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Bacalao pil pil da Bilbao, patrimonio dell’umanità

A Bilbao ho fatto in tempo ad assaggiare questo patrimonio dell’umanità subito prima di saltare sull’aereo, il bacalao pil pil. Che si basa su un principio squisitamente naturale: la pelle del merluzzo, a contatto con l’olio a una certa temperatura, rilascia una sostanza gelatinosa, che crea una salsa meravigliosa con tre soli ingredienti e un movimento roteatorio che fa legare la salsa. Ora vi spiego tutto, pure che significa pil pil.

Ingredienti per 2 

  • quattro pezzi di baccalà (dissalato)
  • 1 peperoncino
  • 3 spicchi d’aglio
  • olio extra vergine di oliva, q.b.

Procedimento

Tagliate a fettine il peperoncino e gli spicchi d’aglio, eliminando il germe interno. In una padella scaldate abbondante olio extravergine di oliva. Aggiungete gli spicchi d’aglio e il peperoncino e fateli cuocere a bassa temperatura finché l’aglio non diventa dorato.  E resistete all’impulso di buttare la pasta e farvi gli spaghetti di mezzanotte. Quando gli spicchi d’aglio sono pronti, togliete aglio e peperoncino e tenerli da parte. Asciugate bene il bacalao con carta da cucina e  inseritelo delicatamente nella padella, con la pelle rivolta verso l’alto. Cuocete per circa tre minuti da un lato, e tre minuti dall’altro.   A questo punto, inizia la parte divertente. Tenendo la temperatura dell’olio sempre medio-bassa, la padella va roteata di tanto in tanto, in modo che il merluzzo inizi a rilasciare la gelatina che lo caratterizza.  Sembreranno formarsi delle impurità, in realtà è il pesce che rilascia la gelatina. Togliete il pesce, tamponatelo, e continuate a roteare l’olio con un colino, sempre tenendo bassa la temperatura. Andando avanti così per una ventina di minuti, a un certo punto vedrete che si creerà l’agognata salsa. Sarà pronta quando cambierà colore, assumendo una tonalità giallognola, e si sarà addensata. 

A questo punto, è fatta. Rimettete dentro il bacalao pil pil e scaldatelo dentro la salsa. Servite su un piatto, ricoprendolo di salsa e aggiungendo l’aglio e il peperoncino messi da parte all’inizio.

Note

  • la cosa più importante è tenere bassa la temperatura dell’olio, altrimenti il baccalà si frigge o si spappola;
  • se la temperatura sale troppo, togliete la pentola dal fuoco continuando a mescolare;
  • dicono che la prima volta sia difficile far venire la salsa. Seguendo i passaggi non avrete problemi, vedrete che sarà tutto molto semplice;
  • nella fase in cui il pesce è nella pentola, la creazione della salsa deve avvenire prendendo i manici della pentola e facendola roteare. Una volta tolti i pezzi di pesce, roteate usando un colino;
  • a Bilbao il bacalao pil pil viene servito con questi piccoli pescetti che vedete in foto in Italia chiamati cee, o cieche, e che è proibito pescare. Quindi, ne ho fatto a meno. A Bilbao c’erano e, vi dirò, non ne ho sentito la mancanza. bacalao2

Ma che significa pil pil? 

Ed eccoci alla domanda cruciale: che significa pil pil? L’origine è incerta. Qualcuno dice che il nome sia onomatopeico e che derivi dal rumore che fa l’olio quando bolle a bassa temperatura. Secondo altri, dovrebbe essere una spagnolizzazione del bacalao al piri-piri, il nome del peperoncino africano che viene usato e che arrivava dal Portogallo. 

 Comunque sia, vi va di provarlo? Fatemi sapere nei commenti!

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Il rombo al forno di Giovanna e Guy de Maupassant

D’estate la memoria va ai pranzi della domenica, quando bastava una tovaglia apparecchiata, un pasto semplice e quattro chiacchiere in famiglia. Proprio la vita leggera di Giovanna prima di sposarsi, nella casa paterna dei Pioppi. Sentite come racconta le mattine di Giovanna e il padre lo scrittore francese  Guy de Maupassant in Una vita:  “Un marinaio s’avvicinò presentando i suoi pesci, e Giovanna acquistò un grosso rombo che voleva portare ai Pioppi essa stessa. Poi padre e figliuola ripresero la via del castello; e siccome il grosso pesce affaticava Giovanna, ella gli passò nelle branchie il bastone paterno, e ciascuno ebbe la sua estremità. Così essi andavano allegri risalendo la costa, cianciando come due ragazzi, la fronte al vento, gli occhi brillanti, mentre che il rombo affaticava il loro braccio, a poco a poco, spazzando l’erba con la coda grassa “. Venite che vi racconto come si prepara il rombo al forno di Giovanna e Guy. Qui la videoricetta con tutti i passaggi

Ingredienti
  • rombo, 1 (circa 600  gr.)
  • patate, 6
  • pomodorini, una manciata
  • prezzemolo tritato
  • spicchio di aglio, 2
  • pepe, maggiorana, timo, origano, quanto basta
  • olio, quanto basta.
Procedimento

Affettate le patate a rondelle sottili e disponetele su una teglia a formare un “letto”.  Conditele con olio e le spezie che più vi piacciono. Io: maggiorana, timo, origano e pepe nero. Mescolate bene. Adagiate il rombo intero, con la pelle,  sopra il letto di patate, facendo un’incisione a croce al centro per farlo cuocere bene anche dentro. Inserite uno spicchio d’aglio dentro il taglio e un altro sotto la coda. Aggiungete ai lati i pomodorini e condite il tutto con altro olio.  Cuocete il rombo con patate e pomodorini in forno statico per 30 minuti circa a 180°.

 

Note

  • sarà cotto quando la pelle si toglierà facilmente e la carne sarà bianca
  • non ho messo sale perché spezie e pesce danno già da soli un sapore sapido, ma regolatevi secondo il vostro gusto.

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Ricetta in progress del panettone salato

E’ possibile realizzare il panettone salato senza impastatrice? Sì, è possibile. Antonella Scialdone ha realizzato un libro con ricette pensate per chi impasta a mano. Questa del panettone salato è una delle tante. Volete provare? Ovviamente nessuno impedisce di usare l’impastatrice, sicuramente risparmierete un bel po’ di fatica.

Ingredienti per uno stampo da panettone 500 gr (ricetta di Antonella Scialdone)

I impasto
– 75 gr. farina manitoba
– 95 gr. farina 0 
– 75 gr. acqua
– 70 gr. pasta madre rinfrescata
– 1 tuorlo d’uovo (20 gr.)
– 20 gr. zucchero
– 20 gr. strutto

II impasto
– 80 gr. farina 0
– 25 gr. acqua
– 10 gr. zucchero
– 20 gr. strutto
– 1 tuorlo d’uovo (20 gr.)
– 5 gr. malto riso
– 7 gr. sale 

+ Farcitura preferita

Primo impasto

Mettete la pasta madre in una ciotola, aggiungete l’acqua tiepida e sciogliete bene il lievito finché sia tutto liquido. Aggiungete il tuorlo, la farina, lo zucchero e mescolate.

Sbattete energicamente l’impasto dal basso verso l’alto per circa 10 minuti, poi aggiungete lo strutto (o burro, o olio) e continuare a sbattere per altri 10 minuti.  Se dopo l’aggiunta di strutto fosse difficile lavorarlo, sbattete per un po’, lasciate riposare qualche minuto e poi ricominciate. Alla fine, l’impasto risulterà omogeneo e appiccicoso. Coprite con pellicola trasparente e lasciate lievitare per 12 ore a temperatura ambiente.

Secondo impasto

Aggiungete al primo impasto acqua, malto, farina e mescolare. Quanto il tutto sarà amalgamato, inserire tuorlo, zucchero, sale. Sbattete energicamente l’impasto dal basso verso l’alto per circa 10 minuti, poi aggiungete lo strutto (o burro, o olio) e continuare a sbattere per altri 10 minuti.  Coprite con pellicola trasparente e lasciate riposare per 30 minuti. Successivamente, trasferite l’impasto nello stampo (imburrato se non è di carta), coprite e lasciate lievitare finché l’impasto non avrà raggiunto il bordo dello stampo (4-6 ore).

La cottura

Cuocete in forno statico a 190° per 30-40 minuti. Dopo i primi 20 minuti potete aprire e controllare. Se sta scurendo troppo, coprite con carta argentata. Alla fine, controllate con uno stecchino lungo, Se esce bagnato, proseguite per qualche minuto. Sfornate, infilzate la base con due stecchini e capovolgete. Lasciate raffreddare completamente (8 ore) prima di procedere con taglio e farcitura.

Taglio e farcitura

Con un coltello a seghetta tagliate dei dischi di 1-1,5 cm di spessore, partendo dalla base. Farciteli a coppia di due, tagliando poi ciascuna coppia farcita in 4 o 6 triangoli. Ricomponete il panettone e tenetelo in frigorifero per almeno 3 ore prima di servire.

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Riso rosso integrale con mazzancolle e zucchine

Ho una malattia, cercate di capirmi. Quando vedo sugli scaffali un prodotto che non conosco, non resisto. Avevo assaggiato qualche volta il riso rosso nei buffet, mai trovandolo particolarmente invitante. Ho quindi pensato di fare la prova cucinandolo io, perché spesso il riso dei buffet non mi piace solo perché è freddo e secco. Big surprise, è uscito fuori un piattino niente male! E ricco di proprietà benefiche, a quanto pare (vedi in fondo).

Ingredienti per 4 persone:

  1. riso rosso integrale, 500 gr.
  2. zucchine, 4
  3. mazzancolle, 400 gr.
  4. cipolla, 1, e sedano, 1
  5. curcuma
  6. pepe
  7. olio evo e sale, q.b.

Procedimento: 

Scoimg_5210ttate le mazzancolle in acqua bollente, se preferite salata (io non l’ho aggiunto), per non più di 2-3 minuti. Trascorso il tempo, togliete le mazzancolle e tenetele da parte, conservando l’acqua di cottura. Tagliate a dadi  le zucchine e mettetele a soffriggere in poco olio.  In un wok, mettete a tostare il riso in poco olio, cipolla e sedano. Quando sarà tostato, dopo 4 o 5 minuti, aggiungete un mestolo di acqua bollente delle mazzancolle e fate andare.

Mentre iimg_5211l riso cuoce, girate le zucchine, aggiungendo acqua se necessario, e cuocetele finché saranno morbide ma ancora croccanti. Contemporaneamente, pulite le mazzancolle, togliendo testa e carapace, e tagliatele tutte tranne tre, che serviranno per la decorazione del piatto, a pezzi grossi.

 

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Quando sentirete che il riso sta per giungere a cottura, dopo circa 25 minuti, versate le zucchine nel wok e mescolate. Poi spegnete il fuoco, e, mi raccomando a fuoco spento, aggiungete le mazzancolle a pezzi. Se volete arricchire il sapore, aggiungete una generosa spolverata di curcuma, che secondo me aggiunge gusto orientale al piatto, e una molto meno generosa di pepe. Niente sale, è già sapido di suo.

 

img_5214 Eccolo qui, un primo salutare e ricco di sapori. Sembra, infatti, che questa varietà di riso selvatico abbia alcune proprietà interessanti. E’ senza glutine, offre un buon apporto di fibre, manganese, magnesio e contiene anche discrete quantità di ferro, è ricco di antiossidanti. Ed è anche buono, il che non guasta. L’aggiunta di curcuma, sembra un antitumorale naturale, mi sembra perfetta.

 

Calamarata, il Mediterraneo nel piatto

Pensa e rifletti, non avrei potuto trovare ricetta migliore della calamarata per inaugurare la rubrica di cucina di pennaecalamaro.

Facile, veloce, gustoso e fresco, questo classico partenopeo vi consentirà di fare una splendida figura senza passare ore in cucina.

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