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Gungjung Tteokbokki, direttamente dal Palazzo reale

 

In questi giorni di quarantena mi sta venendo nostalgia della Corea del sud. Forse perché sto vedendo troppi kdrama? Chissà. Gungjung significa Palazzo reale. Infatti il Gungjung Tteokbokki 궁중떡볶이, che è un piatto nato nel palazzo reale durante la dinastia Chosŏn 조선, è conosciuto anche come snack del re. Negli stand dello street food coreano è più facile trovare il Tteokbokki 떡볶이 nella sua veste rossa e molto, molto piccante. Il Gungjung Tteokbokki 궁중떡볶이, al contrario, non è per niente piccante, perché invece della salsa al peperoncino piccantissima tipica dei piatti coreani, si condisce con quella di soia. Nonostante il nome blasonato e difficile da pronunciare, vedrete che per realizzare questo piatto e portarlo in tavola ci metterete pochissimo. E farete bella figura con fatica zero. Ma andiamo alla ricetta.

La ricetta del Gungjung Tteokbokki 궁중떡볶이

Ingredienti per 2 
  • manzo, pollo o maiale 100 gr.
  • gnocchi di riso in cilindri o tondi (tteokguk tteok, 떡국 떡), 300 grammi
  • funghi, 3
  • cipolla, 1/2
  • salsa di soia, 4 cucchiai
  • olio di sesamo, 2 cucchiai
  • acqua, 1 cucchiaio più acqua di cottura degli gnocchi
  • zucchero, 1/2 cucchiaio
  • opzionali: peperoni verdi, rossi e gialli. Semi di sesamo. Sale e pepe, q.b.
Procedimento

Mettete a bollire gli gnocchi di riso in un pentolino di acqua bollente, finché infilzandoli con una forchetta non risultano morbidi (circa 10 minuti). Nel frattempo, tagliate carne, funghi e cipolla a listarelle. Soffriggete la carne in una casseruola con 2 cucchiai di olio di sesamo. Aggiungete cipolla e funghi e continuate a cuocere. Quando gli gnocchi di riso sono pronti, scolateli e versateli nella carne. Aggiungete 4 cucchiai di salsa di soia e mezzo cucchiaio di zucchero. Fate amalgamare e continuate a cuocere per pochi minuti, finché tutti gli ingredienti risultano ben cotti. Assaggiate e aggiungete sale e pepe, se necessari. 

Note
  • come avete visto, la preparazione è molto veloce. Più sottili saranno le striscioline in cui taglierete gli ingredienti e prima finirete;
  • i funghi dovrebbero essere di qualità Shiitake, ma io ho usato quelli che avevo ed è venuta ottima lo stesso. Quindi, consiglio di non impazzire, scegliete i funghi che più vi piacciono o che trovate;
  • per la quantità di salsa di soia regolatevi secondo vostro gusto. Versate i primi due cucchiai e poi decidete se metterli tutti o fermarvi;
  • stessa cosa per sale e pepe. Io non li aggiunti, perché il piatto mi è sembrato abbastanza sapido con la sola salsa di soia;
  • gli gnocchi di riso potete trovarli in supermercati ben forniti o nel market coreano. Nel reparto surgelati, in confezioni da 1 kg;
  • la ricetta vorrebbe anche peperoni multicolor, per rendere il piatto più allegro. Visto che non è stagione li ho omessi, ma sappiate che ci starebbero bene;
  • i semi di sesamo sono opzionali, ma rendono il piatto più decorativo. In tempi di quarantena non si può uscire per beni futili, ma appena possibile me li procurerò perché sono un degno completamento.

Che ne dite? Vi ispira questa ricetta? Quali sono i vostri piatti coreani preferiti?

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Con la zuppa tteok manduguk festeggiamo il Seollal!

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Pronti a festeggiare il capodanno lunare? Quest’anno abbandono la cena cinese, che è ormai diventata tradizione a casa mia, per presentarvi il Seollal coreano (설날, o Sollal in italiano, cioè il modo in cui i coreani chiamano il primo giorno del calendario lunare. In Corea del Sud è una delle festività nazionali più celebrate, anche se si festeggia pure il 1° gennaio. Il Seollal di solito dura tre giorni (il giorno stesso, il giorno prima e il giorno dopo). Quest’anno si festeggia il 25 gennaio, giorno dell’entrata dell’anno del Topo. Prima di darvi la ricetta del piatto unico tradizionale che i coreani condividono durante questo importante momento, vi do qualche dettaglio sulla festa.

Un’occasione speciale 

Innanzitutto il Seollal è un momento di rispetto degli antenati, ma anche un’opportunità per trascorrere qualche giorno con la famiglia, un po’ come il nostro Natale. Durante il Seollal, i coreani svolgono riti ancestrali, giocano, mangiano cibi tradizionali, ascoltano storie e parlano fino a notte fonda. Anche se oggi i riti non vengono più celebrati fedelmente, in linea di massima la mattina inizia con i membri della famiglia riuniti nei loro seolbim (abiti speciali appositamente indossati per questa occasione) per un rito ancestrale che esprime rispetto e gratitudine ai propri antenati. Dopo il rito, tutti si riuniscono e mangiano. Il piatto principale è la tteokguk, 떡국 o ttoqguq in italiano, una zuppa tradizionale con un brodo chiaro che simboleggia l’inizio dell’anno con mente e corpo puliti. Dopo il pasto, le giovani generazioni della famiglia fanno un inchino profondo, sebae, 세배 o Sebe in italiano, agli anziani. A loro volta, gli anziani danno la loro benedizione per un anno prospero. Ai bambini regalano sebaetdon, i soldi del nuovo anno. Il resto della giornata trascorre tra giochi popolari tradizionali, cibo e storie da condividere.

La ricetta della tteok manduguk

Ingredienti per 2 
  • manzo o lombo di manzo, 200 gr.
  • salsa di soia, 1 cucchiaio
  • aglio, 1 testa
  • sale e pepe, q.b.
  • scalogno, 1
  • gnocchi di riso in cilindri o tondi (tteokguk tteok, 떡국 떡), 300 grammi
  • gnocchi (mandu), 8
  • Contorno opzionale: 1 uovo, 1-2 fogli di alga nori
Procedimento

Tagliate la carne in pezzi sottili. Io ho usato direttamente i bocconcini di manzo per lo spezzatino. Soffriggete la carne in una casseruola con 1 cucchiaio di salsa di soia e e mescolate fino a quando tutti i pezzi diventano marroni. Versate 1 litro d’acqua, e portate a ebollizione, eliminando la schiuma appena sale in superficie. Appena l’acqua inizia a bollire, abbassate il fuoco e continuate a far bollire con il coperchio per altri 10 minuti. Nel frattempo, sciacquate gli gnocchi di riso sotto l’acqua. Metteteli in un litro d’acqua con lo scalogno, una testa d’aglio e la parte bianca del porro. Il brodo deve essere chiaro, perché simboleggia l’entrata nel nuovo anno puliti nel corpo e nella mente. I cilindri, per la lunga vita o i tondi, per la ricchezza, devono bollire nel brodo finché non diventano morbidi. Sentiteli con la forchetta, ci vorranno circa dieci minuti. Per i mandu, invece, ci sono due possibilità. O li versate subito nella zuppa insieme agli gnocchi di riso, e fate cuocere insieme, oppure li cuocete separatamente al vapore (o in acqua bollente) come i nostri ravioli e poi li unite alla fine. Io ho preferito la cottura al vapore a parte, per evitare lo spappolamento dell’involucro e la fuoriuscita del ripieno. Quando gli ingredienti sono tutti pronti, assemblate. Rimettete nella zuppa la carne, che nel frattempo avrete tagliato in striscioline sottili, e i mandu (ravioli). Fate bollire per un altro minuto e ci siamo. Aggiungete sale e pepe a vostro gusto, mescolate e dividete la zuppa in ciotole singole. Prima di servire, guarnite con strisce sottili di alghe (che io ho dimenticato e quindi nella foto non troverete) e la parte verde del porro.

Note
  • l’aggiunta dei mandu è una variante, potete prepararla anche senza;
  • un’altra variante prevede una crespella di uova tagliata a striscioline, ma io ho preferito i mandu alla frittata;
  • il porro, invece, è una variante mia. Trovare lo scalogno fresco e verde e con le foglie, come dovrebbe essere nella ricetta originale, è un’impresa impossibile. Potete usare anche i cipollotti freschi;
  • i coreani dicono che mangiando questa zuppa a capodanno s’invecchia di un anno. A libera interpretazione…😁

Ah! Mancano le bacchette e il cucchiaio d’acciaio, fondamentali, e il panettone 😂, altrimenti che capodanno è?

Ora ci siamo: pronti a festeggiare il Topo? 🙂 🐁

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La Quiche Lorraine che scalda l’anima

In una ciotola, sbattete le uova e aggiungete la panna, sbattendo con una frusta per farle amalgamare. Aggiungete sale, pepe nero e una generosa dose  di noce moscata (se vi piace). Mescolate il tutto ancora una volta.

A questo punto siete pronti per assemblare il tutto. Imburrate e infarinate uno stampo da 24 cm. Stendete la pasta brisée con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile e poi ricoprite lo stampo, eliminando la parte in eccesso. Bucherellate il fondo con una forchetta.

Sul fondo, spargete la pancetta ed emmenthal grattuggiato a pioggia. Ricoprite versando versando il composto di panna e uova.

Infornate la quiche e cuocetela per circa 40 minuti. Dopododiché controllate: la quiche è pronta quando la panna si è addensata e si presenta dorata in superficie, con la pasta brisée ben cotta.

Sfornate la vostra quiche lorraine e lasciatela intiepidire prima di servirla.

Note

  • la quiche lorraine dà il suo meglio tiepida. Se riuscite a resistere;
  • al contrario di altre torte salate, non diventa più buona col trascorrere delle ore;
  • potete conservarla in frigorifero al massimo per due giorni. Ma finirà prima, ve lo assicuro;
  • potete anche congelarla, dopo averla fatta raffreddare; 
  • invece della torta intera da tagliare a fette, potete optare per le monoporzioni.  

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Patate “campagnarde” della Valle D’Aosta

Se siete alla ricerca di un contorno facile, veloce e sfizioso, le patate campagnarde valdostane sono quello che fa per voi. Le ho provate a La Thuile e le ho rifatte a casa. Di derivazione francese, campagnarde=di campagna, sono saporite grazie alla presenza dell’alloro e della cipolla e buonissime, nonostante siano praticamente prive di grassi e, soprattutto, senza bisogno di usare il forno. Il che le rende perfette anche d’estate. Provare per credere.

Ingredienti per 4 persone:

  • patate, 600 gr.
  • olio evo, 3 cucchiai
  • cipolla, 1
  • foglie di alloro, 6 grandi
  • sale q.b.

Procedimento

Lavate e sbucciate le patate, quindi tagliatele a fette sottili ma non troppo. Scaldate l’olio in una padella e quando è caldo versate le fette di patate. Coprite quindi le patate con uno strato di cipolla tagliata a fette sottili. Coprite a sua volta la cipolla con le foglie di alloro e salate leggermente.

Coprite la padella e fate cuocere a fuoco lento per circa trenta minuti, mescolando di tanto in tanto fino a doratura delle patate. Servite immediatamente.

Note:

  • la preparazione è semplicissima. Solo, non distraetevi nel momento in cui le patate inizieranno a dorare, perché bruciarle sarebbe un peccato;
  • l’alloro fresco è l’ideale, ma se non riuscite a trovarlo andranno bene alloro secco o rosmarino, a vostro gusto;
  • le patate campagnarde possono trasformarsi in una preparazione di base se volete un gusto più ricco e meno dietetico. Potete aggiungere lardo, pancetta, funghi, o quello che più vi piace;
  • in Valle D’Aosta consigliano di abbinarle al formaggio Fontina DOP per un pasto veloce ma appetitoso. Personalmente non amo l’abbinamento patate-formaggio, lo trovo troppo pesante per chi non abita in montagna, quindi le ho abbinate al pesce, come potete vedere dalla foto;
  • provatele e fatemi sapere se vi sono piaciute!

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Il Cornish pasty, uno street food leggendario

E’ riduttivo chiamarlo street food. Il Cornish pasty ha una storia a dir poco affascinante, legata al tempo dei minatori, quando la pausa pranzo era fondamentale per recuperare energie e, soprattutto, terminare la giornata senza veleno aggiuntivo in corpo. Venite a leggere la sua storia e come si prepara (è facile!). Se il solito pranzo al sacco comincia ad annoiarvi, tenete a mente questa ricetta eccezionale. Il cornish pasty potrebbe essere una valida e completa alternativa! Provare per credere.

Come nasce il cornish pasty

Dietro un apparentemente semplice cibo da strada, si nasconde una tradizione antica. Nell’800, la maggiore industria in Cornovaglia era quella mineraria e il cornish pasty era il pranzo preferito dai cornish pasty imm2minatori. Il lavoro di estrazione del carbone era durissimo e il fagotto forniva la perfetta dose di carboidrati, proteine e verdure per continuare un lavoro estenuante e tornare a casa, camminando spesso per chilometri e chilometri, senza cadere stramazzati al suolo. Il cornish pasty era leggermente diverso da quello di oggi: l’involucro era utilizzato come thermos, serviva a mantenere caldo il pasticcio di carne e verdure all’interno. La crosta arricciata, inoltre, così famosa oggi proprio per la sua forma, ricopriva un’altra fondamentale funzione: i minatori l’aprivano per mangiarne il contenuto e poi la buttavano ai “knockers”, gli spiriti dei minatori, perché così evitavano di contaminare il cibo con grosse quantità di arsenico, un potente veleno che infestava le miniere. Vi avevo detto che la sua storia è affascinante. Assaggiandolo, vi tufferete in un pezzo di storia moderna…

Ingredienti per 3 cornish pasty

Per l’involucro
  • farina 00, 250 gr.
  • Burro, 100 gr.
  • acqua, 6 cucchiai circa
  • sale, 1 pizzico
Per il ripieno
  • bistecca di bovino adulto, 200 gr.
  • patate, 3
  • cipolla, 1
  • rutabaga, 1 (facoltativa)
  • sale e pepe per condire
  • cucchiai di acqua fredda, 3

Procedimento

In una terrina versate la farina. Aggiungete il burro freddo di frigorifero e lavorate velocemente con la punta delle dita, per non scaldare l’impasto, fino ad ottenere delle briciole di impasto, senza nessun pezzo di burro ancora intero. Aggiungete poca acqua per volta e il sale e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo (se vi sembra secco, aggiungete ancora poca acqua). Rovesciate l’impasto sul piano di lavoro e lavoratelo per qualche minuto, finché non diventa abbastanza liscio ed elastico. Ora la pasta brisée è pronta. Ricoprite l’impasto con pellicola per alimenti e lasciare riposare per almeno 45 minuti e fino a 3 ore in frigorifero.
Nel frattempo, sbucciate le patate, le cipolle e rutabaga e tagliate tutto a cubetti piccoli. Tagliate sempre a cubetti anche la carne. In una casseruola, unite il tutto, regolate di sale e pepe e versate 3 cucchiai di acqua fredda. Mescolate e lasciate riposare.
Preriscaldate il forno a 200° C. Ricavate 6 sfere con l’impasto, aiutandovi con un piattino da dessert per grandezza e forma, dopodiché stendetele con il matterello in una sfoglia sottile ma non troppo, deve reggere un ripieno corposo. Disponete al centro di ciascun disco un po’ di ripieno, sbattete leggermente un uovo e spennellate i bordi. Ora il fagottino si può chiudere. Potete optare per il metodo più facile, cioè cornish pasty imm3ripiegare la pasta a portafoglio su se stessa, oppure seguire il metodo cornico, cioè alzare le due metà fino a sigillare il centro e procedere con le pieghe per sigillare bene. Non è difficile e io ho preferito seguire quest’ultimo metodo, come fa l’operatrice di St. Ives (dove ho mangiato i migliori) in foto. Se non ve la sentite, lasciateli sdraiati e nessuno noterà la differenza. Sigillate pizzicando il bordo e formando delle pieghe “a onda”. Infine, spennellate leggermente con il restante uovo sbattuto e infornate per 30 – 35 minuti o fino a doratura.

Note

  • la ricetta che ho seguito indicava una temperatura del forno di 220°. Ho scritto 200° perché secondo me è più giusta, almeno per il mio forno. Regolatevi in base ai tempi di doratura;
  • nelle ricette inglesi il ripieno non viene cotto prima della chiusura nell’involucro. Anch’io ho fatto così e tutto si è cotto a puntino. Se preferite cuocere prima il ripieno non c’è problema, l’importante è che lo inseriate nell’involucro quando è ben freddo, altrimenti la pasta si romperà;
  • potete servirlo caldo, tiepido o freddo. A me piace in tutti e tre i modi;
  • la rutabaga è una specie a metà tra la rapa e il ravanello, usata nei Paesi del Nord Europa ma difficile da reperire altrove. La maggior parte delle ricette la sostituisce con la rapa bianca. Secondo me non è lo stesso, meglio ometterla perché è proprio lei a dare un gusto particolare all’involto;
  • in alcune versioni troverete la carota al posto della rutabaga. Non cedete alla tentazione, per carità, i cornici potrebbero arrabbiarsi;
  • il cornish pasty tradizionale prevede l’uso di carne, ma potete ovviamente riempirlo con tutto ciò che vi capiti a tiro. Può trasformarsi in un ottimo svuotafrigo;
  • anche se non sembra, è facilissimo da mangiare coperto a metà con un tovagliolo. Se volete portarlo a un picnic si lascerà addentare senza troppi danni.

Dimenticavo, ultimo punto:

Provatelo e fatemi sapere se vi è piaciuto!