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Amami ancora – Tracy Culleton

Tracy Culleton mi restituisce un po’ di fiducia nelle storie romance, dopo le ultime letture francamente insoddisfacenti. Il romanzo scorre veloce, mentre ci pone di fronte a un interrogativo: che succede quando un matrimonio affronta un momento di stanca? E se è lei a tradire lui e lui se ne accorge? Grace si infila in un bel pasticcio, non ci sono dubbi. E a noi non rimane che stare a guardare per vedere come riuscirà a uscirne. Anzi, se riuscirà a venirne fuori…

Trama 

L’inquieta trentaquattrenne Grace non è soddisfatta della propria vita. Abita in una bella casa vicino a Dublino ed è sposata da otto anni con Dev, un uomo affascinante. Col tempo però la passione si è affievolita e Grace non si sente più desiderata dal marito. Per questo quando il suo capo Darius comincia a guardarla con interesse, lei cede e finisce tra le sue braccia. Sembra un’avventura, ma Dev scopre tutto e improvvisamente Grace perde ogni cosa: il marito, il lavoro e pure la sua migliore amica…

Gente di Dublino

Tracy Culleton con me è partita subito bene. Nelle prime pagine di Grace under pressure (Grace sotto pressione, come sempre la traduzione italiana non c’entra niente e il titolo originale è invece azzeccato) mi ritrovo una citazione “Io e Grace siamo gente di Dublino e non avremmo mai potuto allontanarci dalla città“.  Cioè, quella che penso e spero fortemente sia una citazione, di James Joyce, Gente di Dublino, il cui tema centrale era proprio l’immobilismo. E anche, per inciso, uno dei miei classici preferiti. Quindi, abbiamo una coppia stanca anche se ancora giovane e con pochi anni di matrimonio. Vivono in una casa pagata tantissimo per colpa della bolla immobiliare della tigre celtica. Come qualuno di voi ricorderà, così veniva chiamata l’Irlanda qualche anno fa. Lui è un impiegato che non ama il suo lavoro, lei una donna di 34 anni che lavorativamente non ha trovato la sua strada. Fatto sta che viene spinta dal marito e dalla sua migliore amica Cara a trovarsi un lavoro. E lei lo fa: massaggiatrice olistica. Viene assunta da una palestra e qui conosce Darius.

Ahiahiahi

E qui cominciano i guai. Quella che sembrava un’avventura senza importanza diventa un boomerang per Grace quando Dev scopre tutto. Ovviamente, il marito è un uomo tutto d’un pezzo e Grace il suo matrimonio dovrà sudarselo. In tutti i sensi, tanto che finisce per ritrovarsi in una comune a spalare m…sì, avete capito. Come continua non ve lo racconto, altrimenti vi tolgo il gusto della lettura. Dico solo che Tracy Culleton è brava a mescolare ironia, rabbia, zucchero sufficiente a far rientrare il romanzo nel genere romance ma nulla di più, per servirci poi un caffè dolceamaro nel finale.

Una seconda possibilità non si nega a nessuno

Quindi lettura consigliata? Sì, senza dubbio. L’unico aspetto a cui fare attenzione è l’atteggiamento manicheista dei personaggi, parenti e amici della fedigrafa, probabilmente dovuto all’impostazione irlandese della società. Insomma, sembra che questa povera Grace abbia ucciso qualcuno e che il povero Darius abbia compiuto chissà quale delitto. Mi sarebbe piaciuto un riconoscimento un po’ più deciso del fatto che tutti sbagliamo e tutti abbiamo diritto a una seconda possibilità. In fondo, caro Dev, per annoiare tua moglie in quel modo, un po’ di responsabilità l’avrai avuta anche tu, sei d’accordo?

Voi che ne pensate? Il tradimento è perdonabile, oppure no?

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Sempre sul matrimonio, sempre a Dublino: La metà di niente, di Catherine Dunne

Tua – Claudia Piñeiro

Tua, il romanzo con cui ho scoperto quest’autrice argentina, Claudia Piñeiro. Vi ho già parlato di Betibù, il giallo che ho letto subito dopo aver terminato Tua. Perché Claudia è una scrittrice che ti prende e ti porta con sé, tanto che quando hai finito un libro l’unica cosa che pensi è: “ok, qual è il prossimo?”

Trama 

Buenos Aires. Inés, moglie di Ernesto – dirigente di successo -, trova per caso nella ventiquattrore del marito un biglietto d’amore scritto con il rossetto e firmato “Tua”. Una sera decide di seguirlo fino al parco Bosques de Palermo dove lui e la sua amante si sono dati appuntamento. Vede che i due iniziano a discutere, lui la spinge violentemente, la donna cade, sbatte la testa contro un sasso e muore. Inés torna a casa ben decisa a fare il possibile per coprire il marito, salvare le apparenze e il matrimonio.

Scopri che ti tradisce. Come reagisci?

Un marito fedifrago è un accidente che nessuna donna si augura sposandosi. Ma quando le prove dell’infedeltà sono sotto i tuoi occhi, nello specifico sotto forma di un biglietto scritto con il rossetto, cosa fare? Divorziare, la prima idea non tanto originale e faticosa, per scoprire magari di essere la metà di niente. Fargliela pagare, la seconda idea privilegiata, ma tanto faticosa, soprattutto se non hai amiche ad aiutarti. Diventare sua complice. Fargli capire che sai della sua colpevolezza, che sai di vivere con un assassino e che non lo tradirai, perché sei una moglie perfetta. O almeno quello che una moglie completamente assorbita dal suo ruolo stereotipato pensa che debba essere una moglie che ama il marito.

Una gabbia prima o poi crolla

In realtà, pagina dopo pagina Claudia Piñeiro, con intelligente ironia, ci svela che questo matrimonio è una farsa fin dall’inizio e che i due protagonisti sono imprigionati in una gabbia che non hanno scelto e che piano piano sta crollando su se stessa, dentro l’apparente tranquillità di una scenografia di cartapesta. Tua e il suo rossetto sono solo il sintomo, e non la causa, di un’impalcatura che non regge. Sono andata avanti spedita con la lettura, curiosa di sapere come sarebbe andata a finire, soprattutto dopo un paio di colpi di scena inaspettati, che hanno evitato alla trama l’effetto già visto di una normale famiglia borghese che nasconde l’orrore. Mi hanno fatto prima pena e poi, appunto, orrore marito e moglie, chiusi nel loro egoismo senza speranza e senza rimedio. Tua, invece, riserva più di una sorpresa e quando leggerete capirete perché, ora non posso dire altro. L’unico sottile filo di speranza è appeso alla figlia di questi due degenerati, che incredibilmente da un errore che avrebbe potuto rivelarsi drammatico, trova non solo la forza di diventare adulta, ma anche probabilmente una nuova famiglia.

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Betibú – Claudia Piñeiro

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Amore e ritorno di Emily Giffin, sposata o libera?

Emily Guffin e il suo Amore e ritorno. Sei sposata. Felicemente sposata. Ti squilla il telefono ed è il tuo ex che si rifà vivo dopo secoli. “Ci vediamo? Devo parlarti”. Tu che fai? Rimani incollata fino all’ultima pagina per sapere come andrà a finire. Succede con Amore e ritorno, di Emily Giffin.

Trama

La vita di Ellen sembra perfetta. Trentatre anni, fotografa, sposata con Andy, l’uomo che ama e che sa sempre tirare fuori il meglio di lei. Tutto fila a meraviglia fino a quando Ellen incontra Leo, che non vedeva da otto anni. Leo, l’uomo che riusciva sempre a tirare fuori il peggio di lei e che, dopo una lunga e appassionata relazione, l’aveva lasciata senza una parola. Leo, l’ex con la E maiuscola, che ovviamente Ellen non ha mai dimenticato. Succede a New York, in un piovoso pomeriggio di gennaio. Due ombrelli che si incrociano per strada. Due persone che si salutano frettolosamente. Niente di più. Ma quell’incontro scatena in Ellen un fiume di emozioni sopite. Quando, poco dopo, Leo decide di rifarsi vivo e in più Andy annuncia di voler tornare ad Atlanta, Ellen comincia a porsi la fatidica domanda: «E se avessi sbagliato tutto?».

New York o Atlanta? Sposata o libera?

Partiamo da una premessa: alzi la mano chi non ha mai pensato a un eventuale incontro con un o una ex. L’Ex con la E maiuscola, quello o quella che ti ha stracciato il cuore in mille pezzi e poi l’ha gettato nel cassonetto dei materiali non riciclabili. Sì, proprio quell’ex. Quante volte avete sognato di incontrarlo mentre siete al top della forma e della vita personale per poterlo schifare una volta per tutte? Ecco, più o meno è quello che succede a Ellen. Solo che l’ex è ancora un gran figo, fa un lavoro figo e gli basta alzare il telefono per sentirsi dire sì a un incontro. Ellen è al top della vita personale: o almeno così sembra. In realtà, la sua vita così perfetta è la vita del marito e della famiglia di lui, sorella del marito migliore amica di Ellen compresa. Andy è la tranquillità, il benessere economico, la vita familiare. E’ Atlanta. Leo è l’incertezza, la frenesia, il talento. E’ New York. Voi, al posto di Ellen cosa avreste scelto?

Prima Andy, poi Leo

Amore e ritorno mi ha tenuto incollata alle pagine fino alla fine, perché all’inizio Emily Giffin mi ha spinto verso Andy, poi decisamente verso Leo, poi ho sperato in un sussulto di carattere da parte di Ellen. Alla fine, non so, non sono convinta fino in fondo che il cerchio si sia chiuso davvero. Forse, non avrei scelto il finale della scrittrice. Probabilmente, opinione meramente personale, le sue origini e il fatto che lei stessa viva ad Atlanta, hanno influenzato non poco gli eventi. M spiego meglio: alla fine, ho avuto la sensazione che dovesse andare così non perché davvero dovesse andare così, ma solo per il rispetto di una visione tradizionale della vita. Un po’ poco, per approvare le scelte di Ellen.

In ogni caso, quello di Emily Giffin un romance che consiglio, orrori di ortografia nella traduzione a parte. Se non altro perché un tuffo nell’ex vita è piacevole. Soprattutto se scopri che, alla fine, non ti manca per niente.

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Le nostre Vacanze in villa stanno finendo, peccato!

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Terapia di coppia per amanti – Diego De Silva

Mentre cucino ‘O scarpariello per cena, penso a cosa scrivere su Terapia di coppia per amanti, per me il primo di Diego De Silva che non appartenga alla serie dell’avvocato Malinconico. Purtroppo, anche stavolta non posso promuoverlo pienamente. Ma andiamo con ordine.

La trama

Viviana e Modesto sono amanti, entrambi sposati con figli. Il loro rapporto è talmente tormentato che la donna costringe lui a sottoporsi a una terapia di coppia. Vanno allora dal professor Malavolta, star di una trasmissione televisiva, senza immaginare che il terapista abbia a sua volta problemi di cuore. Come finirà? I due amanti metteranno il The end alla loro storia, oppure rinunceranno alle loro famiglie per viverla pienamente e alla luce del sole?

‘O Scarpariello e niente più

Credo che proprio lo scarpariello, una ricetta che non conoscevo, sia l’elemento positivo che ho tratto dalla lettura del romanzo. Eppure quest’ultimo mi incuriosiva, un po’ per il tema trattato, cioè una coppia di amanti che si ritrova a vivere gli stessi problemi di una coppia ufficiale, un po’ perché volevo scoprire un De Silva diverso da quello “Malinconico” finora frequentato. Confesso che però, nonostante le ottime premesse, con Terapia di coppia per amanti mi sarei fermata dopo meno di 100 pagine se non avessi voluto scoprire come sarebbe andata a finire. Perché lo svolgimento è lento, a tratti noioso, pieno di stereotipi, inverosimile fino a sfiorare l’assurdo. Soprattutto, la famigerata terapia di coppia per amanti arriva dopo più di cento pagine dall’inizio del libro, quando invece sarebbe dovuta iniziare subito o quasi. Non sono troppe cento pagine per inquadrare contesto e situazione?

Mogli e mariti traditi, dove siete?

Secondo me sì ed è in questo aspetto che ho rintracciato il peggiore difetto del romanzo, che personalmente avrei centrato quasi esclusivamente sulle sedute di terapia e sulla vita coniugale dei due. Difetto seguito da una storia a più voci dove le differenze tra uomo, donna e analista non si percepiscono abbastanza. Sembrano scritti e pensati dalla stessa mano e mente, quando così non dovrebbe essere. Marito e moglie traditi, per giunta, risultano non pervenuti. Passi per il marito, perlopiù rassegnato, ma una moglie che non si accorge di niente o, peggio, fa finta di niente, non esiste in natura!

Scrittura piacevole

Salvo la scrittura sempre piacevole dello scrittore, che risulterebbe più efficace senza i continui intermezzi di pensieri vari che non sono riconducibili ai protagonisti, stesso commento che mi aveva suscitato il terzo Malinconico, e alcuni passaggi divertenti che mi hanno fatto ridere di cuore. A questo punto, se non l’avete ancora letto e avete intenzione prima o poi di farlo, passate direttamente alla ricetta dello scarpariello che Modesto e Viviana vanno a mangiare nella loro trattoria preferita dopo aver fatto l’amore, che è proprio buono.

Altrimenti, accedete allo spoiler.

Spoiler, spoiler, spoiler (fermatevi prima se non l’avete letto)

E poi scusatemi, ma quando mai una madre che riconosce la suoneria dell’iphone e pensa che il figlio l’abbia comprato alle spalle dei genitori, non si chiederebbe dove abbia preso i soldi per acquistarlo, prima di cominciare a indagare silenziosamente e ferocemente sui presunti traffici del pargolo? E quale moglie, il cui marito le comunichi l’intenzione di traslocare e di prendersi una pausa, non gli farebbe immediatamente l’interrogatorio di terzo grado (vedi storia dell’iphone) seguito da violenta scenata di gelosia?

Voi che dite, vi è piaciuto?

***

Non è una bella scoperta, dal momento che la verità incontestabile che la sorregge è che ti sei innamorato come una braciola. Che hai bisogno di lei, che ti piace da morire il modo in cui si muove e gesticola, parla e pensa, mangia e beve, starnutisce e sbadiglia, si veste e si spoglia;

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‘O Scarpariello degli amanti in terapia

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Sono contrario alle emozioni – Diego De Silva

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Una vita – Guy de Maupassant

270px-La_Parure_-_Gil_Blas Una vita (titolo originale Une vie) è il primo romanzo di Guy de Maupassant, comparso originariamente come romanzo d’appendice nel 1883 sul quotidiano Gil Blas. Dopo aver finito La metà di niente, dove Rose era alle prese con il divorzio dal marito Ben, riprendere questo libro già iniziato è venuto naturale.

Trama

Jeanne è una giovane aristocratica, che dopo essere stata educata nel collegio religioso del Sacro Cuore fino all’età di 17 anni, nel 1819 va a vivere nella residenza di famiglia “I pioppi” vicino alla località normanna di Yport: qui vive giorni felici carichi di sogni e di aspettative per il futuro. Dopo solo tre mesi di fidanzamento va in sposa al visconte Julien de Lamare. Appena tornati dal viaggio di nozze in Corsica, così carico di romanticismo e di passione, la sua vita reale prende inaspettatamente una piega ben più triste. Il marito si rivela ben presto per quello che è realmente, un uomo avido ed egoista, meschino e del tutto indifferente alla vita coniugale. Giovanna scopre poco dopo cosa si cela dietro tanta freddezza…

Uno spaccato del mondo femminile ottocentesco

E’ il primo romanzo di Guy De Maupassant che leggo e il primo che lui abbia scritto. La storia è piuttosto semplice, non ci sono grandi sussulti se non nel modo cruento in cui i due amanti “nobili” vengono eliminati. All’amante domestica di casa, invece, lo scrittore riserva un trattamento più umano, forse perché del popolo, e all’epoca le donne del popolo non avevano grandi scelte se non sottostare ai voleri dei padroni, qualunque essi fossero. Guy de Maupassant, però, ci offre uno spaccato del mondo femminile dell’800. La protagonista esce a diciassette anni dal convento con idee romantiche e illusorie sulla vita. I genitori, benestanti e senza grandi pretese, si limitano a viziarla, protetti e felici nel loro piccolo mondo popolato di personaggi tipici: il prete, il sindaco, i vicini aristocratici, la servitù.

Nulla di più, nulla da chiedere, nulla da raggiungere

A Giovanna (ho letto un’edizione italiana molto datata del romanzo di Guy de Maupassant, dove i nomi stranieri sono stati tutti tradotti) viene spontaneo e naturale adeguarsi senza nulla pretendere, senza nulla dare, come una qualsiasi figlia coccolata e adorata sente di poter fare. Appena si avvicina un pretendente, tutta la famiglia è concorde nell’accoglierlo in casa come uno di loro. Peccato che l’uomo sia preda dei vizi e che cerchi solo una moglie facoltosa per sistemarsi. Quando lo capisce, Giovanna abbozza un rifiuto, vorrebbe cacciarlo via, ma in pochi giorni e con laconiche parole viene ricondotta alla ragione. D’altra parte, quale uomo non ha mai tradito la moglie? E quale donna non ha mai trovato un uomo vero che riaccendesse la passione sopita?

Tutto è sempre uguale 

La famiglia non è certo il luogo dove si sfogano gli istinti, piuttosto un porto sicuro riconosciuto dalla comunità. Anche la campagna sembra immersa nel sonno. Tutto è sempre uguale, le stagioni si susseguono senza sorprese, la primavera torna sempre puntuale. Non a caso, gli unici atti di passione colgono i coniugi nella mia amatissima e selvaggia Corsica. Giovanna non cede al ricatto di cercare la felicità fuori dal matrimonio, ma aver aperto gli occhi non basta. Rimane supina, senza volontà, senza capacità di diventare davvero una donna, una madre, una figlia. E’ un fantoccio, in balìa degli eventi e delle persone manipolatorie che la circondano.

Non è finita finché non è finita

Finché, a salvare questa disperata, non arriva un’altra donna. Anzi, torna un’altra donna. Rosalia, la sua sorella di latte, la donna del popolo che tanto l’aveva fatta soffrire e a cui eppure lei vuole ancora bene. Sua sorella, la sua amica, se amica può essere chiamata una persona alle proprie dipendenze, prende in mano le redini e riconduce Giovanna a una parvenza di felicità. Sì, quella felicità che sembrava smarrita per sempre, accanto a una persona forte Giovanna sente di poterla di nuovo riacciuffare. Perché Rosalia possiede la saggezza del popolo e lei lo sa bene, come diceva qualcuno, che non è finita finché non è finita.

p.s. la foto in copertina è mia, scattata durante un fantastico viaggio in Corsica. 

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Bel Ami – Guy de Maupassant

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La metà di niente – Catherine Dunne

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