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Biscotti e sospetti indiani di Stefania Bertola

Biscotti e sospetti è uno dei romanzi di Stefania Bertola più conosciuti e apprezzati. Neanche questo riesce nell’improba impresa di scalzare dal primo posto il mio preferito, che è sempre Romanzo rosa. Tra opere d’aria e improbabili vendite, venite che vi racconto com’è andata la lettura, casualmente proprio mentre ero in viaggo per Torino.

Trama

Violetta Chiarelli, commessa, e sua sorella Caterina, sarta e minuscola imprenditrice in proprio, vivono in affitto in un’elegante villa in collina, dividendo le giornate con gli altri inquilini: Rebecca Demagistris, una madre separata alle prese con tre bambine, Mattia Novalis, un architetto di interni ricercatissimo per il suo pessimo gusto e il fisico prestante,  Emanuele Valfrè, romantico e affascinante proprietario delle omonime vetrerie, tornato da Calcutta con una moglie che sembra intenzionata a rovinargli la vita. 

Ci mette un po’ a partire

Tanti personaggi e innumerevoli situazioni, non sempre correlate alla storia, né portate fino in fondo. Superato lo scoglio della sistemazione di tutti i pezzi, vi confesso con qualche passaggio un po’ noioso in mezzo, alla fine tutto va val posto giusto e, finalmente, possiamo tifare per il lieto fine e per Violetta. Trovo comunque sempre spassoso lo stile di Bertola, non a caso la traduttrice di Sophie Kinsella, e la sua carrellata di personaggi improbabili e riusciti proprio per questo. La storia, invece, avrebbe forse dovuto avere il suo fulcro nella ricerca di Parvati, che avrebbe potuto, e forse dovuto, coinvolgere tutto il condominio. Peccato perché Stefania Bertola avrebbe potuto farne due romanzi, Biscotti e sospetti e Dov’è finita Parvati. Magari le do un’idea per il prossimo romanzo.

Libro da ombrellone

Anche Biscotti e sospetti rientra nel novero del libro da ombrellone di Rosamunde Pilcher, perciò lo consiglio per qualche ora di lettura leggera e senza pensieri.

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Sempre di Stefania Bertola, come autrice o traduttrice

Barbara Cartland e una Battaglia di cuori

Barbara  Cartland è conosciuta come scrittrice romance molto prolifica e anche, incidentalmente, come nonnastra di Lady Diana Spencer d’Inghilterra. Regina del romance classico e virginale, mi è capitata sottomano con questo titolo, Battaglia di cuori, uno storico d’annata. Venite che vi racconto cosa ne penso.

Trama

A seguito dell’omicidio accidentale di un noto membro della società inglese, Sir Denzil Caversham viene costretto all’esilio in America. Per affrontare le spese, la figlia Thalia inizia lavorare sotto falso nome in una sartoria alla moda, dove cattura l’attenzione dell’affascinante conte di Hellingham. Dapprima contraria alle avances del conte, Thalia è presto irresistibilmente attratta dal suo strano magnetismo e dalla sua tenerezza. L’amara certezza che la loro storia non potrà mai diventare ufficiale, però, soffoca questo sentimento che nasce.

Lettura di una sera 

Battaglia di cuori è un romanzo semplice e rilassante, che si legge in una serata o poco più. D’altra parte, Barbara Cartland ha pubblicato talmente tanto, che è difficile aspettarsi trame più complesse. Sto scrivendo questo commento qualche giorno dopo averlo finito e stavo per dimenticare anche i nomi dei protagonisti, quindi non posso dire che rimanga impresso a lungo. E’ scritto bene, però, e i due protagonisti sono carini ed entrambi personaggi positivi, quindi non posso dire che mi sia dispiaciuto. Avrei solo voluto che lei gli resistesse un po’ di più, in fondo dovremmo essere in un’epoca in cui (spoiler) non si cena a casa di uno scapolo senza servitù presente! Gli altri personaggi sono solo di contorno, non c’è nessuno che spicchi in modo particolare, tutta la narrazione è concentrata su Thalia e Caversham. Alla fine è più un racconto lungo che un romanzo e lo consiglio se volete una lettura molto rilassante e senza colpi di scena.

Curiosità

 Barbara Carland diceva di essersi ispirata a una delle sue scrittrici preferite, Elinor Glyn, che poi è diventata sua amica. Curiosamente, era attratta da una scrittrice molto “spinta” per l’epoca, mentre lei era fautrice del sesso dopo il matrimonio.
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Mario Testino, A beautiful world non globalizzato

Trovo bellissimo che Madonna negli ultimi anni si sia avvicinata così tanto alle sue origini da passare i suoi compleanni in Italia.
Quest’anno a Roma, dove l’abbiamo vista fotografata ai Musei Vaticani e mentre prendeva l’aperitivo a Piazza Santi Apostoli.
Ma Liza vostra ha fatto 2+2 e, soprattutto, il giorno prima era andata a vedere la mostra di Mario Testino a Palazzo Bonaparte, cioè nei pressi del famoso aperitivo in centro.

Che c’entra Madonna con Mario Testino?

Eh, avrete visto mille volte la foto della nostra icona pop preferita scattata dal fotografo. Ma non solo: Mario Testino dice di dovere a Madonna la sua grande notorietà, perché è stata lei a proporlo a Gianni Versace, lanciandolo così nell’olimpo della moda.
Olimpo da cui, nella terza parte della sua vita, Mario Testino è sceso, per riavvicinarsi alle sue origini. Quell’America del Sud che aveva lasciato da ragazzo per inseguire il suo sogno.
Curiosa la vita: in vecchiaia, cerchiamo le nostre radici lì dove si sono formate.

La mostra

L’idea nasce, infatti,  nel 2007, quando il fotografo decide di immortalare i costumi tradizionali della città di Cusco, in Perù, suo Paese Natale. Da lì, Mario Testino ha attraversato più di 30 Paesi, concentrando la sua arte sull’esplorazione dell’unicità culturale e tradizionale che ancora si trova in un mondo apparentemente globalizzato.

“Nei miei viaggi mi sono reso conto che quando un paese perde il legame tra la sua storia e il suo abito tradizionale, qualcosa di veramente prezioso è andato perduto”, dice lui.

Ed effettivamente nella mostra gli abiti tradizionali sono valorizzati enormemente, sembrano quasi sfilate di moda. Tanto che anche i costumi più vicini a noi, tipo quelli siciliani o sardi, sembrano quasi irriconoscibili. O forse siamo noi, come dice Mario Testino, che abbiamo perso il contatto con la storia?

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Altre mostre a Palazzo Bonaparte 

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Il duca e io, conosciamo la famiglia Bridgerton

Oggi Netflix rilascia la seconda parte della terza serie, sembra uno scioglilingua, di Bridgerton. E io, proprio ieri sera, ho finito il romanzo che dà avvio alla saga, Il duca e io. Daphne è la prima a scendere in campo: conquisterà il marito che la madre desidera per lei? Venite che vi racconto. E vi lascio anche la ricetta dei biscotti in foto!

Trama

Londra, 1813. Simon Basset, duca di Hastings, è perseguitato da madri di fanciulle da marito impegnate a combinare matrimoni, possibilmente quello della loro prole con lui. Anche la madre di Daphne Bridgerton è indaffaratissima per trovare lo sposo perfetto alla sua figliola. Assillati ciascuno a suo modo dalle ferree leggi del “mercato matrimoniale”, Simon e Daphne escogitano un piano: si fingeranno fidanzati e così saranno lasciati finalmente in pace. Non immaginano che la passione possa scoppiare davvero.

Daphne al debutto 

Come nelle altre stagioni, le differenze tra serie tv e romanzo sono parecchie e, in un certo senso, modificano il corso degli eventi, ma non del finale, come sempre. Le differenze principali, e più importanti, riguardano il ruolo di Daphne in società, nel romanzo è alla sua seconda stagione mentre nella serie sta debuttando, e il suo rapporto con il duca, che nel romanzo conosce già mentre nella serie tv non l’ha mai visto.  L’aspetto interessante è che in entrambi i casi non partiamo dal fratello più grande, Anthony, ma da una sorella.

Chi è Daphne 

Daphne è la sorella maggiore, quella che nella vita, più di tutte le altre, ha sempre voluto sposarsi e avere figli. E questo, per mamma Bridgerton, è un pericolo. Dato che li vuole tutti felicemente sposati, come lei e il marito, deve impedire che la figlia scelga un marito su presupposti per lei sbagliati. Ma, ma…le regole della società impongono a una ragazza di non rimanere troppo “sul mercato”, altrimenti brucia tutte le sue possibilità. Vi ricorda qualcosa? Eh sì, esatto, Anne Elliot di zia Jane Austen ce la ricorda da vicino.

Daphne e Simon

Libri o serie tv che sia, Daphne e Simon come coppia funzionano, insieme rafforzano le loro qualità personali. Lei gli offre la famiglia che non ha mai avuto, lui il padre dei suoi figli che ha sempre sognato. Gli altri fratelli sono sullo sfondo, emerge solo Anthony, non a caso protagonista del secondo libro. I tratti ironici e leggeri cui Julia Quinn ci ha abituato, qui non mancano di certo. Una lettura gradevole per chi ama il genere romance storico, indubbiamente.

L’elenco dei romanzi, in ordine cronologico: 

Il duca e io (Daphne)
Il visconte che mi amava (Anthony)
La proposta di un gentiluomo (Benedict)
Un uomo da conquistare (Colin)
A sir Philip, con amore (Eloise)
Amare un libertino (Francesca)
Tutto in un bacio (Hyacinth)
Il vero amore esiste (Gregory) 
9 Felici per sempre (8 “secondi epiloghi”) 

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I biscotti di Lady Whistledown, una ricetta facile facile. Anche con videoricetta 

Sognare a Virgin River, di Robin Carr

Sognare a Virgin River.  E dove, altrimenti? Robin Carr racconta il lutto e la difficoltà di tornare a una vita serena dopo aver perso una persona cara. Soprattutto se quella persona cara è tua madre. Venite che vi racconto cosa succede nel sesto libro della serie.

Trama

Dopo anni passati a dedicarsi alla mamma, Shelby McIntyre sta riprendendo in mano le redini della propria vita. Il primo passo è trasferirsi nella placida e accogliente Virgin River, dove pare che si respiri nell’aria solo amore. Incontra infatti l’affascinante Luke Riordan, per cui prova subito una forte attrazione. Lui però non è il tipo da legami duraturi, mentre Shelby merita un amore con la A maiuscola. A Virgin River, però, si finisce sempre per mettere radici. Allora perché non farlo con chi si ama?

Shelby, che fatica rialzarsi

Come vi ho già detto, non sto leggendo i libri in ordine, quindi dopo i primi due ho attaccato la terza uscita doppia, Ritrovarsi a Virgin River e Sognare a Virgin River. Oggi vi parlo del secondo. Che rispetto al precedente, un pochino si riprende, ma non raggiunge come qualità i primi che ho letto. Forse perché erano una novità, dopo un po’ questo mito della super donna e del super uomo della valle comincia a stancare. Possibile che nessuno di loro faccia mai un passo falso? D’altra parte, è anche il bello della serie: una comunità irrealistica, dove tutti aiutano tutti e vivere diventa un po’ più semplice. Anche per Shelby, che si prende cura della madre fino a vederla spegnersi. Giovanissima, rimane sola a ricostruire pezzo dopo pezzo la sua vita.

Arriva l’amore

Proprio quando non te lo aspetti, proprio quando devi decidere cosa fare del tuo futuro. Un po’ deboli, molto deboli, le motivazioni di Luke nel non prendere in considerazione questa ragazza così fresca. Anche stavolta, più che la storia principale mi hanno appassionato i personaggi di contorno. Come finirà tra l’attrice e il padre di Vanessa? Ecco la forza di Robin Carr e di Virgin River, una serie che sembra una soap opera: una volta iniziato, non ti fermi più. A presto con le nuove vicende, quindi.

Tutti i libri in ordine

  • La strada per Virgin River (Virgin River)
  • Innamorarsi a Virgin River (Shelter Mountain)
  • I ponti di Virgin River (Whispering Rock)
  • Le stagioni di Virgin River (A Virgin River Christmas)
  • Ritrovarsi a Virgin River (Second Chance Pass)
  • Sognare a Virgin River (Temptation Ridge)
  • Destinazione Virgin River (Paradise Valley)
  • Natale a Virgin River (Under the Christmas Tree)
  • Le campane di Virgin River (Forbidden Falls)
  • Novità a Virgin River (Angel’s Peak)
  • Tra i boschi di Virgin River (Moonlight Road)
  • Midnight Confessions
  • Un’eredità a Virgin River (Promise Canyon)
  • Chiaro di Luna a Virgin River (Wild Man Creek)
  • Una chef a Virgin River (Harvest Moon)
  • Bring Me Home for Christmas – inedito in Italia
  • Sotto il cielo di Virgin River ( Hidden Summit)
  • Viaggio a Virgin River (Redwood Bend)
  • Mele dolci a Virgin River (Sunrise Point)
  • Romantiche vacanze a Virgin River (My Kind of Christmas)
  • Ritorno a Virgin River – (Return to Virgin River)