Ho appena finito di leggere questo racconto giallo davvero intrigante, scritto dall’autore americano Cornell Woolrich nel 1938 come parte di una raccolta intitolata “After-Dinner Story” che comprendeva al suo interno anche il celeberrimo “La finestra sul cortile”, portato sullo schermo da Alfred Hitchcock. Tutto parte da quello che sembra un banale incidente dalle conseguenze purtroppo mortali, invece piano piano si dipana una matassa che porta a una conclusione davvero sconvolgente.
Trama
Un gruppo di uomini sale sull’ascensore di un grattacielo, che improvvisamente prende velocità e finisce per schiantarsi al suolo. Nell’impatto muoiono il manovratore e un’altra persona. Quando, però, i superstiti vengono tirati fuori, i soccorritori si accorgono che è deceduto un terzo uomo, forse per un infarto. Uno degli occupanti della cabina, Stephen MacKenzie, è poco convinto, perché fino a poco prima che li tirassero fuori l’aveva sentito parlare e stava benissimo. L’altro è il padre del ragazzo deceduto, che non si rassegna alla sua morte ed escogita un piano diabolico per stanare l’assassino…
L’inventore del genere noir
Non conoscevo l’autore, Cornell Woolrich, che è addirittura definito come l’inventore del romanzo noir e che ha scritto diverse sceneggiature e racconti per il cinema. Suo è, per esempio, il racconto It Had to be Murder, che fu rinominato Rear Window (La finestra sul cortile) e che divenne l’omonimo film di Alfred Hitchcock. Morte in ascensore è un racconto diabolicamente costruito, nel quale la tensione cresce con il numero di pagine, fino ad arrivare al gran finale. Purtroppo, se decidi di uccidere la persona sbagliata, le conseguenze sono inevitabili. In questo caso, un padre che non accetta la semplice tesi dell’incidente e che vuole vederci chiaro. Se poi questo padre ha anche abbastanza sangue freddo da organizzare una trappola per l’assassino, toccherà a questi dimostrare di essere più scaltro delle vittime.
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