Archivi tag: autori

Book Club P&C: I ponti di Madison County, la storia

I ponti di Madison County. Ci stiamo prendendo tutto il tempo per assaporare la storia senza fretta. Abbiamo parlato dei personaggi e commentato tempi e luoghi in cui Robert James Waller ha immerso i suoi protagonisti. Ora abbiamo terminato la terza settimana di lettura e, se abbiamo proseguito senza impedimenti, dovremmo essere giunti a a 3/4 del romanzo. Quindi, possiamo iniziare a dire qualcosa sulla storia in sé. Come di consueto, vi lascio sotto qualche spunto di riflessione. Ai lettori la parola.

Ponti come metafora 

In uno dei commenti mi avete detto che i ponti rappresentano una metafora, due mondi lontani che si avvicinano. Francesca e Robert come due alieni, che improvvisamente trovano un punto d’incontro. Siete d’accordo con quest’affermazione? Vi rispecchiate in questa filosofia che permea il romanzo?

La storia vi convince?

La lettura, invece?  Come prosegue? State incontrando difficoltà o vi piace quello che leggete? La vicenda di Francesca e Robert vi appassiona, o in alcuni punti avete sentito un calo di tensione? Oppure, come tanti lettori, pensate che sia molto irreale, non una vera storia d’amore, ma solo un’infatuazione passeggera tra due persone che si piacciono?

E lo stile con cui I ponti di Madison County vengono raccontati? 

Vi piace? O avreste preferito un altro modo di narrare?

Commentate sotto al post 

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Robert James Waller vi sta dando, in positivo o negativo. Vi prego solo di badare più alla sostanza che alla forma. Non fatevi bloccare dalla timidezza, più riusciamo a esprimerci liberamente e più una lettura condivisa acquista valore.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa su personaggi o ambientazione, o se volete sapere come funziona il Book Club P&C, cliccate sotto:

Book Club P&C: I ponti di Madison County, il nomade e la casalinga

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Book Club P&C: I ponti di Madison County e il Roseman Bridge

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Memorie dal sottosuolo – Fëdor Dostoevskij

Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij  è il secondo audiolibro, dopo Orgoglio e pregiudizio, che inizio e finisco nello spazio di pochi giorni.  Sempre di Ménéstrandise Audiolibri e ascoltato su Spotify. Se state cercando un titolo per avvicinarvi agli autori russi, o a Dostoevskij in particolare, mi sento di consigliarvelo. Soprattutto ora che causa Covid passiamo più tempo nel sottosuolo di casa nostra…

Trama 

A quarant’anni Fëdor Dostoevskij è uscito da poco da una serie di vicende drammatiche (la militanza socialista, la condanna a morte commutata all’ultimo momento, la deportazione siberiana) e, pur praticando un’intensa attività giornalistica, sta ancora cercando la sua strada. “Memorie dal sottosuolo” (1864) è il libro che annuncia i capolavori della maturità. Con i suoi tratti autobiografici, il protagonista delle memorie è un uomo timido, senza risorse e protezioni, che la brutalità della vita sociale respinge nel sottosuolo, e a cui non resta che cercare uno sfogo provvisorio tormentando chi sta ancora più in basso di lui: Liza, misera prostituta alle prime armi, incontrata in una sera di neve bagnata.

Il sottosuolo

Il libro è diviso in due parti. Nella prima, l’autore russo ci introduce al concetto di sottosuolo, quel luogo recondito dove albergano le più infime pulsioni umani. Il protagonista è un uomo apparentemente timido, che sfoga la sua aggressività quando non dovrebbe, che agisce impulsivamente e si pente un minuto dopo, che soffre in una società che lo relega al margine solo perché non accetta le convenzioni e non è simpatico come alcuni suoi colleghi. Che finiscono per avere più riconoscimenti anche senza meriti particolari.

Liza

Anche nella vita privata le cose non vanno meglio. Con il suo unico servitore ha un rapporto difficile, perché non sempre riesce a pagarlo. E si è innamorato di una prostituta, Liza, sulla quale però finisce per sfogare tutte le sue frustrazioni.

La sofferenza è l’unica origine della coscienza 

Quello che Dostoevskij ci apre è il diario di quest’uomo, il suo ritratto più intimo, nel quale confessa quello che in pubblico nessuno oserebbe mai neppure pensare. Seguiamo pagina dopo pagina i suoi ragionamenti e le sue paranoie, trovandolo a volte esagerato, a volte troppo rancoroso, spesso nel giusto. Vi troverete ad esclamare “anch’io!” più e più volte, perché tutti abbiamo un sottosuolo, che il ruolo sociale non raggiunge. E da questo momento in poi, nelle opere di Dostoevskij il sottosuolo non mancherà mai. E sarà difficile accettare che esista, che conviva in noi, che la nostra immagine faccia a pugni con il nostro io più profondo. Ma non è forse vero che La sofferenza è l’unica origine della coscienza? 

Voi l’avete letto? Scrivetemi nei commenti cosa ne pensate 🙂

***

Nei ricordi di ogni uomo ci sono certe cose che egli non svela a tutti, ma forse soltanto agli amici. Ce ne sono altre che non svelerà neppure agli amici, ma forse solo a se stesso, e comunque in gran segreto. Ma ve ne sono infine, di quelle che l’uomo ha paura di svelare perfino a se stesso, e ogni uomo perbene accumula parecchie cose del genere.

Tutti noi ci siamo disabituati alla vita, e zoppichiamo tutti, chi più chi meno. Ci siamo anzi a tal punto disabituati che avvertiamo talvolta una sorta di ripugnanza per ciò che è veramente “vita viva”, e perciò non riusciamo nemmeno a sopportare che qualcuno ce ne parli. Già perché noialtri ormai siamo arrivati a un punto tale che tutto ciò che è veramente “vita viva” lo consideriamo quasi una fatica, quasi un qualcosa che si fa per dovere di servizio, e siamo tutti d’accordo che è molto meglio quello che leggiamo nei libri.

Estranei – Taichi Yamada

Un libro quasi per immagini. D’altronde, Taichi Yamada è uno sceneggiatore. Nell’opprimente calura estiva di Tokyo, Hideo Harada soffoca per l’afa, gli scarichi provenienti dalla super trafficata strada sottostante e per un senso di inquietudine che si fa sempre più forte.

Trama

Hideo Harada è un uomo di mezza età, divorziato, con un figlio che non vede quasi mai e un lavoro – scrivere soggetti per la televisione – che stenta a decollare. Per di più, vive nel suo ufficio, in una grande e asettica palazzina nei pressi di una trafficata strada statale di Tokyo. Così, per sfuggire allo squallore e alla solitudine della propria esistenza, il giorno del suo compleanno Hideo decide di recarsi ad Asakusa, il quartiere della sua infanzia, dove a dodici anni aveva perduto entrambi i genitori, investiti da un’auto. Ma, quando entra in un teatro, tra il pubblico nota un individuo straordinariamente somigliante al padre. L’uomo lo invita a seguirlo a casa sua, dove lo aspetta la moglie: anche lei è identica alla madre morta…

L’infanzia che torna

E’ così. Ci sono nei momenti della vita che chiamiamo di passaggio, quelli in cui volenti o nolenti dobbiamo fare i conti col passato e con i nostri errori. Possono essere scatenati da una malattia, un licenziamento, un lutto, oppure, come nel caso del protagonista, da un divorzio, che gli è costato anche il rapporto con il figlio. Ecco che allora le nostre mancanze tornano a galla e cerchiamo di colmarle, in qualche modo. Per questo Hideo si ritrova senza neanche sapere come nel suo quartiere di origine, alla ricerca di…cosa? Delle radici? Lui, che ha perso i genitori troppo presto, ritrova proprio i suoi genitori. E’ incredibile, eppure è così. Fermi all’età in cui sono morti. Ma sono proprio loro? O una proiezione della sua mente malata?

A un certo punto compare Kei

Nel frattempo, mentre è in balia di questa tempesta di emozioni, nella sua vita compare una donna, Kei. Anche lei nasconde delle cicatrici che non vuole mostrare. Chi è questa giovane donna? Perché vive in un palazzo semivuoto di soli uffici? Hideo forse è pronto per rifarsi una vita, ma è Kei la donna giusta con cui ripartire?

Chi ti ama davvero non ti trascina con sé

Una ghost story onirica, molto asiatica nella costruzione, che mi ha spinto a leggere pagina dopo pagina senza quasi pause. Un romanzo in cui sembra quasi di percepire suoni e silenzi, odori ed esalazioni. Che fa pensare a quando tutto era più semplice, all’unico periodo della vita davvero senza problemi. Un libro che chiude con un colpo di scena, anzi due, forse non proprio originali, e forse un po’ troppo sbrigativi. Una storia che comunque contiene un messaggio importante: chi ti ama davvero non ti trascina con sé, chi non ami davvero non può trascinarti da nessuna parte. E in questi giorni, dove si parla ovunque di violenza sulle donne, anche se il tema è tutt’altro lo trovo un monito importante, per la vita di ognuno di noi.

Come sempre, se l’avete letto, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate 🙂

La colpa era mia, naturalmente. Del mio fallimento sia come padre sia come marito, la colpa era interamente mia.
Non che lo credessi davvero…ma trovavo una certa soddisfazione nel dipingermi di nero, continuando a fissare le luci della città da una finestra d’albergo.
Facci un favore e smettila di essere così duro con te stesso. Un uomo deve difendersi, sai. Nessun altro lo farà.
Note: 
Da questo romanzo è stato tratto il film del 1988 The discarnates con Morio Kazama, Kumiko Akiyoshi, Tsurutaro Kataoka, Toshiyuki Nagashima, Yuko Natori, vincitore nel 1989 del Mainichi Film Award per la migliore regia.

Leggi anche: 

A sud del confine, a ovest del sole – Haruki Murakami

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Quel che resta del giorno – Kazuo Hishiguro

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Il magico potere del riordino – Marie Kondo

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Storie dalla Corea – Benedetta Merlini (a cura di)

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Daniel Pennac – La prosivendola

I Malaussène di Daniel Pennac sono una droga. Dopo essere entrato nel loro mondo, non puoi fare a meno di andare avanti. La prosivendola è il terzo atto di questo psicodramma che stavolta lascia il capofamiglia in panchina, mentre la sua famiglia d’origine e non cerca di risolvere l’ennesimo mistero. Che in questo episodio li colpisce pesantemente…

Trama

Per rilanciare le vendite del suo autore di maggior successo, del quale non si devono conoscere né il nome né il viso, la regina Zabo, tirannica regina e geniale “prosivendola” della casa editrice Taglione, decide di reclutare un sostituto che incarni pubblicamente il misterioso J. L. B. L’operazione riesce, ma il sostituto rimane vittima di un attentato durante uno show delirante. Bloccato in ospedale in stato di coma, Benjamin viene ciò nonostante informato degli sviluppi del caso dalla sua tribù, resa tranquilla sulla sua salute dall’affermazione della sorellina astrologa secondo cui Ben vivrà fino a 93 anni.

Un po’ troppo virtuosismo 

Il terzo capitolo della saga non mi ha convinto del tutto. Ci sta che ci sia qualche flessione nelle lunghe serie. Stavolta, a mio parere, Daniel Pennac si è fatto prendere un po’ troppo la mano dal virtuosismo della scrittura, a tutto discapito della storia narrata. Che lo scrittore francese sia dotato di una penna notevole non c’è dubbio, ma ho notato una sorta di autocompiacimento che ha reso difficile seguire quello che stava accadendo ai personaggi. Anche aver lasciato in panchina Ben ha forse contribuito alla dissociazione dalla trama. In fondo, Ben è l’anima di questa famiglia, è lui che la porta avanti con determinazione e coraggio. Senza di lui, anche i fratelli sembravano smarriti, come il lettore. Fortuna che c’era Julia a tenere alto il vessillo dei Malaussène. Anche lei, tuttavia, emerge poco, fagocitata dalla regina Zabo, che regina non è per caso. 

Critica al mondo editoriale

Con mio sommo dispiacere, anche stavolta diamo addio a uno dei miei personaggi preferiti, però la sua uscita di scena è geniale. Nonostante le pecche di cui vi ho parlato sopra, e anche se la storia prende il via a fatica,  vale comunque la pena di andare avanti nella serie. La protesta dell’autore respinto, a inizio libro, vale da sola il tempo speso per leggerlo. E anche la critica al mondo editoriale, che premia tutto tranne la scrittura, è non solo condivisibile, ma anche perfettamente espressa. E, quindi, ho già tirato fuori Il signor Malaussène, il quarto capitolo di Ben e famiglia a dir poco allargata.

Come al solito, tra un po ‘ vi saprò dire. E a voi? Piace Pennac? Quale dei suoi romanzi avete preferito? Rinnovo l’invito a scrivermi nei commenti 🙂

Leggi anche:

Il paradiso degli orchi, il primo romanzo della saga Malaussène

La fata carabina, il secondo romanzo della saga Malaussène

Altri romanzi noir

La morte, ora per ora – Brett Halliday

Brett Halliday è stato uno scrittore dai mille pseudonimi (anche Brett Halliday lo è, lui si chiama Davis Dresser), che ha spaziato dal giallo al romance senza difficoltà. La morte, ora per ora, è considerato uno dei suoi lavori migliori e un classico del giallo.

Trama

Da quando suo padre le ha scritto per dirle di aver sposato una donna di nome Florence, l’ex infermiera di sua madre, April Haddon nutre un odio amaro per la sua matrigna. Poco dopo il matrimonio,muore anche il padre ed April è costretta a tornare a Midhampton per rivendicare la sua eredità. All’apertura del testamento, la sorpresa. Come tutore legale di April, Florence ha il completo controllo sulla figliastra. Ma April vuole a tutti i costi liberarsi di Florence, anche perché ha il sospetto che voglia ucciderla. E’ proprio così? O la ragazza ha solo una grande fantasia?

Before I wake

Pubblicato per la prima volta nel 1949, Before I wake, questo il titolo originale, è più un thriller psicologico che un giallo classico come di solito sono i Mondadori. Tutto si gioca sullo scontro delle due forze di volontà di April e della matrigna. Ovviamente la seconda è più scaltra e più esperta, mentre April è ancora una ragazzina minorenne e cade in trappola con la sua ingenuità. Pagina dopo pagina, siccome è proprio April a raccontare i fatti, uno sta lì a chiedersi se quello che racconta sia vero o sia soltanto il frutto della sua immaginazione. Eppure, Florence è stata brava a farsi sposare e talmente fortunata da diventare vedova e super ricca pochi mesi dopo. Come mai nessuno la sospetta?

Perfetto in una calda giornata estiva

Il romanzo si legge in poco più di due giorni ed è appassionante. Sarà solo il finale a chiarire i fatti, anche se Brett Halliday decide di lasciare fino in fondo un margine di incertezza. L’unica cosa che non mi ha convinto molto è il modo in cui il padre di April muore/viene assassinato. Un po’ troppo fortuito per i miei gusti, ma sempre possibile. Sicuramente La morte, ora per ora è un giallo rilassante che non risente minimamente dell’età. Anzi, è perfetto da leggere in una calda giornata estiva. 

Illustrazione in copertina di Carlo Jacono

Leggi anche: 

Altri gialli su Penna e Calamaro

Which would come first, morning or murder?
If things work well tonight, no one will ever read this journal. A murder is a secret you don’t confide…
Then why am I bothering to write this down?
Because it isn’t finished yet. Something might happen to save her, even tonight. If anything terrible happens, if I die and she doesn’t, this journal will be my final vengeance on her–
But I do not expect to fail.