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Elizabeth George e un Agguato sull’isola

Elizabeth George è uno di quei casi in cui sarebbe meglio non farsi fuorviare troppo dalle entusiastiche recensioni costruite in anni di eccellente carriera. Perché il mio primo approccio con lei si è rivelato non felicissimo. Venite che vi racconto.

Trama

È una nebbiosa mattina di dicembre quando, su una spiaggia nell’isola di Guernsey, viene ritrovato il cadavere di Guy Brouard, ricco uomo d’affari e benefattore della comunità. La polizia ferma China River, una fotografa californiana arrivata da poco sull’isola con suo fratello Cherokee per consegnare dei progetti architettonici a Brouard. China chiede aiuto all’amica di un tempo, Deborah, moglie di Simon St. James, esperto della Scientifica. Nella loro indagine privata, i St. James scaveranno nei segreti degli isolani, alla ricerca del colpevole…

Niente ispettore Linley

Mi accingo un po’ titubante a commentare questo romanzo, che purtroppo si è rivelato una grandissima delusione. Dopo aver sentito parlare dell’autrice in termini lusinghieri, ho scelto di iniziare a conoscerla con un libro che non appartenesse alla serie dell’ispettore Linley, con cui ha raggiunto la notorietà.

Trama esile

Mai scelta si  rivelata meno azzeccata. Il romanzo è scialbo, noioso, scontato. La trama esile, inconsistente. Pagine e pagine colme dei pensieri contorti degli innumerevoli personaggi, protagonisti senza spessore, a tratti quasi infantili, soprattutto Deborah.

Auto challenge 

Confesso, l’ho terminato solo per il mio auto challenge di novembre. Altrimenti l’avrei abbandonato senza neanche arrivare a metà. Mi dispiace molto, ero convinta che Elizabeth George potesse almeno avvicinarsi alla mia amatissima Agatha Christie, ma siamo lontani anni luce! Mi fermo qui per non spoilerare e rovinare la lettura a chi la pensa diversamente e ama i suoi thriller. Su Goodreads darò qualche particolare in più.

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Altri gialli su Penna e Calamaro 

Ritos de muerte – Alicia Giménez Bartlett

Prima avventura della coppia Petra Delicado, ispettore della polizia di Barcellona, e del suo vice Fermin Garzón, creati dalla penna di Alicia Giménez Bartlett.

Trama

Petra ha da poco divorziato per la seconda volta e ha lasciato il lavoro di avvocato per entrare in polizia ad occuparsi degli archivi. Un giorno, però, viene assegnata al caso di un violentatore seriale che lascia un tatuaggio sulle sue vittime. Aiutata dal viceispettore Garzón, un cinquantenne vedovo, “lento, grasso, leale, carico di esperienza e di pregiudizi”, Petra dovrà risolvere il caso prima che cittadini e stampa insorgano contro l’incompetenza della polizia.

Un puzzle convincente

Il primo libro della serie Petra Delicado e il primo che leggo di quest’autrice, che avevo scelto quasi unicamente per esercitare il mio spagnolo e che invece mi ha convinto sempre più mentre procedevo con la lettura. I due personaggi principali sono divertenti e ben assortiti, il mistery costruito come un puzzle. Dopo una partenza soft, senza morti, via via i colpi di scena si fanno sempre più ravvicinati, fino alla soluzione finale che per un lettore di gialli smaliziato e attento ai particolari è intuibile con largo anticipo, senza però togliere mordente al caso e alle vicende personali dei protagonisti.

Geniale, Petra

Oltre al giallo, è interessante anche la costruzione dei personaggi. Petra Delicado, perfino il nome è geniale. Una donna inquieta, nella vita personale e in quella professionale. Una quarantenne dura, solitaria, che non ama il potere “come lo intendono gli uomini”, che sorride del viceispettore Garzon quando dice che mette le donne “su un piedistallo perché sono delicate come un fiore”, mentre vorrebbe fargli notare che il piedistallo è instabile e il fiore è caduco. Credendo di omaggiare le donne, il viceispettore cade in uno stereotipo senza speranza. Proseguendo nell’indagine, però, i due finiscono per avvicinarsi e trovare nelle loro differenze i presupposti per una grande amicizia. Il momento in cui tra  due scocca la scintilla è uno dei più divertenti che abbia mai letto, l’arringa di Petra al commissario per rivendicare le pari opportunità in polizia è spassosissimo. Posso quasi immaginare la faccia attonita del capo!

Pienamente convincente anche la ricostruzione degli ambienti infimi di Barcellona che una poliziotta si trova a frequentare. Lei, che da ex avvocato era abituata ad analizzare i fatti seduta a una scrivania, ora passa le sue giornate in bar e locali malfamati, alla ricerca della pista giusta.

Se proprio devo trovare un difetto nel libro, direi che alcune situazioni si ripetono inutilmente e che Petra scoppia a ridere un po’ troppo spesso. D’altra parte, il primo romanzo di una serie serve anche ad affinare la punta della penna. Continuerò nella serie, credo proprio che la scrittura salirà ancora.

Leggi anche 

Il secondo libro della serie Petra Delicado: Día de Perros – Alicia Giménez Bartlett

Il terzo libro della serie Petra Delicado: Mensajeros de la oscuridad – Alicia Giménez Bartlett