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Panettone gastronomico, l’esperimento social ha inizio

Siete caldi? Un esperimento di cucina social sta partendo. Appuntamento alle ore 18:00 di giovedì 22 dicembre.

Sulla pagina https://www.facebook.com/pennaecalamaropuntocom/ prepareremo il panettone gastronomico in diretta, tutti insieme.

Regole per partecipare: fare spesa e seguire il procedimento. E se vi piace la pagina, mettere Mi piace alla pagina.

Avvertenze: risultato (non garantito). Altrimenti, che esperimento sarebbe?

Le piadine che si credevano cotolette

Altra ricetta niente male per smaltire gli esuberi di pasta madre: le piadine. Stavolta, l’avanzo del panettone ha stazionato in frigo per un po’, ma arriva sempre il momento in cui il pane non c’è e hai bisogno di accompagnare una semplice insalata per una cena semplice e veloce.  Ed ecco qui queste frittelle: sono nate simili a piadine, però ho saltato il fondamentale passaggio “bucherellare la superficie” e loro si sono montate la testa. Sono diventate cotolette! Ottime comunque per accompagnare la mia insalatina con semi di lino.

Ingredienti (per circa 6 frittelle):

  • pasta madre esubero, 200 gr
  • acqua, 60 gr
  • olio evo, 25 gr
  • farina integrale, 110-120 gr
  • olio q.b. per friggere

Procedimento: 

Mescolate la pasta madre con acqua e olio, finché  mother non sia completamente liquida.

Aggiungete la farina e lavorate impastare fino a ottenere una palla liscia e omogenea. Lasciate riposare in una ciotola coperta con pellicola trasparente per circa un quarto d’ora.

Successivamente, suddividete l’impasto in 6 parti, per ottenere frittelle di media grandezza, e ricavatene delle palline, da stendere con il mattarello, o a mano se avete fretta.

Scaldate un cucchiaio d’olio in una padella antiaderente e appoggiate una piadina o due per volta, bucherellando la superficie con i rebbi di una forchetta. Quando il lato inferiore sarà ben colorito, girate e lasciate cuocere dall’altra parte.

Usatele calde e farcitele come più vi piace. Io le ho usate come accompagnamento al posto del pane per un’insalata, ma se volete completare l’opera svuotatutto del frigo, potete optare per una farcitura con tutti gli avanzi che riuscite a reperire.

p.s. se non avete il lievito madre e volete provarla, vi suggerisco il calcolatore per la conversione dei lieviti che utilizzo di solito.

p.p.s. sono ottime anche con altri tipi di farina. Fate solo attenzione ad aggiustare la consistenza dell’impasto, che deve essere sempre liscio e omogeneo.

 

Lo strano caso della scrittrice uccisa a mezzanotte. Dal panettone

Panettone. Pazza idea. Magari, di far l’amore con lui. Macché, sono invitata a un evento, “Panettonatando in compagnia”. Divertente!, pensa la stolta, che fino a quel momento si era limitata a leggere le ricette online, un po’ tentata, tanto scoraggiata. Eh sì, perché la maggior parte inizia, finisce o contiene in mezzo “se sbagliate, non vi verrà”, “se non amalgamate non lieviterà”, “se non azzeccate la temperatura del forno, non cuocerà”, “se non buttate sangue, non s’incorderà”. Insomma, una catastrofe su tutta la linea.

Forse, pensa sempre la stolta, se affronto la prova in gruppo andrà bene. Forse, la fanno difficile, ma in realtà bisogna solo cimentarsi, come tutte le cose. Forse, dopo kg e kg di pane e l’aiuto della mia preziosa mother, posso farcela.

Ok, gli ingredienti ci sono, iniziamo. Che sarà mai?

Ora, lungi da me darvi la ricetta o il procedimento del panettone, non sono narcisista fino a questo punto. Vi rimando alle bravissime amiche di Breadheart, che hanno creato l’evento su facebook e che con tanta pazienza hanno risposto alle domande più assurde per tutto il fine settimana di Panettonatando, e anche oltre, seguendo la ricetta Morandin.

Mi limito a dare qualche suggerimento per chi voglia comunque affrontare la prova. Così, tanto perché sappiate a cosa andate incontro:

  1. se decidete di affrontarla, sappiate che dovrete chiudervi in casa per tre giorni e che praticamente non potrete fare altro. Fidatevi;
  2. non prendete appuntamenti se avete deciso di panettonare (vedi punto 1);
  3. gli ingredienti, sono una delle cose più importanti. Non lesinate sulla materia prima: altrimenti, consiglio di cuore un panettone industriale;
  4. mother dovrà affrontare un super lavoro. Preparatela, parlatele, coccolatela. Vi seguirà nella pazzia, anche se riottosa;
  5. vi diranno che impastare a mano è impossibile, che serve l’impastatrice, che perderai l’uso delle braccia. Sono la dimostrazione vivente che non solo impastare a mano è possibile, ma anche che mesi e mesi di palestra non valgono tre giorni di olio di gomito;
  6. anche se impastare con olio di gomito è meglio che andare in palestra, allenare le braccia prima di iniziare non è una cattiva idea;
  7. la preparazione. Come in tutte le attività, sportive, di studio, o lavorative, la preparazione è fondamentale. Dopo aver acquistato ottimi ingredienti (vedi punto 3), è importante pesare tutti gli ingredienti e suddividerli in ciotole. Io non l’ho fatto, e mi sono dannata per questo;
  8. i tempi. Calcolate bene quando iniziare, altrimenti farete tante belle nottate in bianco, scrutando la pasta che lievita o il pirottino nel forno;
  9. preparatevi comunque a passare notti in bianco (vedi punto 8). Lasciate spazio all’imprevisto, perché può accadere che mother non lieviti nei tempi standard. Anzi, è probabile che non ne voglia proprio sapere. Consiglio che vale anche nella vita, in generale;
  10. il termometro a sonda. “Misurate la temperatura al cuore del panettone, deve raggiungere 94°”. Perfetto. Oh, cavolo, il termometro a sonda mi manca. Come posso fare? Don’t worry, il caro vecchio e antiquato metodo “infilo lo spiedino e se esce asciutto è pronto” vi verrà in soccorso.

E ora veniamo alle note dolenti. Il mio panettone è uscito così, fragrante, morbido e gustosissimo, ma un po’ bassino. Si è rifiutato di vedere il mondo da una cupola ed è rimasto nell’oblò del pirottino.

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Io lo amo così com’è e non vedo l’ora di condividerlo. Eh sì, perché mancano ancora tre punti all’elenco:

  1. o 11. la lentezza. E’ un valore assoluto. Permette di comprendere, assaporare, sentire. Anche se il dolce non dovesse riuscire, il tempo speso per te stesso e per le persone a cui vuoi bene non sarà mai tempo perso;
  2. o 12. sembra che la sua origine possa essere rintracciata nell’usanza di preparare pane dolce e condividerlo con tutti i commensali durante le feste. Credo che sia il modo migliore per gustarlo;
  3. o 13. secondo me sarebbe meglio preparare il panettone in gruppo. Mentre impastavo, mi sembrava quasi di vederle, le donne del passato, fiere, forti e vigorose, che ciarlando in allegria si scambiavano i ruoli e a turno affrontavano l’epica fatica. Che ai loro tempi, forse, era niente rispetto alla fatica di vivere.

E voi? Vi siete cimentati o pensate di cimentarvi nell’impresa?

 

 

 

“Grossoni” con esubero e spezie

Di una semplicità disarmante. Finora, non ho trovato ricetta migliore per smaltire gli esuberi mostruosi che mi ritrovo ogni volta che salto una panificazione con mother. Lei si offende, blobba e a me dispiace sprecare cibo. E’ mio dovere avvisarvi: questi “grossoni” vanno via in un nanosecondo.

Ingredienti (per circa 15 grossoni):

  • pasta madre, 350 gr
  • acqua, 35 gr
  • olio evo, 30 gr
  • farina di semola di grano duro rimacinata, 175 gr
  • spezie e aromi vari (curcuma, origano, timo, rosmarino, …)
  • sale, 1 pizzico

Procedimento: 

In img_5284una ciotola sciogliete la pasta madre con l’acqua e l’olio finché è tutta liquida. Aggiungere le spezie e la farina e mescolare. Alla fine, aggiungete un pizzico di sale. Passate sulla spianatoia e lavorate l’impasto brevemente, finché lo vedete diventare liscio e omogeneo. Formate una palla e lasciatela riposare per 5 minuti. Riprendete l’impasto e con una spatola o un coltello tagliatelo a fette spesse.

 

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Dividete ogni fetta in due e arrotolatela con entrambe le mani. Deve diventare molto lunga e fina.

Poi utilizzate il punto mediano del filoncino come capo della treccia e intrecciate i due fili fino all’estremità. Accendete il forno a 210°.
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Adagiate i grossoni su una teglia e infornate per 15 minuti, se volete che restino morbidi. In cottura tenderanno a gonfiarsi e diventeranno giganti, da qui il nome che ho dato loro. Se il grado di cottura non vi soddisfa, rimettete in forno per qualche altro minuto.

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Note: 

  • suggerimento di presentazione. Prendete una tazza grande, rivestitela con un tovagliolo di carta colorato e adagiateli in piedi, perché gli ospiti possano sfilarli dal mucchio. Più ne fate e più sembreranno tante spighe di grano;
  • potete utilizzare le spezie e gli aromi che volete, provando diversi abbinamenti;
  • essendoci olio e spezie, mi sono limitata a un pizzico di sale. Se vi piacciono più salati, ma io vi consiglio di limitarne l’uso il più possibile, aggiungetene qualche grammo;
  • se non usate la pasta madre, usate i convertitori online per bilanciare gli ingredienti con il lievito che usate.

Altre ricette:

Ricette di lievitati

 

Bretzel, dalla Germania uno snack da partita

Appena tornata dal mio viaggio a Berlino, tutta elettrizzata ho detto a Mother, “preparati, ho un incarico per te”. Lei, tutta gongolante, non immaginava la volessi usare per i Bretzel, tipico snack che di solito viene venduto in confezione singola o fresco al banco del pane. Ho seguito la ricetta di Antonella Scialdone: unica variazione, il sale grosso all’esterno, meno sale all’interno e meno burro. Ormai lo sapete, dove non è necessario non aggiungo sale e, in questo caso, vi assicuro non lo è proprio. A meno che non siate un oste che deve far bere più birra possibile ai suoi avventori!

Ingredienti per 4 persone:

  • farina 0, 500 gr
  • acqua, 250 gr
  • pasta madre, 160 gr
  • burro, 30 gr
  • sale, 7 gr
  • malto d’orzo, 7 gr
  • soluzione di bicarbonato: 1,5 lt di acqua, 80 gr. di bicarbonato, 20 gr. sale

Procedimento: 

Inimg_5161 una ciotola sciogliete la pasta madre con l’acqua finché sia tutta liquida. Aggiungete, nell’ordine, malto, farina, sale e mescolate. Passate sulla spianatoia e lavorate l’impasto per 10 minuti, con energia, poi aggiungete poco alla volta il burro ammorbidito, sempre continuando ad impastare. Aggiungetelo poco alla volta e solo dopo che l’impasto abbia assorbito il precedente, Io, per esempio, mi sono fermata a 30 gr (la ricetta diceva 40) perché il composto non ne avrebbe assorbito di più.

Formate unimg_5156a palla, coprite con pellicola trasparente e lasciate lievitare per 3 ore, quindi sgonfiate l’impasto e procedete con una serie di pieghe. Coprite di nuovo l’impasto e lasciate nuovamente lievitare per 3/4 ore. Riprendete l’impasto e con una spatola dividetelo in 10 pezzi da 90 gr. l’uno, circa.      Ora, attenzione ai passaggi.

Prendete uno dei dieci pezzi, arrotondatelo fino a creare dei filoncini lunghi circa 50 cm, lasciandoli più gonfi al centro e assottigliandoli alle estremità. Poi incrociate due volte il filoncino, come mostrato in foto, e fissare le estremità incrociandole sul corpo cicciotto del filoncino. E’ più difficile a dirsi che a farsi, ve l’assicuro.

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Adagiate i bretzel su una teglia rivestita di carta forno e copriteli con pellicola trasparente.
Nel frattempo,preparate la soluzione di bicarbonato e sale. Portate a ebollizione l’acqua, aggiungete prima il sale e poi il bicarbonato. Attenzione, il bicarbonato potrebbe provocare schizzi di acqua bollente fuori dalla pentola. Prima di versare il bicarbonato, abbassate leggermente il fuoco, per poi rialzarlo subito dopo.
Immergete uno o due bretzel per volta e quando torneranno a galla prelevateli con una schiumarola, adagiandoli su un canovaccio. Per evitare che il bicarbonato penetri troppo all’interno, fateli raffreddare in frigorifero per mezz’ora. Accendete il forno a 200°. Trascorsi 30 minuti, prendete i bretzel, rifiniteli con sale grosso se volete (io non l’ho fatto, troppo salati per i miei gusti) e passateli in forno per 25 minuti. Sfornateli e lasciateli raffreddare su una griglia prima di consumarli.

Note:

  • potete utilizzarli come pane o come snack;
  • ottimi serviti con salumi e una birra ghiacciata;
  • abbinamento divino in una cena a base di stinco di maiale;
  • birra, bretzel e partita davanti alla tv. La domenica è servita.

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