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Ricetta in progress del panettone salato

E’ possibile realizzare il panettone salato senza impastatrice? Sì, è possibile. Antonella Scialdone ha realizzato un libro con ricette pensate per chi impasta a mano. Questa del panettone salato è una delle tante. Volete provare? Ovviamente nessuno impedisce di usare l’impastatrice, sicuramente risparmierete un bel po’ di fatica.

Ingredienti per uno stampo da panettone 500 gr (ricetta di Antonella Scialdone)

I impasto
– 75 gr. farina manitoba
– 95 gr. farina 0 
– 75 gr. acqua
– 70 gr. pasta madre rinfrescata
– 1 tuorlo d’uovo (20 gr.)
– 20 gr. zucchero
– 20 gr. strutto

II impasto
– 80 gr. farina 0
– 25 gr. acqua
– 10 gr. zucchero
– 20 gr. strutto
– 1 tuorlo d’uovo (20 gr.)
– 5 gr. malto riso
– 7 gr. sale 

+ Farcitura preferita

Primo impasto

Mettete la pasta madre in una ciotola, aggiungete l’acqua tiepida e sciogliete bene il lievito finché sia tutto liquido. Aggiungete il tuorlo, la farina, lo zucchero e mescolate.

Sbattete energicamente l’impasto dal basso verso l’alto per circa 10 minuti, poi aggiungete lo strutto (o burro, o olio) e continuare a sbattere per altri 10 minuti.  Se dopo l’aggiunta di strutto fosse difficile lavorarlo, sbattete per un po’, lasciate riposare qualche minuto e poi ricominciate. Alla fine, l’impasto risulterà omogeneo e appiccicoso. Coprite con pellicola trasparente e lasciate lievitare per 12 ore a temperatura ambiente.

Secondo impasto

Aggiungete al primo impasto acqua, malto, farina e mescolare. Quanto il tutto sarà amalgamato, inserire tuorlo, zucchero, sale. Sbattete energicamente l’impasto dal basso verso l’alto per circa 10 minuti, poi aggiungete lo strutto (o burro, o olio) e continuare a sbattere per altri 10 minuti.  Coprite con pellicola trasparente e lasciate riposare per 30 minuti. Successivamente, trasferite l’impasto nello stampo (imburrato se non è di carta), coprite e lasciate lievitare finché l’impasto non avrà raggiunto il bordo dello stampo (4-6 ore).

La cottura

Cuocete in forno statico a 190° per 30-40 minuti. Dopo i primi 20 minuti potete aprire e controllare. Se sta scurendo troppo, coprite con carta argentata. Alla fine, controllate con uno stecchino lungo, Se esce bagnato, proseguite per qualche minuto. Sfornate, infilzate la base con due stecchini e capovolgete. Lasciate raffreddare completamente (8 ore) prima di procedere con taglio e farcitura.

Taglio e farcitura

Con un coltello a seghetta tagliate dei dischi di 1-1,5 cm di spessore, partendo dalla base. Farciteli a coppia di due, tagliando poi ciascuna coppia farcita in 4 o 6 triangoli. Ricomponete il panettone e tenetelo in frigorifero per almeno 3 ore prima di servire.

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Panettone. Pazza idea. Magari, di far l’amore con lui. Macché, sono invitata a un evento, “Panettonatando in compagnia”. Divertente!, pensa la stolta, che fino a quel momento si era limitata a leggere le ricette online, un po’ tentata, tanto scoraggiata. Eh sì, perché la maggior parte inizia, finisce o contiene in mezzo “se sbagliate, non vi verrà”, “se non amalgamate non lieviterà”, “se non azzeccate la temperatura del forno, non cuocerà”, “se non buttate sangue, non s’incorderà”. Insomma, una catastrofe su tutta la linea.

Forse, pensa sempre la stolta, se affronto la prova in gruppo andrà bene. Forse, la fanno difficile, ma in realtà bisogna solo cimentarsi, come tutte le cose. Forse, dopo kg e kg di pane e l’aiuto della mia preziosa mother, posso farcela.

Ok, gli ingredienti ci sono, iniziamo. Che sarà mai?

Ora, lungi da me darvi la ricetta o il procedimento del panettone, non sono narcisista fino a questo punto. Vi rimando alle bravissime amiche di Breadheart, che hanno creato l’evento su facebook e che con tanta pazienza hanno risposto alle domande più assurde per tutto il fine settimana di Panettonatando, e anche oltre, seguendo la ricetta Morandin.

Mi limito a dare qualche suggerimento per chi voglia comunque affrontare la prova. Così, tanto perché sappiate a cosa andate incontro:

  1. se decidete di affrontarla, sappiate che dovrete chiudervi in casa per tre giorni e che praticamente non potrete fare altro. Fidatevi;
  2. non prendete appuntamenti se avete deciso di panettonare (vedi punto 1);
  3. gli ingredienti, sono una delle cose più importanti. Non lesinate sulla materia prima: altrimenti, consiglio di cuore un panettone industriale;
  4. mother dovrà affrontare un super lavoro. Preparatela, parlatele, coccolatela. Vi seguirà nella pazzia, anche se riottosa;
  5. vi diranno che impastare a mano è impossibile, che serve l’impastatrice, che perderai l’uso delle braccia. Sono la dimostrazione vivente che non solo impastare a mano è possibile, ma anche che mesi e mesi di palestra non valgono tre giorni di olio di gomito;
  6. anche se impastare con olio di gomito è meglio che andare in palestra, allenare le braccia prima di iniziare non è una cattiva idea;
  7. la preparazione. Come in tutte le attività, sportive, di studio, o lavorative, la preparazione è fondamentale. Dopo aver acquistato ottimi ingredienti (vedi punto 3), è importante pesare tutti gli ingredienti e suddividerli in ciotole. Io non l’ho fatto, e mi sono dannata per questo;
  8. i tempi. Calcolate bene quando iniziare, altrimenti farete tante belle nottate in bianco, scrutando la pasta che lievita o il pirottino nel forno;
  9. preparatevi comunque a passare notti in bianco (vedi punto 8). Lasciate spazio all’imprevisto, perché può accadere che mother non lieviti nei tempi standard. Anzi, è probabile che non ne voglia proprio sapere. Consiglio che vale anche nella vita, in generale;
  10. il termometro a sonda. “Misurate la temperatura al cuore del panettone, deve raggiungere 94°”. Perfetto. Oh, cavolo, il termometro a sonda mi manca. Come posso fare? Don’t worry, il caro vecchio e antiquato metodo “infilo lo spiedino e se esce asciutto è pronto” vi verrà in soccorso.

E ora veniamo alle note dolenti. Il mio panettone è uscito così, fragrante, morbido e gustosissimo, ma un po’ bassino. Si è rifiutato di vedere il mondo da una cupola ed è rimasto nell’oblò del pirottino.

panettone3 panettone1

Io lo amo così com’è e non vedo l’ora di condividerlo. Eh sì, perché mancano ancora tre punti all’elenco:

  1. o 11. la lentezza. E’ un valore assoluto. Permette di comprendere, assaporare, sentire. Anche se il dolce non dovesse riuscire, il tempo speso per te stesso e per le persone a cui vuoi bene non sarà mai tempo perso;
  2. o 12. sembra che la sua origine possa essere rintracciata nell’usanza di preparare pane dolce e condividerlo con tutti i commensali durante le feste. Credo che sia il modo migliore per gustarlo;
  3. o 13. secondo me sarebbe meglio preparare il panettone in gruppo. Mentre impastavo, mi sembrava quasi di vederle, le donne del passato, fiere, forti e vigorose, che ciarlando in allegria si scambiavano i ruoli e a turno affrontavano l’epica fatica. Che ai loro tempi, forse, era niente rispetto alla fatica di vivere.

E voi? Vi siete cimentati o pensate di cimentarvi nell’impresa?