Un treno che sta per partire, la città eterna che fa da sfondo alle vicende d’amore di tre persone…no, non è una nuova trama. Sono io che leggo in sala d’attesa Un giorno a Roma per innamorarsi del regista australiano Mark Lamprell. The Lovers’ Guide to Rome – Guida di Roma per innamorati è, come quasi sempre, titolo più azzeccato di quello tradotto. Perché in effetti lo scrittore è innamorato di Roma e alla città è dedicata questa storia. Che inizia come tante: tre persone, per motivi diversi, giungono a Roma in cerca dell’amore, quello perso, da trovare o da ritrovare. D’altronde, non è forse vero che tutte le strade portano a Roma? Complice una piastrella blu, per tutti e tre le “vacanze romane” saranno indimenticabili e li porteranno lì dove volevano o dovevano arrivare i loro cuori.
Trama
Alice, studentessa americana affamata di arte e bellezza, alla vigilia del fidanzamento con l’uomo perfetto, parte per la Città Eterna con la voglia di vivere e osare che le ribolle nel sangue. L’anziana Constance, intanto, è in città per disperdere le ceneri dell’amato marito dal Ponte Sant’Angelo, dove tutto – segreti compresi – ebbe inizio più di quarant’anni fa. Meg e Alec, infine, facoltosa coppia residente a Los Angeles, è a Roma per un capriccio di lei, disposta a tutto pur di rintracciare un artigiano dal talento inimitabile. Ma le torbide acque del Tevere riportano a galla antichi ricordi e verità troppo a lungo sepolte. Sei personaggi, tre storie solo apparentemente distanti, collidono e si intrecciano nella città più bella del mondo. Perché le vie dell’amore sono infinite. E portano tutte a Roma.
Il genius loci
Un romanzo carino, dolce, romantico al punto giusto, scritto da Mark Lamprell, un regista che ama Roma al punto da averlo ideato e realizzato “quasi tutto all’aperto, girando per le vie o seduto in un caffè in piazza“. Scorrendo le pagine, questo sentimento si percepisce, si odora quasi, e credo che sia l’aspetto più invitante. Il genius loci, lo spirito del luogo, accompagna il lettore per tutto il viaggio e gli fa vedere Roma coi suoi occhi innamorati.
Consigliato per due ore di leggerezza ed evasione. Anch’io sono innamorata di Roma ed è solo per questo che sono riuscita a perdonare due leggerezze: la prima riguarda l’acqua di una fontana che un gruppo di inglesi beve e responsabile, secondo l’autore, del malessere di tutti. Caro Mark Lamprell, sanno tutti che l’acqua di Roma è potabile e una delle migliori al mondo. Come espediente per far sentire in colpa la protagonista è poverissimo! E poi, il cappuccino per accompagnare il pranzo! Qui mi sei piaciuto molto, quando dici che immagini i baristi scuotere la testa dopo aver preso l’ordine. Dev’essere andata proprio così, mentre scrivevi qualche pagina seduto al tavolino di un bar di fronte a una fontana…;)