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Vaniglia e cioccolato – Sveva Casati Modignani

Finisco il 2018 con un romanzo di Sveva Casati Modignani, Vaniglia e cioccolato. Con Palazzo Sogliano sono tornata a leggerla dopo diversi anni, grazie Vaniglia e cioccolato mi sono resa conto di aver per fortuna recuperato uno dei suoi migliori, anche se ormai vintage. Una storia commovente, che acquista corpo a poco a poco andando avanti con la lettura.

Trama 

Vaniglia e cioccolato: due gusti diversi che però insieme legano benissimo. Come capita, talvolta, nell’amore. Com’è capitato anche a Pepe e Andrea, che dopo diciotto anni di matrimonio e tre figli non hanno mai smesso di amarsi. Ma un giorno la magica alchimia si spezza e lei, delusa e umiliata dalle scappatelle del marito, decide di andarsene e lasciarlo da solo a cavarsela con i mille problemi quotidiani. Una separazione che tuttavia si rivela decisiva per entrambi, aiutandoli a far chiarezza in se stessi e a ritrovarsi…

Leggerezza

Penelope, la donna che  aspettava il suo uomo Ulisse, che tutti credevano morto, è cresciuta. Oggi non tesse il suo filo chiusa in casa, ma si ribella a un marito sempre in cerca di nuovi mondi. Che la ama, certo, ma che non riesce a rinunciare ad avventure senza futuro, lasciando che la moglie si sobbarchi tutte le incombenze gravose che impone una famiglia. A un certo punto Pepe semplicemente si stanca  di essere moglie, madre e padrona di casa e lascia una lettera al marito: disgrazia della mia vita, vai avanti tu. Io mi prendo una pausa. E Andrea, il marito scavezzacollo, non si sottrae, scoprendo un mondo di difficoltà e di problemi che la moglie gli aveva sempre risparmiato.

Pepe si ribella

Fin qui, Una routine che nelle famiglie si ripete spesso: quante volte uno dei coniugi viene lasciato solo a sbrogliarsela? Eppure Pepe non ci sta, intende riappropriarsi della sua vita. Di cosa, esattamente? Del grande amore, che lei ha lasciato andare per non abbandonare la famiglia. Qui il romanzo di Sveva Casati Modignani acquista profondità e diventa originale. Pepe se ne va, lascia la casa e i figli, pieni di problemi che lei da sola non ha saputo risolvere. Con che coraggio? Con il coraggio della soluzione estrema. Chi sono io? Per capirlo deve prendere le distanze, lasciare che il padre conosca finalmente i figli, riflettere sui due uomini della  sua vita per dire finalmente a se stessa la verità: Andrea o Mortimer?

Le ragioni del cuore o le responsabilità della vita?

L’originalità della storia di Sveva Casati Modignani è a mio avviso proprio nella figura dell’amante. Difficile non innamorarsi di lui nonostante il nomignolo orrendo, ancora più complicato non gridare a Pepe: “vai da lui, che aspetti?” Il fatto è che non sempre le ragioni del cuore vanno d’accordo con le responsabilità della vita. Il problema è che anche Andrea fin da subito appare un uomo innamorato. E allora? Cosa scegliere? Ci penserà il destino a dare ragione alla scelta di Penelope, lasciandoci però un quesito non risolto, che non svelo per non fare spoiler. Ognuno finita l’ultima pagina si darà la risposta che preferisce. Rimarrà in bocca un gusto di vaniglia e cioccolato, il bianco e il nero, che nella vita si fondono fino a mescolare colori e sapori.

Me, mum & mystery – Lucia Vaccarino

Archiviati i doni da mettere sotto l’albero, c’è una vecchina che sta scaldando i motori per premiare i bimbi che sono stati buoni nell’anno appena trascorso. Se vi piace l’idea di far trovare libri anche dentro la calza della befana, ecco qualche consiglio per bambini nella fase ci credo/non ci credo. Inizio con un’autrice italiana, Lucia Vaccarino, e una serie mistery rosa che piacerà ai piccoli detective in erba, Me, mum & mistery, detective per caso.

Trama 

Durante una noiosa estate londinese, Emily riceve una lettera inaspettata. Leggendola, scopre che il bizzarro prozio Orville l’ha designata erede del suo cottage a Blossom Creek, un paesino sperduto nel Kent. Una volta lì, Emily e sua madre Linda scoprono che il cottage nasconde una sorpresa: era la sede di un’agenzia di investigazioni, ormai del tutto abbandonata. Almeno finché, quasi per gioco, Emily gira il segnale “Chiuso” affisso alla porta. Ed ecco che, quella notte, il primo mistero bussa alla porta di mamma e figlia. A Sherrington Lodge, austera dimora alle porte del paese, avvengono sinistri episodi. Il proprietario, il maggiore Trevor Sherrington, ha il terrore che la casa sia infestata dagli spiriti. Emily e Linda dapprima rifiutano l’incarico, ma il destino sembra avere in serbo per loro un disegno diverso…

Giallo e rosa mixati bene

illustrazioneCon questo libro andrete a colpo sicuro nella fascia 9-11 anni, quella dei primi misteri da risolvere e anche delle prime cotte amorose. Nella storia di Lucia Vaccarino gli elementi sono dosati benissimo. L’ambientazione, un piccolo villaggio inglese dove tutti si conoscono e fanno vita di comunità, una mamma pasticciona, super impegnata e con problemi di lavoro, una ragazzina sveglia e curiosa, che l’assenza del padre ha reso precocemente indipendente. Le due eroine lasciano Londra per andare a riscuotere l’eredità dello zio del padre (a proposito, chissà se Orville farà misteriosamente ritorno nelle puntate successive…) e questo cambio di vita darà l’avvio a una serie di avventure impreviste. Compresi degli incontri che faranno battere il cuore alle nostre protagoniste.

Consigliato perché

E’ scritto bene, con un linguaggio adatto ai bambini senza scadere nell’eccessiva semplicità sintattica. La storia è avvincente, piena di colpi di scena e ironia. Il volume, inoltre, è illustrato, con disegni (di Paola Antista) che accompagnano la storia rendendola graficamente accattivante senza sovrastare le parole, ma anzi dando un cenno di quello che succederà nel capitolo, il che non farà altro che aumentare la curiosità dei piccoli lettori. 

Me, mum & mystery 2 – Caccia all’uomo scomparso – Lucia Vaccarino

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Me, mum & mistery – I muffin di Linda

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Tua – Claudia Piñeiro

Tua, il romanzo con cui ho scoperto quest’autrice argentina, Claudia Piñeiro. Vi ho già parlato di Betibù, il giallo che ho letto subito dopo aver terminato Tua. Perché Claudia è una scrittrice che ti prende e ti porta con sé, tanto che quando hai finito un libro l’unica cosa che pensi è: “ok, qual è il prossimo?”

Trama 

Buenos Aires. Inés, moglie di Ernesto – dirigente di successo -, trova per caso nella ventiquattrore del marito un biglietto d’amore scritto con il rossetto e firmato “Tua”. Una sera decide di seguirlo fino al parco Bosques de Palermo dove lui e la sua amante si sono dati appuntamento. Vede che i due iniziano a discutere, lui la spinge violentemente, la donna cade, sbatte la testa contro un sasso e muore. Inés torna a casa ben decisa a fare il possibile per coprire il marito, salvare le apparenze e il matrimonio.

Scopri che ti tradisce. Come reagisci?

Un marito fedifrago è un accidente che nessuna donna si augura sposandosi. Ma quando le prove dell’infedeltà sono sotto i tuoi occhi, nello specifico sotto forma di un biglietto scritto con il rossetto, cosa fare? Divorziare, la prima idea non tanto originale e faticosa, per scoprire magari di essere la metà di niente. Fargliela pagare, la seconda idea privilegiata, ma tanto faticosa, soprattutto se non hai amiche ad aiutarti. Diventare sua complice. Fargli capire che sai della sua colpevolezza, che sai di vivere con un assassino e che non lo tradirai, perché sei una moglie perfetta. O almeno quello che una moglie completamente assorbita dal suo ruolo stereotipato pensa che debba essere una moglie che ama il marito.

Una gabbia prima o poi crolla

In realtà, pagina dopo pagina Claudia Piñeiro, con intelligente ironia, ci svela che questo matrimonio è una farsa fin dall’inizio e che i due protagonisti sono imprigionati in una gabbia che non hanno scelto e che piano piano sta crollando su se stessa, dentro l’apparente tranquillità di una scenografia di cartapesta. Tua e il suo rossetto sono solo il sintomo, e non la causa, di un’impalcatura che non regge. Sono andata avanti spedita con la lettura, curiosa di sapere come sarebbe andata a finire, soprattutto dopo un paio di colpi di scena inaspettati, che hanno evitato alla trama l’effetto già visto di una normale famiglia borghese che nasconde l’orrore. Mi hanno fatto prima pena e poi, appunto, orrore marito e moglie, chiusi nel loro egoismo senza speranza e senza rimedio. Tua, invece, riserva più di una sorpresa e quando leggerete capirete perché, ora non posso dire altro. L’unico sottile filo di speranza è appeso alla figlia di questi due degenerati, che incredibilmente da un errore che avrebbe potuto rivelarsi drammatico, trova non solo la forza di diventare adulta, ma anche probabilmente una nuova famiglia.

Leggi anche: 

Betibú – Claudia Piñeiro

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Betibú – Claudia Piñeiro

Ho scoperto da poco quest’autrice argentina, Claudia Piñeiro, e ho letto in un lampo due romanzi di seguito, Tua Betibú. Parto dal secondo, perché ha meno implicazioni psicologiche e mi ha preso subito per trama e protagonisti. Un buon giallo con una spruzzata di ironia tutta sudamericana. 

Trama 

La Maravillosa è un Country Club, quartiere chiuso e controllato da guardiani e severe misure di sicurezza, con campo da golf e lussuose abitazioni: un microcosmo dove sembra sia obbligatoria la serenità. Ma la vita del prestigioso club viene sconvolta quando Pedro Chazarreta viene trovato con la gola tagliata e un coltello in mano. Il presunto suicidio, però, suscita dubbi. El Tribuno incarica di indagare Nurit, detta Betibú, scrittrice, e un giovane cronista inesperto. I due sono affiancati da Jaime Brena, un giornalista di nera navigato, ma messo da parte perché considerato anziano e intrattabile; insieme formano un’improbabile ma riuscitissima squadra d’investigazione. Pian piano il mistero si infittisce, i tre scoprono che la morte di Chazarreta è legata ad altre morti, apparentemente accidentali, di persone unite da un oscuro passato. Chi si nasconde dietro quelli che apparentemente sembrano incidenti?

Un trio di protagonisti che funziona

Nurit Iscar, Betibú, perché i riccioli neri la fanno somigliare al celebre cartone Betty Boop. Un’abile scrittrice di gialli che incredibilmente quando pubblica il suo primo romanzo d’amore fa flop. Jaime Brena, un osso duro della cronaca nera, che non si arrende al narcisismo del suo direttore, deciso a farlo fuori per fare posto al nuovo che avanza. Il nuovo che avanza, un ragazzo che ancora deve scoprire il fuoco della passione e che però ha dalla sua l’acqua dell’onesta e degli ideali. Un trio che scopre, oltre ogni pronostico, di avere molto in comune. Innanzitutto, sono bravi nel loro mestiere e questo li porta a un passo dallo scoprire una verità cruda e violenta. 

Spazio alle riflessioni etiche

Non vado oltre per non svelare ai futuri lettori particolari che in un giallo hanno la loro importanza. Dico solo che è sbagliato paragonare Claudia Piñeiro a Hitchcock, come è scritto sulla quarta di copertina. In realtà, secondo me se Hitchcock fosse ancora vivo avrebbe già realizzato un film da uno dei suoi libri. Perché quest’autrice è brava, molto brava. Scrive bene, tiene incollati alle pagine e, soprattutto, infila delle riflessioni etiche, morali e professionali che arricchiscono l’insieme. Cosa significa fare giornalismo nel mondo di oggi? Ha ancora senso pubblicare articoli su carta? Come distinguere il vero dal falso nella miriade di informazioni che viaggiano sulla rete? Questi temi collaterali segnano l’intero percorso dei protagonisti, che alla fine verranno chiamati a interrogarsi su una questione etica fondamentale: è lecito farsi giustizia da sé? La risposta di Nurit è netta, dura, ma umana, nient’affatto simile a un’eroina dei fumetti. Quella degli uomini è più sfumata, ma non troppo.

Ironia e romance per chiudere 

In mezzo, Claudia Piñeiro infila una dose generosa di ironia, che alleggerisce l’indagine e rende i personaggi ancora più simpatici. Soprattutto le amiche di Betibú, una più matta dell’altra. A completare il tutto, anche una spruzzata di rosa, che male non fa. Insomma, un romanzo che consiglio a chi ha voglia di un buon giallo condito di riflessioni. Per quanto mi riguarda, sono contenta di aver scoperto un’autrice che mi piace e che continuerò senz’altro a seguire. 

p.s. piccolo appunto su un particolare. Se al Country Club si entra solo con macchina assicurata contro terzi, dove “anche il coniuge avrebbe difficoltà a passare”, come ha fatto il figlio di Nurit a entrare con l’automobile intestata al padre e senza che Nurit sia stata avvisata dai guardiani? Curiosità da lettrice cresciuta a pane e Agatha Christie. 

 Leggi anche: 

Tua – Claudia Piñeiro

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Sex & the City – Candace Bushnell

Anni fa avevo provato a leggere Sex & the City di Bushnell e non mi era piaciuto. L’anno scorso l’avevo trovato in una minuscola stanza per il bookcrossing di Boscastle, in Cornovaglia, ma non avendone un altro da lasciare ho preferito non prenderlo. Il mese scorso mi è ricapitata un’altra copia che mi guardava dal banco di un mercatino. L’ho sfogliata e mi sono resa conto che qualche furbetto ha pensato bene di vendere un libro libero, cioè destinato al bookcrossing, per ricavarci qualcosa. L’ho comprato solo per restituirgli la sua libertà e lasciarlo in altri spazi destinati al bookcrossing, però poi è arrivato il momento di partire per New York: quale migliore compagnia delle quattro ragazze per un viaggio nella Grande Mela? Ho colto quindi la Mela e l’occasione per rileggerlo. Vi dirò…ho cambiato radicalmente opinione.

Trama 

Un po’ soap opera, un po’ studio sociologico, un po’ scorpacciata di gossip e un po’ corso accelerato di flirt. La rubrica del “New York Observer” Sex and the City, che ha inspirato un serial TV di successo in tutto il mondo, è diventata un libro. Un racconto a puntate sulla società degli anni Novanta che descrive con spudoratezza la vita sessuale, i vizi, i sentimenti maligni e sotterranei della High society americana. Per scrivere i suoi pezzi, la Bushnell ha condotto ricerche sul campo insinuandosi come una spia negli ambienti presi di mira. Risultato: il libro sulla vita, il sesso e gli amori dei nostri giorni. Un resoconto che Bret Easton Ellis ha definito “irresistibile e al tempo stesso inquietante”.

Libro o serie tv?

Ok, penso che tutte o quasi abbiamo visto la serie tv. Chi l’ha creata e realizzata è un vero genio, secondo me. Sul libro, invece, i pareri sono più discordanti e possiamo dire con quasi certezza che alla maggioranza non è piaciuto perché troppo distante dall’atmosfera patinata del telefilm. Invece, io che sono una grandissima fan della serie da sempre, dico che proprio chi ha amato Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte si divertirà a rintracciare similitudini e differenze, scoprendo che alla fin fine i due prodotti non sono poi tanto diversi come sembrano! Ma andiamo con ordine…

Carrie, Miranda, Samantha e…Charlotte?

Intanto il poker nel libro non c’è, nel senso che Charlotte quasi non c’è. Nel romanzo, Charlotte è l’inglese che arriva a New York convinta di trovare l’amore e invece riceve un due di picche. E’ in una delle prime puntate della serie e all’inizio del primo, ma poi in entrambi i casi sparisce. Miranda è una produttrice televisiva, non un avvocato, e anche lei non troppo presente. Samantha invece è identica, nel libro e nella serie. Samantha è Samantha, non c’è niente da fare. Con Carrie, che conquista spazio nella seconda parte del libro, c’è un rapporto di amore-odio. Curiosamente, quasi quello che c’è davvero tra le due attrici che le hanno portate sullo schermo. Mr Big è…Mr Big. Affascinante come nella serie e innamorato di Carrie. Ci sarà anche qui un matrimonio? Chissà, non faccio spoiler per chi deve ancora leggerlo. C’è però il commento della scrittrice, che in un’intervista ha rivelato l’unico motivo per cui Carrie e Big non si sono lasciati, ovvero che lui piaceva tanto alle telespettatrici. Non c’è niente da fare, l’uomo bello, ricco e infido è sempre piaciuto e sempre piacerà.

Carrie

Il personaggio di Carrie, dicevamo sopra, conquista spazio nella seconda parte del romanzo. Prima, la scrittrice vuole farci entrare in un ambiente che ai più rimane sconosciuto, quello del jet set, prevalementemente artistico, e della varia umanità che gli gira intorno. Persone che vivono alla giornata, sognando e vivendo una vita al di sopra delle proprie possibilità, che spesso finisce con il matrimonio e un ritorno in provincia. New York è presentata come una città dura, cinica, eppure vivace e stimolante. Una città dove una giornalista che aspira alla carriera, come Carrie, può ritrovarsi senza soldi e senza mobili, a dormire per terra su un letto rimediato. Carrie è completamente diversa da come appare nella serie: inconcludente, spesso ubriaca, sboccata. Alla fine, oserei dire più interessante della scrittice che spende tutti i suoi guadagni in scarpe, però ugualmente urticante. Anche il libro contraddice I diari di Carrie, la serie sugli anni dell’adolescenza, perché qui c’è addirittura una famiglia e il ritorno a casa, con Big!, per le vacanze. Incredibile, vero?

New York

Sto per raccontarvi il mio ultimo diario di bordo nella città che non dorme mai, quindi qui anticipo solo che la New York di Candace Bushnell e di Sex and the City, il libro, è lontana anni luce da quella che vediamo nei film di Natale. E quella che ho visto io? Continuate a seguire Penna e Calamaro e saprete tutto.

Sex and the City tour in 62 tappe tra New York e Parigi!

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Sex and the City tour: An (American) Girl In Paris

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