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Prenditi cura di mamma, di Shin Kyung-Sook

Shin Kyung-Sook con questo romanzo è stata la prima scrittrice a vincere il Man Asian Literary Prize. Premio che non esiste più, ma che veniva assegnato al miglior romanzo di scrittore asiatico tradotto in inglese. Scrittore, non scrittrice. Shin Kyung-Sook sfonda il tetto di cristallo con la storia di una madre che non ha tempo né desiderio di essere altro. Una madre che un giorno scompare, lasciando nei suoi cari tanti interrogativi. Ma soprattutto rimorsi.

Trama 

Park So-nyo, 69 anni, minuta, capelli argentati, scompare, senza denaro e senza documenti, nella sterminata marea umana della metropolitana di Seul. Era arrivata  con il marito nella grande città dalla campagna per andare a trovare i figli: il primogenito, appena diventato dirigente di un’impresa immobiliare; la secondogenita, scrittrice; la terzogenita, madre di tre figli. La sua scomparsa è non soltanto fonte di angoscia e preoccupazione, ma anche di rimorsi e sensi di colpa. Park So-nyo non era più la stessa da qualche tempo. Una volta, rientrando in campagna dalla città, una delle figlie ha trovato la casa materna nel più totale disordine. E la mamma che, seduta nel cortile, si stringeva la testa con le mani. 

Figure monodimensionali

E’ incredibile come, a volte, la nostra percezione delle persone si cristallizzi: la madre, il padre, che so, l’avvocato, lo scrittore. Tutti monodimensionali, tutti con un ruolo ben definito e inamovibile. Mamma è mamma sempre. E sempre e solo mamma. La immaginiamo mai con i suoi sogni e desideri? Pensiamo mai che, forse, nella vita avrebbe voluto fare altro? Essere, altro? Magari non è così, magari si è sempre presa cura di tutti, in casa. Come Park So-nyo, per una vita a completa disposizione della famiglia. E poi? Quando lei ha avuto bisogno di aiuto, chi c’era?

Nessuno

Nessuno. Non c’era nessuno. Questo romanzo è straziante, perché sembra quasi di vederla, questa vecchietta con un principio di demenza senile, forse, che si perde nella caotica Seoul. Come ha fatto a perdersi? Il marito camminava troppo veloce, il figlio grande ha preferito andare alle terme a rilassarsi piuttosto che andare a prendere i genitori, la figlia di mezzo era per lavoro all’estero, la figlia più piccola ha a sua volta tre figli a cui badare, non ha tempo per se stessa, figuriamoci per i genitori. A puntare il dito è un farmacista: non vi eravate accorti?

I vecchi non li vuole nessuno

No, non si sono accorti, ognuno troppo preso dal vortice della sua vita per accorgersi che la mamma aveva bisogno di aiuto. Eppure, i segnali c’erano, erano sotto gli occhi di tutti. Guardate che succede spessissimo, non è qualcosa che può accadere in un mondo diverso dal nostro. Accade ovunque, ogni giorno. Park So-nyo lo sa bene, a un certo punto dice che i vecchi non li vuole nessuno, meglio prepararsi il funerale finché la salute c’è. Infatti, a ulteriore riprova che può accadere ovunque, il romanzo finisce a Roma, non in Corea del Sud. Perché a Roma?

E’ sbagliato annullarsi per gli altri?

Vi lascio scoprire il finale che è molto, molto bello. E molto, molto commovente. Potrei dire che la morale è semplice, abbracciamo e aiutiamo i nostri vecchietti finché sono con noi, ma forse sarebbe paternalistico. Ognuno di noi ha la sua storia. Forse, ha ragione la figlia minore, quando dice “io non sono come mamma, non potrei sacrificare tutto per i miei figli”. Ha sbagliato Park So-nyo ad annullarsi per gli altri? Quello che è successo è il risultato di un carattere troppo accomodante? 

Le voci di tutti

Un romanzo che lancia molti spunti di riflessione, un buon momento per guardarsi dentro e darsi delle risposte. Sto facendo tutto quello che posso? Esisto, in qualche modo? E gli altri esistono per me? Peccato che perda un po’ di mordente nella fase centrale, con dei passaggi quasi da telenovela, per poi riprendersi alla fine. Dal punto di vista stilistico, la scrittrice sceglie di farci sentire le voci di quasi tutti, del figlio, della figlia scrittrice, del marito e anche della signora scomparsa. A volte, utilizzando la seconda persona, a volte la prima. Per farci immedesimare, come se il personaggio parlasse al lettore. O come se qualcuno osservasse il personaggio, dandogli del tu. A me è piaciuto questo stile, mi ha ricordato La donna giusta di di Sándor Márai, anche se ovviamente lontano anni luce come tema.

Il titolo

Il titolo originale è 엄마를 부탁해, Prenditi cura di mamma, e ho deciso di lasciare questo titolo per il post. E’ un titolo molto significativo. Come significativo è il santino che ho trovato nel romanzo, lasciato da qualcuno in un punto di bookcrossing. Ritrae La Madonna con bambino e angeli, attribuito a Longhi della scuola del Garofalo e, sull’altro lato, una frase in latino firmata da papa Benedetto XVI e datata 2007. Lo ammetto, mi è partita la trama. La persona che ha lasciato il romanzo, l’ha comprato in Vaticano? Ha comprato lì anche il santino? L’ha lasciato nel libro appositamente? La mia risposta è sì, sì, sì. E’ come se mi avesse lasciato il testimone: “prenditi cura di lui. E di lei”. E io lo farò. 

E voi? Conoscete quest’autrice? Avete letto qualcosa di lei? p.s. curiosità, per un po’, credo che non avremo novità da parte sua. Nel 2015 è stata coinvolta in uno scandalo, accusata di plagio ai danni nientedimenoche…Yukio Mishima. All’inizio ha negato, ma sembra che alla fine abbia chiesto scusa.

Leggi anche: 

http://www.pennaecalamaro.com/2016/09/07/77/

http://www.pennaecalamaro.com/?s=bambini+nel+tempo

Nora Roberts e l’offerta del milionario

Nora Roberts qui nei suoi primi anni di attività, prima di diventare la famosissima e prolifica autrice che è ancor oggi. Megan e Katch: lei si nasconde dentro il parco giochi gestito dal nonno, lui ha soldi da spendere per un investimento che ritiene vincente. Chi vincerà il braccio di ferro?

Trama

Non è stato facile per Megan Miller rinunciare al sogno di diventare scultrice per restare accanto al nonno e gestire con lui il pardo di divertimento Joyland. Quando il milionario David Katcherton arriva a Myrtle Beach con la ferma intenzione di comprarlo, la reazione di Megan non è certo dolce come lo zucchero filato. Joyland è l’unica ragione di vita del nonno, e Megan non permetterà che gli venga portato via! Neppure se David le fa un’offerta che è difficile rifiutare, soprattutto per il suo cuore…

Un romanzo breve

Questo titolo è stato ripubblicato recentemente, ma fa parte dei primi anni di attività di Nora Roberts. Scrittrice americana molto prolifica, che ha poi trovato nei romance che virano verso il giallo la sua cifra stilistica. Stavolta, incredibilmente, mi piace più il titolo tradotto di quello originale, Less of a stranger. L’offerta del milionario lo trovo più calzante. E’ un romanzo breve, che si legge nello spazio di un paio di sere tranquille. Non direi che sia una storia memorabile, però due aspetti mi sono piaciuti: il personaggio di nonno Pop, che per Megan è anche e soprattutto padre e madre, dopo la morte dei suoi genitori quando lei era in tenera età, e le vicissitudini legate a Joyland e a quanto un’attività possa nel tempo rivelarsi una palla al piede per chi è costretto a gestirla anche se ha perso entusiasmo e motivazione.

Storia d’amore così così

Un po’ più oscuri, a fine lettura, rimangono francamente i motivi della passione tra i due protagonisti. Cosa hanno visto l’uno nell’altra? Troppe poche pagine per questa storia che avrebbe forse meritato più spazio e meno mugolii inutili e artefatti. Comunque, fa quello che è richiesto a letture leggerissime di questo tipo.

***

“Cosa vinco?”

“Quello che vuoi”.

“Prenderò Henry”, le comunicò Katch. E all’occhiata interrogativa della ragazza, indicò un pupazzo alle sue spalle. “L’elefante”. “E anche te”.

Leggi anche: 

Se fai la brava, ti porterò del dessert“. Era una loro vecchia abitudine. Da che Megan si ricordava, se Pop cenava fuori senza di lei le comprava sempre un dolce. Che cosa ti andrebbe?”

“Mmh…Del sorbetto alla fragola“, decise all’istante. 

Un solo ingrediente (con bonus), sorbetto facile facile!

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Le nostre Vacanze in villa stanno finendo, peccato!

Le nostre Vacanze in villa stanno per finire, peccato! Sophie Kinsella ha uno stile di scrittura così scorrevole e coinvolgente, che vi confesso io ho finito diversi giorni prima delle solite scadenze. In attesa dei commenti sul romanzo nel suo complesso, vi lascio le mie impressioni e l’ultima curiosità su Vacanze in villa.

Uno dei primi

Intanto, per un commento calzante, bisogna ricordare che questo è uno dei primi romanzi scritti dall’autrice inglese, prima del grande successo che I love shopping le ha regalato. Come dice lei stessa “ho iniziato la mia carriera di scrittrice con una serie di romanzi piuttosto diversi quelli firmati Sophie Kinsella. Sono un po’ più seri, un po’ più dark e non hanno un’eroina, ma gruppi di personaggi le cui vite si intrecciano in qualche modo. Mi è piaciuto scriverli e sono molto felice quando i lettori mi scrivono che hanno apprezzato il mio alter ego”. Io sono una di quelli, ho sempre detto che preferisco i suoi titoli firmati col suo vero nome, Madeleine Wickham, anche se forse meno raffinati o di successo. E Vacanze in villa non ha fatto eccezione, si è rivelata una lettura piacevole. 

Piacevole anche perché, su di me, l’argomento second chance ha sempre un certo ascendente. Leggo sempre volentieri le storie in cui il passato ritorna e siamo chiamati a decidere se aprirgli la porta o meno. Certe volte il dubbio non c’è proprio, in altre avrei fatto scelte diverse rispetto a quelle che ci impone la scrittrice…haha…ma alla fine è sempre un tema che suscita emozioni, non trovate?

La curiosità

Ma veniamo alla curiosità che vi ho promesso. Sleeping Arrangements è diventato un musical adattato da Chris Burgess. La prima si è tenuta al Landor Theatre di Londra nell’estate del 2013 e sembra abbia ricevuto ottime recensioni. Chissà se qualcuno che l’abbia visto può confermare…Intanto, a questo link possiamo ascoltare un assaggio delle musiche. A me non sembrano per niente male, voi che dite? 🙂 

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Una scena del musical con Jenny Gainer nei panni di Chloe

Aspetto i vostri commenti: avete finito Vacanze in villa? State per finire? Stavolta commentiamo Vacanze in villa nel suo complesso. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Leggi anche:

Madeleine Wickham aka Sophie Kinsella per il book club di primavera. Leggi con noi?

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London’s calling. Il viaggio letterario sta finendo. Ma prima, i Pink Floyd!

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Passione lontana (e un po’ morbosa) di Liala

Passione lontana di Liala è l’esempio perfetto per spiegare quanto faccia bene partecipare a un book club. Come sapete, Liala è stata la protagonista del nostro penultimo appuntamento libroso nel Book Club PeC, in cui abbiamo scelto di leggere il romanzo preferito o quello che avevamo in casa. Uno (o una) dei partecipanti ha letteralmente “distrutto” Passione lontana: “i due protagonisti non mi piacciono, lo finirò solo perché l’ho iniziato“.  Ovviamente facendo scattare immediatamente in me la voglia di leggerlo. Cosa che ho fatto appena ne ho trovato una copia al mercatino. Ora vi racconto se sono d’accordo con l’altra lettrice/lettore o no…

Trama

Giulietta, allieva del Teatro alla Scala, è pronta per una brillante carriera di prima ballerina, ma l’amore per Vik Gildas, prestigioso giocatore del Milan, avrà la meglio sui suoi sogni d’ambizione. Vik è però legato al ricordo di una donna morta in circostanze misteriose…

Un dark romance

Intanto, questo romanzo di Liala oggi sarebbe classificato come dark romance ed è probabilmente  il motivo per cui non è piaciuto nel book club. Vik è tutto tranne che un cavaliere e Giulietta è una ragazza in cerca di una vita agiata. Oggi sarebbe la classica storia tra calciatore e velina, all’epoca Liala ha dato una veste più consona ai tempi collocando Giulietta come ballerina della Scala, ma la sostanza non cambia. Giulietta è anche una ragazza moderna, tenuta a freno solo dalla madre, molto più rigorosa e tradizionalista. Quando conosce questo giocatore svedese, per lei è amore a prima vista, ma l’ombra di una storia passata di Vik impedisce ai due di amarsi come vorrebbero.

Vik imperdonabile

E da qui, il via a una serie di vicende che li porteranno prima ad allontanarsi e poi, fortunatamente, a ritrovarsi. Devo dire che alla fine sono d’accordo, i protagonisti (e, ahimé, anche i coprotagonisti) non brillano per simpatia e quello che ha fatto Vik non solo è imperdonabile, ma il tentativo di tutti di trovargli una giustificazione è oltremodo fastidioso. E altrettanto fastidioso è il modo in cui quasi tutti giudicano Giulietta per le sue scelte di vita. Per non parlare del fatto che tutti diano per scontato che debba lasciare la sua professione una volta sposata. Se decidete di leggerlo, mi raccomando, mettetevi gli occhiali di una società anni ’50 arretrata. E’ l’unico modo per non chiudere prima della fine!

A voi piace Liala? Qual è il vostro titolo preferito?

 Leggi anche:

Liala, non chiamateli romanzi “rosa”!

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Book Club, nella villa i personaggi stanno per esplodere!

Siamo sempre in Spagna con Sophie Kinsella e il suo Vacanze in villa, il titolo che abbiamo scelto per l’ultimo Book Club prima della pausa estiva. La scorsa settimana abbiamo parlato dell’ambientazione andalusa, condividendo un po’ di delusione per le descrizioni scarne degli ambienti. Se si eccettua la villa, che sta fagocitando i protagonisti e portando ancora più scompiglionelle loro vite. Ma non dovevano riposarsi e ricaricarsi? E’ già, ma purtroppo le cose non sempre vanno come vogliamo noi. Guardiamoli più da vicino, questi personaggi. Chi sono? Cosa fanno nella vita e nel romanzo? Vi farò notare una particolarità, vediamo se anche voi l’avete notata… 

I personaggi 

Due coppie si ritrovano forzosamente a condividere uno spazio per le vacanze. Sono:

  • Chloe Harding, 37enne sarta. Convive con Philip, è sopraffatta dal lavoro e dal momento familiare non facile. Ha due figli, Sam e Nat; 
  • Philip Murray, il compagno di Chloe. Sta attraversando un momento complicatissimo, rischia di perdere il lavoro e questo gli sta facendo perdere il contatto con la realtà e con la sua famiglia; 
  • Hugh Stratton, direttore di una banca d’affari. Vecchia conoscenza di Chloe, ma gli altri non lo sanno. E’ sposato con Amanda e hanno due bambine, Octavia e Beatrice;
  • Amanda, la moglie di Hugh. Fa la mamma a tempo pieno e ristruttura perennemente casa.

Si ritrovano in questa villa a causa di Philip, un comune amico, che forse si è sbagliato offrendo a entrambe le coppie la stessa settimana. O forse no. Amanda ha portato Jenna, una tata australiana, per aiutarla con le bambine.

Amanda come?

E qui veniamo all’aspetto che volevo evidenziarvi. C’è un elemento che accomuna tutte le protagoniste di Sophie Kinsella: sono donne che hanno un lavoro o una professione che le rende indipendenti. Quindi, le scelte che fanno sono dettate dall’amore e nient’altro. Fateci caso: Chloe è Chloe Harding. Amanda è…Amanda. Eppure, Amanda lavora moltissimo e regge da sola un peso familiare di cui Hugh non vuole farsi carico. Perché di lei non sappiamo il cognome? Chloe, invece, è così determinata che rischia di sottovalutare lo stato psicologico del marito. Mentrew Hugh…bè, su di lui mi riservo di dire qualcosa più avanti. A parte che il nome mi fa pensare a lui come ispirato a Hugh Grant, c’è da dire che questo parallelo tra le scrittrici britanniche impazza, non credo che mollerei Philip per uno come lui.

E voi? Cosa pensate di Chloe e gli altri?  

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Sophie Kinsella vi sta dando, o non vi sta dando. Io vi aspetto per commentare e vi do appuntamento alla prossima settimana, per parlare della storia che stiamo leggendo.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa sull’ambientazione, cliccate qui:

Il book club fa Vacanze in villa, tra sangria e creme solari

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