Tutti conoscono le sue meravigliose descrizioni dei paesaggi della Cornovaglia, che fanno sognare da oltre 30 anni milioni di lettrici, e ci scommetterei anche lettori, in tutto il mondo. Sto parlando della signora inglese dei romance Rosamunde Pilcher. Come già vi ho raccontato, quando ho voglia di una lettura riposante e rassicurante, scelgo uno dei suoi romanzi, perché so fin dall’inizio che mi condurranno in porti sicuri. E dopo essere finalmente riuscita a vedere coi miei occhi quella terra meravigliosa, ho fame di tutto ciò che mi parli di lei.
Ma a chi appartiene la penna che ci trasporta in un universo favoloso fatto di piccoli avvenimenti e grandi sentimenti? Ho faticato per raccogliere tutte queste informazioni e, dopo diversi giorni di lavoro, posso affermare con un certo orgoglio che nessuna fonte sia più completa. Vi presento la regina del romance inglese, Dame Rosamunde Pilcher. Se volete sapere tutto su di lei, continuate a leggere. Scoprirete che la sua vita è stata affascinante come le sue storie.
La biografia
Una gentile e dimessa signora inglese che ha posato penna e calamaio nel 2000, per raggiunti limiti di età. Oggi, a quasi 94 anni, sembra goda di ottima salute (aggiornamento. Rosamunde ci ha lasciato oggi, 6 febbraio 2019. Ha goduto di ottima salute fino alla fine, quando un ictus improvviso l’ha portata via). Rosamunde Scott, infatti, è nata il 22 settembre 1924 a Lelant, un piccolo villaggio nei pressi di St. Ives, in Cornovaglia, dove io sono passata in un giorno troppo tempestoso per potersi fermare a visitarlo. Racconta che all’età di sette anni, durante un lungo viaggio in macchina, il padre le diede un blocco per farle passare il tempo e lei ne approfittò per scrivere una storia. Si definisce “una figlia dell’India britannica“. Suo padre, infatti, ha lavorato in Birmania, ora Myanmar, dal 1924, anno della sua nascita, fino al 1938. “Tornava a casa ogni quattro anni“, Quando lei aveva solo 4 anni, sua madre andò a trovarlo e rimase in Birmania per un anno, durante il quale Rosamunde Pilcher rimase con una zia in Scozia. “Non abbiamo pensato alla separazione. L’accettavamo e basta“.
Gli studi
Dopo aver studiato alla St. Clare’s Polwithen School, Rosamunde Pilcher si trasferisce con la famiglia a Cardiff perché il padre viene arruolato in Marina. Rosamunde prosegue gli studi prima alla Howell’s School Llandaff e poi presso il Miss Kerr-Sanders’ Secretarial College di Londra fino al 1939, quando lo scoppio della guerra cambia tutto. Rosamunde interrompe la scuola e nel 1940 entra nel Foreign Office. Passa due anni a Portsmouth, prestando servizio per il Royal Naval Service femminile prima di fare domanda per andare in Francia. Invece, la sua nave si dirige verso l’Asia e lei si ritrova nello Sri Lanka. Mentre si trova a Ceylon, invia un racconto prima a suo padre e poi decide di mandarlo anche alla rivista Woman and Home. Il giornale glielo pubblica e da questo momento lei diventa ufficialmente un’autrice. “Non c’è magia più grande di quando vendi il tuo primo pezzo”. In realtà, le motivazioni che la spingono a scrivere all’inizio sono tutt’altro che magiche: “Quando vivevamo in Cornovaglia ero felice. Correvamo selvaggiamente sulle spiagge e andavamo in canoa, facevamo picnic e nuotavamo. Ma i soldi erano sempre pochi e quando da piccola sentii mia madre parlare di un conoscente intraprendente che faceva una bella vita scrivendo per il Ladies’ Home Journal , pensai che sposarsi, scrivere ed essere indipendente fosse la soluzione. E allora ho scritto e ho scritto e ho scritto“.
Il matrimonio
Quando la seconda guerra mondiale finisce, la ventunenne Rosamunde Scott torna in Cornovaglia e nel settembre del 1946 incontra l’eroe di guerra Graham Pilcher, che cercava di riprendersi grazie alle cure di sua nonna a St. Ives. Pilcher era stato gravemente ferito in battaglia l’anno precedente ed era stato costretto a dare le dimissioni. E’ amore a prima vista: Rosamunde e Graham si sposano tre mesi dopo l’incontro, nel dicembre del 1946. La coppia si trasferisce a Dundee, in Scozia (a nord di Edimburgo) e mentre il marito torna a lavorare nell’impresa di famiglia, la Jute Industries Ltd., Rosamunde rimane a casa. Inizia a scrivere brevi storie d’amore su una macchina da scrivere portatile e pubblica le sue storie in serie su alcune riviste femminili. Nel 1948 nasce la sua prima figlia, Fiona, e il lavoro di scrittura le consente di accudire la bambina pur ritagliandosi uno spazio d’indipendenza. Nel 1949 esce il suo primo romanzo, Half-Way to the Moon, dato alle stampe con lo pseudonimo di Jane Fraser, a cui fanno seguito altri nove romanzi rosa, che più tardi lei stessa ha definito poco lusinghieramente “orribili piccoli libri – roba romantica con rose rosse in copertina”.
La carriera
Nel 1955 comincia a fare sul serio: esce il suo primo lavoro pubblicato con il nome da sposata, A Secret to Tell. Nel frattempo, la famiglia si è allargata. Sono nati i figli Robin nel 1950 e Philippa nel 1953, seguiti nel 1958 dall’ultimo, Mark. Nel frattempo continua a scrivere come Jane Fraser, finché nel 1965 esce On my own. Da questo momento in poi, tutti i suoi lavori saranno firmati Rosamunde Pilcher. I suoi figli imparano presto a rispettare il lavoro della madre, anche se portato avanti con metodi diciamo inconsueti. “Compongo sempre i miei dialoghi ad alta voce“, ha detto lei in un’intervista, dove racconta anche: “Una volta, quando Fiona era piccola, c’era un suo amico in casa mentre io stendevo il bucato sussurrando il mio dialogo. L’amichetto disse a mia figlia – Guarda, le labbra di tua madre si muovono -, e lei gli rispose – Non essere stupido. Sta scrivendo“.
Durante gli anni ’70 scrive altri sei romanzi; alcuni dei quali pubblicati a puntate su riviste femminili: The End of Summer (I giorni dell’estate, 1971), Snow in April (Neve d’aprile, 1972), The Empty House (La casa vuota, 1973), The day of the storm (Il giorno della tempesta,1975), Under Gemini (Sotto il segno dei gemelli, 1976), Wild Mountain Thyme (Profumo di timo, 1978).
I cercatori di conchiglie, un libro da spiaggia per donne intelligenti
Nei primi anni ’80, escono The Carousel (1982) e Voices in summer (Voci d’estate, 1984). All’età di 60 anni, mentre sta pensando seriamente di ritirarsi per riscuotere la pensione di vecchiaia, il suo editore americano Tom Dunn va a trovarla. Dunn le chiede di scrivere una “grande, grandissima saga familiare per le donne“, che possa entrare nei best-seller. Lei, per fortuna nostra, accetta la sfida e nasce così il suo libro di maggior successo, I cercatori di conchiglie (1987). Il ragionamento era semplice: la gente cominciava ad annoiarsi con le storie alla Dynasty, stanca delle vite di ricchi odiosi che imperversavano nella televisione degli anni ’80. Rosamunde, invece, aveva voglia di scrivere il romanzo che avrebbe voluto leggere, cioè “Un libro da spiaggia per donne intelligenti che vogliono perdersi in un grande romanzo che racconta le storie di persone vere. Sapevo che c’era spazio nel mercato”.
E non si sbaglia. I cercatori di conchiglie scala le classifiche in tre settimane e rimane ben due anni nella lista dei best seller del New York Times per 2 anni. È stato tradotto in oltre 20 lingue e ha venduto oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo. Il romanzo possiede gli ingredienti giusti per piacere al pubblico femminile: la voce narrante è quella di un’anziana donna britannica, Penelope Keeling, che ha prestato servizio nel Royal Naval Service femminile, proprio come Rosamunde da giovane, e che racconta con un flashback la storia della sua famiglia durante la seconda guerra mondiale, con trame che s’intrecciano ambientate nella natia Cornovaglia, a Londra e nel Gloucestershire. Il romanzo è stato trasformato in un film TV del 1993 con Angela Lansbury, e di nuovo nel 2006 in un film TV interpretato da Vanessa Redgrave nei panni di Penelope Keeling. Questo libro di grandissimo successo ha segnato un punto di svolta insperato per Rosamunde Pilcher, che da quel momento in poi è stata costantemente nell’elenco dei best seller con i suoi successivi lavori.
Nonostante sostanzialmente l’operazione di marketing fosse stata condotta a tavolino, l’incredibile risposta delle lettrici la lascia di sasso. “Non l’avrei mai immaginato, forse perché non mi aspetto mai niente da nessuno. In questo sono un po’ scozzese, non mi piace deludere e rimanere delusa. Mi piace prendere la vita con lentezza”.
Settembre, è alle donne scozzesi che pensa quando lo scrive
Il libro seguente, Settembre, è un altro incredibile successo e anche il mio preferito in assoluto. E’ il 1990 e Rosamunde ha quasi 70 anni. Lei continua però a tenere un profilo basso “Non sono mostruosamente intelligente, non ho neanche il diploma universitario”. Si definisce una donna che ama trascorrere le giornate facendo giardinaggio, camminando e andando a trovare i vicini con i nipoti. Come una qualsiasi signora di campagna. Solo che questa signora ogni tanto si siede alla macchina da scrivere e dà sfogo alla fantasia. “Scrivere è un po’ come ripulire il garage“, dice, “lo rimandi per mesi e mesi e poi un giorno lo fai, e alla fine non ti dispiace. Dopotutto non è poi così male, no?” Anche Settembre è diventato un film TV nel 1996 con Jacqueline Bisset, Edward Fox, Michael York e Mariel Hemingway.
Anche Settembre balza immediatamente al primo posto nella lista dei best sellers del New York Times e riceve questa lusinghiera definizione dal Washington Post: “Esistono due tipi di narrativa. Libri che fanno bene ma che ti lasciano una sensazione di fastidio e un altro tipo, i libri conforto, che ti fanno bene perché rallegrano… I libri della Pilcher appartengono a quest’ultima categoria”.
La Pilcher si rende conto che la sensazione di conforto è particolarmente apprezzata dalle lettrici che lei conosce meglio, quelle a cui pensava mentre scriveva Settembre: “La vita per le donne nella Scozia rurale non è come in nessun’altra parte del mondo. Viviamo tutti molto distanti e non c’è un vero senso della comunità, non ci sono pub, non ci sono circoli. Quelli del golf sono prerogativa maschile e quindi di fatto le donne vivono isolate e devono sviluppare delle risorse proprie. E’ proprio questo il tipo di vita cui mi sono ispirata”.
Nei successivi dieci anni scrive altri quattro romanzi: Ritorno a casa (1995), The Key (1996), Shadows (1999) e Solstizio d’inverno (2000).
Ritorno a casa, cinque anni per finirlo
Quando Rosamunde inizia a scrivere Ritorno a casa, è convinta che ci vorrà meno di un anno per finirlo, come i romanzi precedenti. Invece, gliene serviranno ben cinque. Perché il romanzo “non è autobiografico, ma attinge dalle mie esperienze personali”. E’, infatti, la storia di una famiglia inglese negli anni della seconda guerra mondiale.
“Ci sono voluti molto più tempo e molta più fatica di quanto pensassi”, confessa lei, che a un certo punto si è trovata a dover riscrivere tutta la prima parte perché si affacciavano troppi personaggi. Per garantire accuratezza storica ha studiato la storia in sei volumi della seconda guerra mondiale di Winston Churchill. Per gli aspetti personali, ha attinto in gran parte dalla sua infanzia in Cornovaglia e dal suo servizio di guerra nello Sri Lanka, dove stava prestando servizio quando la prima bomba atomica è stata sganciata. Judith Dunbar, la protagonista, non è Rosamunde Pilcher, questo ci ha sempre tenuto a specificarlo. Eppure, la storia di Judith ricorda da vicino quella della scrittrice. I genitori di Judith vanno in India e ritornano ogni due anni, il padre di Rosamunde va in Birmania e ritorna ogni quattro. Decidere che taglio dare ai racconti di guerra è stato l’aspetto più complicato del lavoro di scrittura. “All’epoca, eravamo tutti terribilmente consapevoli di questa cosa spaventosa che succedeva in Europa. Tuttavia, volevo che nel libro ci fosse umorismo e trovare un equilibrio per non cadere in farsa, o al contrario risultare troppo drammatica, è stato difficile“.
Come i precedenti, Ritorno a casa diventa subito n ° 1 in Inghilterra e 3 ° nella classifica dei best-seller di New York Times, vincendo il Romantic Novel of the Year Award dalla Romantic Novelists’ Association e diventando un film TV in due parti nel 1998 con Peter O’Toole, Keira Knightley, Joanna Lumley e Paul Bettany.
Solstizio d’inverno
Nel 2000 scrive il suo ultimo romanzo, Solstizio d’inverno. “Non penso che riuscirò a scriverne un altro”. Rosamunde odia il meccanismo di promozione che stritola gli autori di successo. In più, data l’età sua e del marito ha nuove e diverse preoccupazioni. “Il processo creativo è stimolante, ma non è un passatempo, è un lavoro impegnativo e io sono stanca. Mio marito ha un’anca nuova ed è successo mentre io stavo sto cercando di destreggiarmi tra mille impegni. Non mi era mai successo prima, suppongo che quando ero più giovane avessi più energia e non dovessi prendermi cura di un marito malato. Questa volta penso che sia giunto il momento di appendere il cappello, ma mai dire mai“. Invece, il cappello l’ha appeso davvero e dopo Solstizio d’inverno, titolo non casuale, le sue lettrici non hanno più potuto leggere nessuna delle sue storie.
Gli ultimi anni
Nel 2002 ha ricevuto dalla Regina Elisabetta II il prestigioso riconoscimento O.B.E. (Officer of the Order of British Empire).
Il 2009 è per lei un anno infausto: suo marito Graham muore all’età di 92 anni, dopo ben 63 anni trascorsi insieme. Nel 1996 Graham e Rosamunde avevano infatti festeggiato il 50° anniversario di matrimonio insieme ai quattro figli e a 14 nipoti. Attualmente Rosamunde vive ancora a Dundee, in Scozia. Nonostante il fatto che abbia venduto circa 60 milioni di libri e abbia una fortuna stimata in più di 100 milioni di sterline, continua a vivere la sua vita nella semplicità che da sempre la contraddistingue, circondata da persone che in larga parte non sanno neanche chi sia. Figuriamoci che per gli amici del circolo che frequentava il marito lei è la “moglie di Graham che ha scritto un libro, mi sembra qualcosa tipo Gli scopritori di conchiglie”. L’unico della famiglia che per ora ha seguito le sue orme è il figlio Robin, diventato a sua volta scrittore nel 1999.
Rosamunde Pilcher e la Germania
Rosamunde Pilcher in Germania è popolarissima. Non per i suoi romanzi, ma per le oltre 100 storie per la TV prodotte dalla rete pubblica ZDF. Per più di 20 anni, la prima serata della domenica ha portato milioni di spettatori tedeschi nelle soleggiate scogliere della Cornovaglia. Il primo, Il giorno della tempesta, è stato messo in onda nel 1993 e da allora è stato un successo senza fine. Gli attori sono tutti tedeschi, ma le location sono reali, tanto che le approva anche Mark, l’unico figlio di Rosamunde Pilcher che vive in Cornovaglia e fa l’allevatore. Solo che i tedeschi sono convinti che in Cornovaglia splenda sempre il sole, perché così i film lasciano intendere! Gli inglesi ironizzano, prendono in giro noi poveri turisti illusi: “quando arrivano qui, spieghiamo loro che la Cornovaglia è così bella proprio perché piove sempre”. Rosamunde Pilcher spiega così la sua fortuna: “sono buone storie, che richiamano alla mente un ambiente piccolo e familiare, dove gli uni si prendono cura degli altri. Per non parlare delle splendide immagini, sembrano cataloghi turistici”. E pensare che tutto è nato dall’idea di un produttore della ZDF, innamorato delle luci e dei colori sfavillanti dei grandi paesaggi cornici. Non si può dire che la scrittrice non sia stata aiutata dal destino!
Rosamunde Pilcher non volendo si è trasformata in una macchina da guerra. I pullman che portano in pellegrinaggio i tedeschi hanno contribuito a trasformare decisamente l’industria del turismo della Cornovaglia, che oggi rappresenta oltre il 20% del pil della contea; praticamente un abitante su quattro lavora nel settore. Due terzi di tutti i visitatori stranieri che arrivano in Cornovaglia provengono da Germania, Austria o Svizzera: Sempre più i pellegrini tedeschi arrivano in macchina invece che in pullman, il che è una buona notizia, perché anche se i turisti stranieri in media rimangono il doppio del tempo e spendono il doppio del denaro dei visitatori britannici, l’effetto economico dei gruppi organizzati rimane limitato. Devo dire che sono contenta di aver personalmente contribuito al buon andamento dell’economia cornica.
Le location dei film di Rosamunde Pilcher
Lamorna Cove
Questa piccola insenatura è apparsa nella sua opera più famosa, I cercatori di conchiglie. Andando a piedi lungo il coastal path che da Mousehole arriva a Lamorna,e ritorno, appare in tutto il suo splendore.
Polperro
Quando vengono inquadrate le case dei pescatori, le scene sono state girate in questo meraviglioso minuscolo villaggio.
Penzance, St Michael’s Mount e Land’s End
Il castello di St Michael’s Mount è stato protagonista sia ne I cercatori di conchiglie, sia in Ritorno a casa. Il castello è uno dei luoghi più romantici da visitare, insieme alla dirimpettaia Marazion, da cui si vede il castello e la baia, e Penzance, la cittadina adiacente dove Rosamunde Pilcher studiava.
Il Giorno della Tempesta, invece, è stato girato a Land’s End, adiacente a sua volta a Penzance.
St. Ives
Rosamunde Pilcher viveva qui vicino e molti film inquadrano la baia e il porto.
Newquay
Alcune delle scene di Scogliere dell’amore sono state girate sulla costa del nord della Cornovaglia, celebre per le sue nove bianchissime spiagge e per le sue scogliere che hanno ispirato la storia. Newquay è una cittadina famosa per il surf e per la Fistral Beach.
St Agnes Head
Sulla costa tra Chapel Port e St Agnes sono stati girati molti episodi. I resti delle miniere mostrano il passato industriale della Cornovaglia.
Bedruthan Steps e Gwithian Beach
I primi sono stati utilizzati per le riprese aeree, mentre Gwithian Beach è diventata popolare grazie alle sue splendide viste sul Faro di Godrevy.
Bodmin e Lanhydrock Gardens
Qui sono state girate si sono svolte diverse scene di film, come le Scogliere dell’amore.
Prideaux Place
Peter Prideaux-Brune è un avvocato in pensione che possiede una dimora signorile del XVI secolo vicino a Padstow, in cui sono stati girati almeno sedici film. In passato, era la casa di un Lord Willoughby, trasformata prima in un hotel di lusso e poi in una distilleria di gin. Una camera da letto ovale, decorata con delicati stucchi e dipinta di verde tenue, è soprannominata Großmutter – perché è lì che nei film la nonna cambia il testamento, dice all’erede che è illegittimo, oppure muore. La casa, che si affaccia su un immenso parco, accoglie circa 25.000 visitatori all’anno, per la maggior parte tedeschi in tour con i pullman, a cui Prideaux-Brune offre il cream tea nella sala da tè. “I tedeschi lo adorano“, dice. Lui stesso, invece, adora apparire con un cameo nei film girati a casa sua. Come dargli torto?
Pencarrow House
James Molesworth-St Aubyn e sua madre, Lady Iona, sono i proprietari di questa magione di 50 stanze a nord di Bodmin che si affaccia su giardini ben curati. Lady Iona racconta di un incidente che occorse quando il soffitto della sala da pranzo scese e coprì tutto di polvere bianca, proprio mentre un gruppo di 160 tedeschi iniziava la visita. In effetti, ai visitatori il fuoriprogramma è piaciuto, perché dimostra che non è tutto perfetto come nei film della Pilcher”.
Lanhydrock House e Giardini
Lanhydrock House è una storica residenza del villaggio di Lanhydrock, vicino Bodmin, eretta nel 1640/1642 ca. e in gran parte ricostruita in stile vittoriano nel 1881. Ora è posto sotto la tutela del National Trust. Circondati da boschi di querce e faggi e da alberi secolari, i sentieri che attraversano la foresta e il paesaggio del parco sono tutti aperti al pubblico e fanno parte della tenuta, che copre un totale di circa 900 ettari.
Trewithen House
E’ una casa di campagna georgiana, si trova vicino Truro ed è apparsa in The Blossom of Life del 1999 e Amazing Grace del 2005. Il ricco proprietario terriero e avvocato Phillip Hawkins acquistò la tenuta nel 1715 e ordinò all’architetto londinese Thomas Edwards di costruire la casa palladiana nel 1723. E’ oggi nella lista del patrimonio nazionale inglese.
Intervista audio a Rosamunde Pilcher
Se volete sapere di più su di lei, ascoltate l’intervista in due parti in cui Rosamunde Pilcher parla della sua vita privata e del suo lavoro e poi, se siete suoi fan come me scrivete sotto nei commenti qual è il vostro romanzo preferito!
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