta non è corposo come i capolavori che lo seguiranno negli anni di massima ispirazione di Rosamunde Pilcher, ma contiene già tutti gli elementi che l’hanno resa celebre. Innanzitutto, l’ambientazione nella meravigliosa Cornovaglia, che già da sola vale la lettura. Un maniero, segreti di famiglia da scoprire, un cuore tentennante tra due uomini e una ragazza, Rebecca, che deve ancora capire cosa vuole davvero dalla vita. E’ la lettura perfetta per chi in vacanza preferisce rilassarsi con una lettura leggera ed emozionante. D’altra parte, la stessa Rosamunde ha definito i suoi librida spiaggia per donne intelligenti“. E noi, che siamo donne intelligenti, l’amiamo per questo. Il romanzo è breve e all’inizio è uscito a puntate su una rivista. Forse per questo tutto avviene decisamente in fretta, senza l’approfondimento psicologico cui lei ci ha abituato, però situazioni e personaggi sono come sempre deliziosi. Se non v’innamorerete di Rebecca o dell’uomo che sceglierà, adorerete il nonno. E forse anche il libraio, come nel mio caso 🙂

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