Il romanzo è la trasposizione del celebre fumetto giapponese Candy Candy, pubblicato in Giappone nel 1978 e ristampato nel 2003. La versione italiana, però, arriva solo nel 2014. Anche se penso sia superfluo raccontare la trama, la riassumo per quei pochissimi ignari della sua esistenza.
Trama
Siamo agli inizi del 1900 in America. Candy è un’orfana cresciuta nella Casa di Pony, ormai quasi troppo grande per sperare di venire adottata. Il giorno in cui la sua amica Annie, trovata insieme a lei nel giorno che convenzionalmente diviene il loro compleanno, Candice incontra un giovane in kilt che suona la cornamusa “sei più carina quando ridi che quando piangi”. Poi, sparisce all’improvviso. Successivamente, Candy viene adottata da una ricca famiglia, ma l’entusiasmo dura poco, poiché ben presto si rende conto che l’hanno scelta solo per fare da compagna di giochi ai figli viziati dei padroni di casa. Per fortuna, i vicini di casa sono tre meravigliosi ragazzi che a loro modo s’innamorano di lei. Dopo varie vicissitudini, si ritrovano tutti tranne uno a Londra, dove Candy incontra il tormentato Terence…
Tenerezza per gli anni trascorsi
Devo dire che solitamente guardo con sospetto operazioni in cui un prodotto di successo planetario viene trasformato in qualche altra cosa, perché quasi sempre si rivela deludente e non all’altezza dei ricordi o del format originale.
In questo caso, invece, la lettura si è rivelata piacevole e un sentimento di melanconia, per un cartone tanto amato da ragazzina, si è subito trasformato in tenerezza per gli anni trascorsi e per questa gentile e solare orfana che sorride nonostante tutto alla vita. E poi con il tempo avevo dimenticato alcuni particolari, come il comportamento ambiguo di Annie e che il principe della collina ed Anthony non fossero la stessa persona. In premessa, l’autrice afferma di aver avuto per anni “la sensazione che ci fosse ancora molto da raccontare”. E’ l’impressione che ho avuto anch’io e ho divorato il romanzo con un’aspettativa crescente. Solo che, arrivata alla fine,mi sono accorta che il libro…non finisce.
Un Tarzan in gonnella protesterebbe
In parole povere, la storia viene troncata a metà e una postilla laconica avverte il lettore che “Candy Candy prosegue e si conclude nel prossimo volume”. Sono rimasta a bocca asciutta, e pure amareggiata. Sarebbe stato forse meglio specificarlo in copertina, o addirittura nel titolo. Non mi spiego,infatti, come mai il titolo originale “Candy Candy Final story vol. I” sia stato troncato in “Candy Candy” e basta. Ci vorrebbe proprio un Tarzan in gonnella per protestare contro chi ha avuto quest’idea infelice.
Intanto voglio sapere da voi: Terence o Il principe della collina?