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Paul Sussman, L’armata perduta di Cambise

Paul Sussman confeziona un buon libro, e ben scritto. Partendo da una storia vera, avvenuta nel 523 a.C. e raccontata per la prima volta da Erodoto, l’autore forse esagera un po’ nel cercare forti sensazioni, ma nel complesso il tutto funziona bene. Ora vi racconto.

Trama

Nel 523 a.C. l’imperatore persiano Cambise spedì un esercito nel deserto egiziano per distruggere l’oracolo di Amon. Ma la spedizione fu sorpresa da una tempesta di sabbia che la seppellì completamente. 2500 anni dopo una serie di delitti sembra ricollegarsi a quei lontani avvenimenti, e a un misterioso reperto che permetterebbe di localizzare l’armata perduta. Sulle tracce dell’assassino si mettono l’ispettore Khalifà e Tara Mullray, figlia di un archeologo scomparso, che si ritrovano coinvolti in una feroce vicenda di complotti internazionali, terrorismo e spionaggio.

La parte storica… 

La storia riguarda un evento vero accaduto circa 2500 anni fa, di cui ce ne da testimonianza Erodoto. Bisogna tenere presente però, che egli stesso venne a conoscenza dell’evento 80 anni dopo il verificarsi di quell’evento, e quindi quello che ha saputo allora potrebbe essere un po’ esagerato. Anche se scavi recenti sembrano confermare la vericidità di quei fatti. E fin qui la parte storica.

…e quella romanzata 

Ora quella romanzata, piuttosto movimentata e che coinvolge servizi segreti, terroristi, polizia egiziana e altri loschi personaggi. Tutti alla ricerca dei reperti dell’armata perduta, che a quanto pare finalmente il deserto ha permesso di far riaffiorare, confermando così l’evento accaduto migliaia di anni fa.
Questa ricerca scatena la lotta senza esclusioni di colpi per impadronirsi del bottino di quei personaggi sopra citati. Gli unici a cercare con altri fini sono l’ispettore Yusuf Khalifa e Tara Mullray, figlia di un archeologo scomparso. Il finale di questa storia sorprenderà un po’, ma vale pena di arrivarci.

Nota a parte per l’ispettore

Una nota a parte la meritano l’ispettore Yusuf Khalifa e la sua tenacia alla ricerca della verità. È vero che non si può fare di tutta l’erba un fascio, ma vedere un funzionario di polizia che disobbedisce agli ordini superiori di tenersi fuori da questa vicenda, mettendo a rischio la promozione proposta, la propria carriera e la tranquilla sicurezza della famiglia per seguire la strada della giustizia, è sorprendente. Tutto ciò, inevitabilmente ha richiamato alla mente la vicenda di Giulio Regeni, torturato e ucciso e che, probabilmente, non avrà mai giustizia. O anche quella di Patrick Zaki, adesso in stato di libertà vigilata dopo mesi di prigionia. Oppure,  vogliamo parlare dei villaggi turistici dove si consiglia di non oltrepassare i recinti? Insomma, una storia del passato vera, un po’ romanzata, che fa riflettere molto sulle vicende di oggi. Cosa chiedere di più a Paul Sussman?

Elizabeth Ferrars e Un atroce dubbio

Con Atroce dubbio faccio la conoscenza di Elizabeth Ferrars e finisco il secondo dei #libridaombrellone di quest’anno. Sì, lo so, sono in forte ritardo. Ma vi dirò, con questo caldo anche solo il pensiero dell’ombrellone mi fa sentire più caldo! E anche nel villaggio di Rollway, vicino Londra, ci sono giorni di caldo anomalo, monete antiche che valgono molto e un assassino che si aggira nell’ombra. 

Trama

La vita del professor Alistair Dirke è sempre stata piuttosto serena. Almeno fino a quando un atroce dubbio non comincia ad assillarlo: possibile che sua moglie Rose lo tradisca con Paul Eckleston? La vacanza dei due coniugi a Montecarlo sembra fatta aposta per favorire un riavvicinamento, se a guastarla non ci si mettesse Henry Wallbank, direttore del Museo Pursiem e loro amico, con la richiesta di uno strano favore. Alistair e Rose povrebbero incontrare in sua vece un sinistro collezionista di monete greche per un affare vantaggioso? Questione di un paio d’ore al massimo. Ma è subito chiaro che l’impegno è molto più di una scocciatura: di mezzo c’è un omicidio, e l’assassino potrebbe non essere lontano…

In trappola

Era una splendida sera di luglio, un’altra splendida sera. Uscendo per la consueta passeggiata, che da casa sua lo portava al Maybush, il professor Dirke pensò che il bel tempo non sarebbe durato ancora a lungo.
A dire la verità, la cosa non lo interessava poi molto. Di lì a tre giorni sarebbe andato in vacanza nel Sud della Francia; ma per chi restava, senza dubbio, era meglio che quella siccità finisse.

Gli elementi del giallo classico ci sono tutti: tipico villaggio inglese, vacanze nel sud della Francia, una coppia un po’ annoiata, monete antiche e un assassinio. Il filone giallo è appassionante: i sospettati sono tanti, e ciclicamente sembrano uscire o rientrare nella lista, le motivazioni s’intuiscono e il colpevole anche, ma per tutta la lettura non c’è nessun calo di tensione.

Vita di coppia turbolenta

Anche la parte “domestica”, mettiamola così, viene affrontata bene da Elizabeth Ferrars. La coppia protagonista ha qualche problema nella vita di coppia. Problemi che entrambi affrontano con il tipico british style, cioè senza grandi drammi e una flemma invidiabile. C’è quindi anche questo filone, oltre al giallo vero e proprio, che contribuisce a mantenere alta l’attenzione, perché il risentimento e l’insoddisfazione crescono piano piano e potrebbero sfociare in…un altro assassinio? Chissà, lascio ai lettori la scoperta.

In definitiva, direi una lettura leggera, ottima per qualche pomeriggio di relax in vacanza. 

Voi che mi dite? Vi piacciono i gialli classici all’inglese in vacanza? Avete qualche suggerimento? 🙂 

Leggi anche:

Il gatto che leggeva alla rovescia – Lilian Jackson Braun

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Le Sette sorelle: primo libro, Maia

Le Sette sorelle e un Pa’. L’idea di base mi ha attirato fin da subito: sette sorelle adottate dai quattro angoli del pianeta, ognuna con una storia complessa alle spalle, ognuna con un nome astrale. Cosa si cela dietro queste adozioni di un uomo, Pa’ Salt, così venerato dalle figlie e che morendo ha lasciato degli indizi? Mistero, avventura, amore. Gli ingredienti per piacermi ci sono tutti. Quindi, visto che manca solo un romanzo alla fine, mi sono decisa a iniziare. E sono partita da Maia, l’unica delle sorelle ad abitare ancora con il padre.

Trama 

Bellissima, timida e solitaria, Maia è l’unica delle sue sorelle ad abitare ancora con il padre ad Atlantis, lo splendido castello sul lago di Ginevra. Ma proprio mentre si trova a Londra da un’amica, giunge improvvisa una telefonata: Pa’ Salt è morto. Quel padre generoso e carismatico, che le ha adottate da bambine raccogliendole da ogni angolo del mondo e dando a ciascuna il nome di una stella, era un uomo di cui nessuno, nemmeno il suo avvocato e amico di sempre, conosceva il passato. Rientrate precipitosamente nella villa, le sorelle scoprono il singolare testamento: una sfera armillare, i cui anelli recano incise alcune coordinate misteriose. Maia sarà la prima a volerle decifrare e a trovare il coraggio di partire alla ricerca delle sue origini. Un viaggio che la porterà nel cuore pulsante di Rio de Janeiro. Con l’aiuto dell’affascinante scrittore Floriano, Maia riporterà alla luce il segreto di un amore sbocciato nella Parigi bohémienne degli Anni ’20, inestricabilmente legato alla costruzione della statua del Cristo che torreggia maestosa su Rio. Una vicenda destinata a stravolgere la vita di Maia. 

Un mix che funziona

La storia di Maia mi è piaciuta, è stato coinvolgente seguire le ricerche sul suo passato, incontrare personaggi realmente vissuti, con un mix tra fantasia e verità che funziona. Solo che ho trovato Le sette sorelle un po’ sbilanciato sul passato. D’accordo che Maia sia alla ricerca del suo passato, però ha anche un presente da vivere. La storia d’amore che stravolge la sua vita, si svolge molto in fretta. Troppo, secondo me.  Perché dare tutto quello spazio a Izabela, quasi niente alla figlia e pochissimo alla bisnipote? Soprattutto, perché liquidare una rivelazione sulla vita passata di Maia in un nanosecondo? Ma come! Sembra piazzata lì in modo quasi strumentale, avrebbe meritato più di spazio. Come forse più spazio avrebbe meritato il filo conduttore, di cui alla fine del primo libro sappiamo molto poco. Perché, in fondo, l’amore della vita e il mistero delle origini sono proprio quello che ci interessa sapere. Comunque, andiamo avanti col secondo libro, la storia di Ally. Vi farò sapere se Lucinda Riley scopre più carte o no.

E voi amanti di Lucinda Riley? Qual è finora il libro del vostro cuore? Le Sette sorelle o un altro? Scrivetemi nei commenti! 

Leggi anche: 

Le Sette sorelle: secondo libro, Ally

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Il segreto della bambina sulla scogliera – Lucinda Riley

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Le Sette sorelle, Lucinda Riley annuncia una novità

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Le nostre Vacanze in villa stanno finendo, peccato!

Le nostre Vacanze in villa stanno per finire, peccato! Sophie Kinsella ha uno stile di scrittura così scorrevole e coinvolgente, che vi confesso io ho finito diversi giorni prima delle solite scadenze. In attesa dei commenti sul romanzo nel suo complesso, vi lascio le mie impressioni e l’ultima curiosità su Vacanze in villa.

Uno dei primi

Intanto, per un commento calzante, bisogna ricordare che questo è uno dei primi romanzi scritti dall’autrice inglese, prima del grande successo che I love shopping le ha regalato. Come dice lei stessa “ho iniziato la mia carriera di scrittrice con una serie di romanzi piuttosto diversi quelli firmati Sophie Kinsella. Sono un po’ più seri, un po’ più dark e non hanno un’eroina, ma gruppi di personaggi le cui vite si intrecciano in qualche modo. Mi è piaciuto scriverli e sono molto felice quando i lettori mi scrivono che hanno apprezzato il mio alter ego”. Io sono una di quelli, ho sempre detto che preferisco i suoi titoli firmati col suo vero nome, Madeleine Wickham, anche se forse meno raffinati o di successo. E Vacanze in villa non ha fatto eccezione, si è rivelata una lettura piacevole. 

Piacevole anche perché, su di me, l’argomento second chance ha sempre un certo ascendente. Leggo sempre volentieri le storie in cui il passato ritorna e siamo chiamati a decidere se aprirgli la porta o meno. Certe volte il dubbio non c’è proprio, in altre avrei fatto scelte diverse rispetto a quelle che ci impone la scrittrice…haha…ma alla fine è sempre un tema che suscita emozioni, non trovate?

La curiosità

Ma veniamo alla curiosità che vi ho promesso. Sleeping Arrangements è diventato un musical adattato da Chris Burgess. La prima si è tenuta al Landor Theatre di Londra nell’estate del 2013 e sembra abbia ricevuto ottime recensioni. Chissà se qualcuno che l’abbia visto può confermare…Intanto, a questo link possiamo ascoltare un assaggio delle musiche. A me non sembrano per niente male, voi che dite? 🙂 

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Una scena del musical con Jenny Gainer nei panni di Chloe

Aspetto i vostri commenti: avete finito Vacanze in villa? State per finire? Stavolta commentiamo Vacanze in villa nel suo complesso. Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Madeleine Wickham aka Sophie Kinsella per il book club di primavera. Leggi con noi?

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London’s calling. Il viaggio letterario sta finendo. Ma prima, i Pink Floyd!

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Book Club, nella villa i personaggi stanno per esplodere!

Siamo sempre in Spagna con Sophie Kinsella e il suo Vacanze in villa, il titolo che abbiamo scelto per l’ultimo Book Club prima della pausa estiva. La scorsa settimana abbiamo parlato dell’ambientazione andalusa, condividendo un po’ di delusione per le descrizioni scarne degli ambienti. Se si eccettua la villa, che sta fagocitando i protagonisti e portando ancora più scompiglionelle loro vite. Ma non dovevano riposarsi e ricaricarsi? E’ già, ma purtroppo le cose non sempre vanno come vogliamo noi. Guardiamoli più da vicino, questi personaggi. Chi sono? Cosa fanno nella vita e nel romanzo? Vi farò notare una particolarità, vediamo se anche voi l’avete notata… 

I personaggi 

Due coppie si ritrovano forzosamente a condividere uno spazio per le vacanze. Sono:

  • Chloe Harding, 37enne sarta. Convive con Philip, è sopraffatta dal lavoro e dal momento familiare non facile. Ha due figli, Sam e Nat; 
  • Philip Murray, il compagno di Chloe. Sta attraversando un momento complicatissimo, rischia di perdere il lavoro e questo gli sta facendo perdere il contatto con la realtà e con la sua famiglia; 
  • Hugh Stratton, direttore di una banca d’affari. Vecchia conoscenza di Chloe, ma gli altri non lo sanno. E’ sposato con Amanda e hanno due bambine, Octavia e Beatrice;
  • Amanda, la moglie di Hugh. Fa la mamma a tempo pieno e ristruttura perennemente casa.

Si ritrovano in questa villa a causa di Philip, un comune amico, che forse si è sbagliato offrendo a entrambe le coppie la stessa settimana. O forse no. Amanda ha portato Jenna, una tata australiana, per aiutarla con le bambine.

Amanda come?

E qui veniamo all’aspetto che volevo evidenziarvi. C’è un elemento che accomuna tutte le protagoniste di Sophie Kinsella: sono donne che hanno un lavoro o una professione che le rende indipendenti. Quindi, le scelte che fanno sono dettate dall’amore e nient’altro. Fateci caso: Chloe è Chloe Harding. Amanda è…Amanda. Eppure, Amanda lavora moltissimo e regge da sola un peso familiare di cui Hugh non vuole farsi carico. Perché di lei non sappiamo il cognome? Chloe, invece, è così determinata che rischia di sottovalutare lo stato psicologico del marito. Mentrew Hugh…bè, su di lui mi riservo di dire qualcosa più avanti. A parte che il nome mi fa pensare a lui come ispirato a Hugh Grant, c’è da dire che questo parallelo tra le scrittrici britanniche impazza, non credo che mollerei Philip per uno come lui.

E voi? Cosa pensate di Chloe e gli altri?  

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Sophie Kinsella vi sta dando, o non vi sta dando. Io vi aspetto per commentare e vi do appuntamento alla prossima settimana, per parlare della storia che stiamo leggendo.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa sull’ambientazione, cliccate qui:

Il book club fa Vacanze in villa, tra sangria e creme solari

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