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Anna di Tetti Verdi – L. M. Montgomery

Siete mai stati da Strand? Si trova a New York ed è una delle librerie più famose del mondo. A parte i tre piani di libri all’interno, c’è davvero da perdersi negli scaffali dell’usato all’esterno. Mentre curiosavo persa tra migliaia di titoli e di possibilità, mi capita tra le mani un libricino verde e apparentemente innocuo: Anne of Green Gables, di L. M. Montgomery. Il primo romanzo della serie Anna di Tetti Verdi, o Anna dei verdi abbaini, o più comunemente Anna dai capelli rossi è nelle mie mani, al fantascientifico prezzo di 0,48 centesimi di dollaro, circa 40 centesimi di euro. L’ho appena finito e dovete sapere perché non è innocuo come sembrava…

Trama

Quando Anna arriva alla porta dei Cuthbert, Marilla rimane molto sorpresa: aveva deciso di adottare un ragazzino che aiutasse lei e suo fratello alla fattoria, non certo un’orfanella magrolina, dai capelli rossi e dalla lingua lunga come quella! Ma rimandarla indietro diventa presto impossibile: l’esuberante candore, l’eccezionale vitalità, l’acuta ironia e persino l’insopportabile testardaggine di Anna cambieranno per sempre la vita del burbero Matthew e della severa Marilla.

L’arrivo ad Avonlea

Dopo il rocambolesco arrivo di questa ragazzina tutta occhi e capelli rossi, siamo immediatamente catapultati nel microcosmo di Avonlea, un idilliaco piccolo villaggio del Canada. Impossibile non restare coinvolti fin dalle vicende che accompagnano l’inserimento di Anna nella vita sociale del paese e nella casa dei Tetti Verdi di Marilla e Matthew. Mentre il taciturno e tenero Matthew è immediatamente e irreparabilmente conquistato dalla piccolina e dalla sua parlantina senza sosta, Marilla deve sostenere il peso della sua educazione. Compito che svolge con tutta l’attenzione e la severità di cui è capace, per poi scoprirsi persa senza Anna in casa. Ad Avonlea la piccola orfana trova una casa, una famiglia, un’amica preziosa, Diana, e un nemico amatissimo, Gilbert. Anna, infatti, non è tutta sorrisi, immaginazione e allegria. E’ anche rabbia, dolore e odio. E’ una bambina, normale, insomma, con un cuore grande così, ma guai a parlarle degli odiati capelli rossi!

Un piccolo capolavoro

La prima cosa che mi sono chiesta dopo aver chiuso il libro è: come diavolo ho fatto a perdere tempo con il cartone animato? Che è fatto benissimo, intendiamoci, ma non rende assolutamente giustizia a questo piccolo capolavoro. Innanzitutto, è riduttivo chiamarlo romanzo per ragazzi. E’ un libro per tutti e anche se avete ottanta anni, il mio suggerimento è di leggerlo insieme ai vostri nipoti. O figli, o gatti, se ne avete. Perché è talmente delicato e coinvolgente che finirete per piangere tutti insieme. Il finale infatti, vi avverto, è inauditamente commovente e mi ha fatto pentire amaramente di averlo affrontato in pubblico, su un autobus. Voi che siete più intelligenti di me, ritagliatevi il vostro spazio per terminarlo con dignità. In secondo luogo, perché l’immaginazione di Anna , la sua fantasia, gli occhi che brillano come stelle e quelle lentiggini adorabili vi si attaccheranno addosso per non lasciarvi più. D’altra parte è quello che dovremmo fare sempre, lasciare che un pezzetto d’infanzia continui ad abbellirci la vita anche quando intorno ci sembra di vedere solo deserto.

Anna ci cresce sotto gli occhi

Allora sarà bello ripensare alle descrizioni di quella diavolessa di L. M. Montgomery, che attraverso il susseguirsi delle stagioni ad Avonlea fa crescere Anna sotto gli occhi del lettore senza che questi se ne accorga. Come succede a Marilla, e a ogni genitore sulla faccia della terra, che di punto in bianco si trova davanti una giovane donna laddove il giorno prima c’era una bambina. Per di più condendo le mille peripezie in cui incappa la nostra loquacissima bambina con un’ironia pungente che strappa più di una risata. Fino a capovolgere tutto nel finale, quando Anna sarà chiamata a prendere decisioni importanti che potrebbero sconvolgere ancora una volta la sua vita, ormai avviata sul terreno dell’ambizione accademica. E’ qui che la nostra eroina mostrerà tutta la sua capacità di restituire amore a Matthew e Marilla, due genitori che non l’hanno fatta nascere, questo no, ma che si sono meritati l’appellativo sul campo. Il che è infinitamente più difficile.

Consigli di lettura

Anna dei Tetti Verdi è consigliato a lettori di dieci anni o più e va naturalmente ad aggiungersi ai romanzi per ragazzi che vi ho raccomandato come regalo per compleanno, Natale o Befana, o solo per assicurarvi che i vostri ragazzi leggano storie belle e scritte bene.

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Donne in centrifuga – Betsy Burke

Donne in centrifuga, il titolo è centrato. Alla soglia della trentina è facile sentirsi nel cestello di una lavatrice. Magari l’amore ancora latita e il lavoro stenta a decollare. Sarebbe facile buttarsi giù e lasciarsi andare. Invece, mentre il programma molto sporchi gira, un’idea geniale può salvarti la vita.

Trama

La ventottenne Lucy è a un punto morto della sua vita: nonostante la laurea in belle arti, lavora come tuttofare in una gallera d’arte con una proprietaria insopportabile; il suo nonno preferito  è appena deceduto lasciando la fidanzata incinta, mentre lei, Lucy, è l’unica sana di mente nella sua eccentrica famiglia. Ma la strada per la felicità inizia quando Lucy si trasferisce nella lavanderia a gettoni del nonno. Una scelta quantomeno bizzarra, che potrebbe portare, però, quella svolta nel lavoro e nell’amore di cui lei ha tanto bisogno…

Alla ricerca della propria strada 

Purtroppo non c’è niente di più efficace della morte di una persona cara per farci aprire gli occhi e riscoprire chi siamo e dove vogliamo andare. Questo è quello che succede a Lucy, l’unica apparentemente normale in un mondo di matti. Forse è proprio questo quello che l’autrice vuole dirci: l’artista, il pazzo per eccellenza, in fondo è l’unico capace di tenere la barra dritta e non lasciarsi andare alla deriva, perché può perdere tutto, l’amore, il lavoro, gli affetti, ma avrà sempre con sé la sua arte.

Questa metafora è la parte che mi è piaciuta e mi ha convinto di più. Non posso dire altrettanto per alcuni personaggi secondari, la madre di Lucy soprattutto, e per alcune esagerazioni nella trama che sono figlie dei chick lit che andavano di moda all’epoca (il romanzo è del 1993) e che qui sono esasperate. L’autrice, poi, dovrebbe rivedere alcuni dettagli, come i vestiti per esempio. Una povera protagonista col vestito rosso, le scarpe rosse, le calze color carne, gli orecchini rosso ambra e la collana sempre rosso ambra, francamente sembra più una vampira che una donna elegante. Se poi a una festa anche la madre è vestita di rosso, beh, direi che non ci siamo proprio.

Ho apprezzato, invece, che la ricerca dell’amore non fosse il tema centrale del romanzo. Anzi, Lucy cerca più una sua strada, indipendentemente da chi avrà accanto ed è sempre così che alla fine si finisce per trovare davvero quello che cerchiamo.

In definitiva, un romanzo che si lascia leggere e che va bene per una o due sere di immersione in territorio canadese border line.

p.s. solo, Betsy, la prossima volta non citare Il favoloso mondo di Amélie senza citarlo (e due, dopo Nicolas Barreau un’altra fan di Amélie). Non c’è bisogno di rapire i nani da giardino per far sembrare la madre di Lucy stramba, lo è già abbastanza senza un particolare che alla fine non viene neanche spiegato. Chi li rapisce e perché? Non è dato sapere.