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Il delitto perfetto di Heather Graham Pozzessere

Heather Graham Pozzessere è l’ultima chicca che ho pescato dall’edicolante che vende romanzi vintage a un euro e che fa parte della collana I bestsellers Mondadori. Finora non ho sbagliato un colpo, anche questo titolo si è rivelato un suspense romance avvincente. Anche se forse l’autrice…ora vi racconto.

Trama

Cassandra Stuart è morta tra le braccia di Poseidone, il corpo trapassato dal tridente della fontana. Il caso è stato archiviato dalla polizia come un tragico incidente, ma suo marito, il noto giallista Jon Stuart, è stato oggetto di pubblica curiosità e sospetto. E ora, tre anni dopo, orchestrando un piano complesso e azzardato, ha riunito i principali indiziati sulla scena del delitto. Più Sabrina, che quel giorno non c’era, ma che Jon vuole assolutamente rivedere. Passato e presente si intrecciano, vecchie fiamme si riaccendono e un assassino trama nell’ombra…

Seminando falsi indizi

L’intreccio non è originalissimo, ma funziona sempre. Un castello scozzese del mistero, un po’ lugubre, una morte che pesa sugli invitati, personalità complesse ed enigmatiche e un assassino da far uscire allo scoperto. Ma c’è davvero un assassino? O la morte di Cassandra è stata solo un tragico incidente? E’ su questo equivoco che si gioca gran parte del libro. Heather Graham Pozzessere si diverte a prenderci in giro, a seminare falsi indizi, a terminare il capitolo con un colpo di scena e a fare marcia indietro all’inizio del successivo. Per poi riservare alle ultime pagine la soluzione del mistero.

Al lupo, al lupo!

Forse è proprio questo il difetto principale del romanzo. Il lettore di gialli è molto esigente, non ci può essere un Al lupo, al lupo! in ogni capitolo e poi un nulla di fatto. Nulla di fatto relativo, intendiamoci, perché qualcosa in effetti succede. Per quanto mi riguarda, non mi sono fatta fuorviare: ho puntato il mio cavallo all’inizio e ho vinto. Tutto sommato direi una lettura gradevole per qualche serata senza pensieri. Forse, la parte romantica tra Jon e Sabrina avrebbe potuto essere più sviluppata, come anche i complessi rapporti tra scrittori megalomani. Ma è comunque una storia che ho seguito con piacere.

Curiosità

Nel romanzo, Jon Stuart organizza il ritrovo annuale degli scrittori di thriller e mistery, durante il quale giocano a “trova l’assassino”. Nella realtà, Heather Graham Pozzessere è una delle fondatrici del Florida chapter of the Romance Writers of America e dal 1999 ospita l’annuale Romantic Times Vampire Ball per beneficenza. Nel 2006, ha ospitato il primo Writers for New Orleans in occasione del Labor Day, che è poi diventato un evento annuale. 

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Il giallo di Natale di Mary Durham

Mary Durham, un’autrice del passato di cui si conosce poco e niente, una villa e una cena di Natale, il padrone di casa che viene ucciso. Morte a Linwood Court. Ci sono tutti gli ingredienti per trascorrere un’uggiosa giornata di Natale come piace a me: sotto una copertina, una fetta di panettone in una mano e un bel romanzo nell’altra.

Trama

Sir Philip Linwood, baronetto con un cospicuo patrimonio e una tenuta di famiglia nella campagna inglese, sposato con una donna giovanissima, viene ritrovato senza vita in giardino la sera di Natale dal suo assistente Hare, con una ferita sulla nuca. È caduto e ha sbattuto la testa? Oppure è stato assassinato? Di certo, tutti gli invitati alla festa avrebbero avuto un motivo per ucciderlo. Sarà l’ispettore York di Scotland Yard a risolvere il mistero.

Una buona lettura per un giorno di festa

Il romanzo di Mary Durham è ben congegnato e scorre con velocità, una pagina tira l’altra. L’ambientazione è tipica dei gialli classici del dopoguerra, con quell’ambiguità delle vite private che spesso accompagna uno sconvolgimento totale della società, classi sociali che si mescolano e persone che possono inventarsi una nuova identità. E un ispettore di Scotland Yard che con fiuto infallibile arriverà alla verità dopo un’indagine impeccabile. Peccato, invece, che i personaggi siano poco delineati. Anche il cattivissimo Sir Philip Linwood, talmente antipatico da fare una brutta fine, in realtà non si muove e non parla abbastanza per farci percepire tutta la sua acidità, che viene messa in risalto dagli altri protagonisti senza risultare però convincente fino in fondo. Come le motivazioni dell’assassino, un po’ troppo deboli per essere credibili. Motivo per cui fino alla fine rimane l’incertezza su chi sia davvero il colpevole. Rimane una buona lettura per un giorno di festa. 

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Liala, non chiamateli romanzi “rosa”!

Liala. Siamo quasi alla fine del nostro viaggio nella scrittura della decana dei romance italiani. All’inizio, abbiamo parlato delle ambientazioni che prediligeva che immaginava dal suo buen retiro a Varese.  Abbiamo poi commentato il modo in cui descrive Milano e Nizza, le città dei romanzi che stiamo leggendo. Poi, abbiamo proseguito concentrandoci sui personaggi, che presentano delle zone d’ombra a tratti inquietanti.  Adesso, è il momento di focalizzarci sulle storie. 

Mi racconto una storia 

Il metodo di Liala era semplice: “metto il foglio nella macchina da scrivere, mi vengono delle idee e inizio. Scrivo per me, mi racconto una storia. Il mio lavoro mi piace, credo che sia il massimo per uno scrittore“. E Liala ha scritto e scritto, con quella carta azzurrina che era il suo segno distintivo, senza mai perdere l’amore dei suoi lettori. Tanto da far nascere addirittura una rivista, che oggi si chiama Confidenze, ma che allora nacque come “Le Confidenze di Liala”.

Tanta ingenuità

Liala stessa era stupita del suo successo. “C’è talmente tanta ingenuità nei miei romanzi, che ogni tanto li guardo e penso ‘ma che ci troveranno mai in questa Liala?“. La critica non sempre è stata buona, veniva a volte pesantemente attaccata come rappresentante della cattiva letteratura. Liala ribatteva che essere una scrittrice “popolare” a lei piaceva e, con una certa dose d’ironia, si diceva convinta che anche i grandi letterati sotto sotto la leggessero.

I consigli di D’Annunzio

D’Annunzio non le diede solo il nome d’arte che l’accompagnò tutta la vita, Liala, ma le diede anche dei consigli utili per la sua carriera: “mi disse di non temere mai nulla scrivendo, di buttare sempre fuori quello che avevo dentro, di cercare di scrivere in un buon italiano, di essere ciò che deve essere una scrittrice. Cioè sincera, una persona schietta, di non cercare di arzigogolare intorno alle frasi e alle parole. Per merito suo, ho imparato a scrivere come come sento, come vedo e anche come imparo qualche volta“.

Liala ha sdoganato l’adulterio e il sesso

L’amore ha sempre predominato nei romanzi di Liala. E in amore tutto è concesso, anche ribellarsi a un matrimonio infelice. Questo può essere scontato per noi, ma pensate all’epoca quanto dovesse suonare scandaloso, considerando che non era ammesso neanche il divorzio! Anche se non amava gli uomini e le donne che tradiscono: “se l’amore deve durare, entrambi devono camminare dritti“. La stessa cosa per il sesso: “ho mandato a letto tante persone, ma senza volgarità“.

Non chiamateli “rosa” 

Per la lettura di questa settimana, partiamo da questa domanda: è vero che nei romanzi di Liala c’è “la vita”, come diceva lei? E che le sue lettrici l’amavano perché parlava di abbondanza, di bei vestiti, del sogno che ognuna poteva vivere girando le sue pagine? E oggi, è ancora valido il suo messaggio?

Commentate liberamente sotto questo post tutte le vostre impressioni. Buona lettura e alla prossima settimana con il gran finale!

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http://www.pennaecalamaro.com/2021/11/17/liala-mio-aviatore-mi-preso-mano/

Liala, il mio aviatore mi ha preso per mano

Continua nel Book Club la nostra lettura di Liala. La scorsa settimana abbiamo parlato delle ambientazioni che la decana delle scrittrici romance italiane prediligeva e che immaginava dal suo buen retiro a Varese.  Abbiamo poi commentato il modo in cui descrive Milano e Nizza, le città dei romanzi che stiamo leggendo. Ora, proseguiamo la lettura concentrandoci sui personaggi. 

L’aviatore 

Nei romanzi di Liala c’è un personaggio ricorrente: “l’aviatore dagli occhi d’oro“. Che non è del tutto inventato. Si ispira a Vittorio Centurione Scotto, un ufficiale della Regia Aeronautica, il grande amore della sua vita. Un amore sfortunato, che finisce con la morte di lui, perito in un incidente mentre sorvolava il lago di Varese. Ecco che il lago torna nella vita di Liala e diventa sempre più centrale. E allora Liala si sfoga e inizia a scrivere di aviatori e aviazione. “In tutti i libri aviatori ho messo qualcuno che lui conosceva e ho tenuto lui come protagonista. Cambiandogli nome, mettendogli qualche volta gli occhi azzurri, ma in tutti i libri aviatori è entrato lui, mi ha preso per mano”.

Un rapporto, quindi, che sopravvive alla morte grazie al dono della scrittura: “mi continua a tenere per mano, perché se metto un personaggio troppo dissimile da lui per temperamento, finisce per sfuggirmi di mano, non faccio più niente“.

L’uomo che si stacca da terra

L’aviatore finisce per diventare la metafora di un uomo che si stacca da terra, che non segue le regole della vita quotidiana. Un uomo che la lettrice può sognare senza inibizioni (cit. Il Segno delle donne – Rai).

Un rapporto simbiotico

Liala aveva coi suoi personaggi un rapporto simbiotico, come se fossero persone vere, vive. “A volte mi arrabbio con i miei personaggi. Una volta ho detto a uno: Cretino! E lui: “Cretina sei tu che non mi sai scrivere.”

Mi sembra che gli elementi ci siano tutti. Vi aspetto durante la settimana per raccontarvi qualche curiosità su Liala. Intanto, commentate liberamente sotto questo post tutte le vostre impressioni. A presto!

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Liala, l’amore per il lago dei ricordi

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Liala, l’amore per il lago dei ricordi

Per il Book Club Pec stiamo leggendo Liala. Finita la prima settimana di lettura solitaria, da oggi e fino a lunedì prossimo, ci confronteremo sulle ambientazioni scelte da Liala per i suoi romanzi, che hanno venduto più di 10 milioni di copie. Perché tanto successo? Attraverso i suoi romanzi, cercheremo di capire cosa fa di lei, ancora oggi, la regina del romance italiano. E lo faremo prendendo spunto dal programma Rai Il segno delle donne, che ha dedicato la puntata di apertura della stagione 2021/2022 proprio a Liala.

Liala, una venditrice di palpiti

“Liala era una venditrice di palpiti. Vendeva palpiti dalla sua villa La cucciola di Varese, che era insieme la sua dimora e il suo eremo. Lì si era ritirata per far sognare le sue lettrici e i suoi lettori”.

E dal suo eremo, Liala rivede il suo lago “Ripenso al mio lago, il lago di Como, lo vedo sempre di notte, con la luna che ci si specchia sopra e lascia quella bella scia luminosa. E poi da lì le cose vengono da sole”.

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Fonte: https://dissensiediscordanze.com/2014/06/liala/

Cos’è il lago per Liala?

Tutto. Ho passato gran parte dell’infanzia e dell’adolescenza sul lago di Como tra Urio e Carate, nella casa dei nonni materni. Il mondo taceva, io ero sola, il lago era tutto mio, il dondolare della barca, il mormorare dell’acqua…”

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Un mix di nobiltà e praticità

La nonna paterna era nobile, da lei ho imparato il saper vivere nella società di allora. Ho avuto anche una nonna olandese, figlia di un piantatore di fiori e patate. L’altra era l’inchino, non si doveva dire, non si doveva, fare, con la nonna olandese potevo fare tutto quello che volevo”. Un mix di buone maniere e indipendenza che ne hanno fatto un personaggio unico nel panorama editoriale dell’epoca.

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Spesso sceglie l’aviazione per ambientare i suoi romanzi. Perché? Perché Liala iniziò a scrivere per superare la morte del suo grande amore, che durante una gara di aviazione precipitò col suo aereo nel lago di Varese. “E di colpo io mi sono ritrovata malata. E sola. E mi sono sfogata raccontando tutto quello che potevo raccontare di aviazione“. E così Signorsì, il suo romanzo d’esordio, fu subito un grandissimo successo.

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Via ai commenti!

Parliamo, allora, di ambientazione. Vi ritrovate in qualcuna delle caratteristiche di cui abbiamo parlato? La ritrovate nel romanzo che state leggendo? Dove è ambientato? Come descrive l’ambiente in cui si muovono i suoi personaggi? Raccontatemi i vostri pensieri nei commenti!

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