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Brava a letto – Jennifer Weiner

Brava a letto è il primo romanzo di Jennifer Weiner tradotto in italia ormai quasi venti anni fa, ma l’azione del tempo non ha scalfito per niente l’originalità di Cannie e delle sue vicende. Che partono da un fidanzato a cui chiede una pausa. Mai far arrabbiare uno pseudo scrittore…

Trama 

Cannie Shapiro ha 28 anni. È carina, spiritosa e ha tanti amici. Cannie è sensuale, rotonda, formosa. La cosa non la turba più di tanto almeno fino al giorno in cui il quasi-ex-fidanzato, Bruce, giornalista per una popolare rivista di moda, non dedica alle sue rotondità un pezzo dal titolo: “Brava a letto. Amare una donna abbondante”. Cannie è sconvolta, tanto più che Bruce rivela di considerare definitivamente chiusa la loro relazione. Lo shock proietta Cannie in una dimensione fatta di dolore e insicurezza, ironia e incontri improbabili.

Non ti amo più, non mi amo più

Non ti amo più. Cannie se lo sente dire non in faccia, non per posta, non per messaggio. Per rubrica molto popolare che il suo, a questo punto ex fidanzato, gestisce su un giornale. Che tutte le sue conoscenze leggono. Cannie vorrebbe sprofondare, è molto arrabbiata, ma finisce per cadere nel classico cliché di tutte le storie d’amore: ti ho perso e ora ti rivoglio indietro a tutti i costi. Solo che la manovra riesce a metà e dà inizio a una serie di eventi sconvolgenti nella vita della ragazza. Cannie entra in una spirale autodistruttiva, di cui il peso è sempre stata la spia visibile. Riempirsi di cibo come modo per compensare le assenze, affettive o fisiche, delle persone a cui lei vuole bene. Riuscirà a riprendersi e a dare una direzione alla sua vita? Soprattutto, riuscirà a fare pace con tutti i conflitti che la stanno consumando?

Uomini che non sono uomini 

Questo ve lo lascio scoprire se deciderete di leggerlo. Intanto, vi posso dire che a me è piaciuto, l’ho trovato ben approfondito nelle motivazioni che spingono Cannie, nel tratteggiare uomini che non saranno mai tali e uomini che lo sono nel profondo, nel dipingere una situazione familiare che spinge tre fratelli a trovare sfogo da qualche parte, ognuno seguendo la sua personalità. E poi, l’imprevisto, quello che accade senza che lo vogliamo, che ci spinge a ripartire e ad agire, oppure ad affondare definitivamente. Cannie è spinta dalla rabbia, una rabbia feroce, che rischia quasi di ucciderla. Quante volte l’abbiamo visto accadere nella vita vera? Peccato che una figura fondamentale per la nostra protagonista decida di rimanere in silenzio e di uscire dalla stanza. Jennifer Weiner farà sentire la sua presenza nel seguito del romanzo, Certe ragazze? L’ho appena iniziato, ve lo saprò dire. Intanto, fatemi sapere se avete letto Brava a letto e se vi è piaciuto.

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Il gatto che leggeva alla rovescia – Lilian Jackson Braun

Il gatto che leggeva alla rovescia è il primo titolo della serie di gialli di Lilian Jackson Braun “Il gatto che…” (The Cat Who…) i cui protagonisti sono il giornalista Jim Qwilleran e i gatti siamesi Koko e Yum Yum. In questo primo romanzo c’è solo Koko ed è proprio grazie al suo fenomenale intuito che gli indizi per la soluzione del caso verranno a galla. 

Trama 

Jim Qwilleran ritorna al giornalismo dopo un lungo periodo di inattività. Percy, giovane direttore del Daily Fluxion, affida a Qwill la rubrica sul mondo dell’arte per “controbilanciare” i problemi che il critico, George Mountclemens III, causa dopo ogni suo articolo. Per un caso Qwill affitta un appartamento proprio da Mountclemens, che vive come un eremita e che ha per unico amico un gatto siamese, Kao K’o-Kung. Tra il giornalista e il gatto nasce subito un’amicizia. Presto Qwill capisce che il mondo dell’arte nella cittadina è pieno di invidie, rivalità e trucchi per accaparrarsi i migliori posti nelle gallerie. Problemi che alla fine sfociano in una serie di delitti. Qwill, con l’aiuto del gatto Koko, che ha la straordinaria capacità di leggere alla rovescia, tornerà suo malgrado al vecchio lavoro di cronista, indagando come sempre a modo suo. 

Un gatto con grande personalità

Un giallo molto carino, che consiglio a chi predilige letture senza violenza, garbate e con personaggi caratteristici. Come il nostro cronista, del quale in questo primo romanzo sappiamo poco o niente, ma che ha sicuramente una grande personalità. Come Kao K’o-Kung, detto Koko, il gatto siamese con il quale inaspettatamente fa amicizia. Mi piacerebbe leggere anche gli altri, perché credo che piano piano la scrittrice dipanerà altre informazioni. Per esempio, il nostro giornalista/detective beve succo di pomodoro. Il che mi fa pensare a un passato burrascoso, come anche il suo trasferimento e il fatto che non abbia lavorato per un po’, ma vedremo. Per ora posso dire che l’ambientazione nel mondo dell’arte funziona ed è gradevole, i personaggi anche e Koko, be’, Koko è un vero personaggio, in tutti i sensi. Piacerà molto soprattutto agli amanti dei gatti, che si ritroveranno in alcune descrizioni del gatto siamese. Se amate il giallo classico troverete quello che fa per voi e attenzione…troverete indizi sparsi qui e là, se volete giocare al detective potrete farlo. 

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In her shoes – Jennifer Weiner

In her shoes, A letto con Maggie nella sciagurata traduzione italiana, di Jennifer Weiner, è uno dei rari casi in cui il romanzo e il film si equivalgono. Avendo visto il film non so quante volte, ero curiosa di conoscere il libro da cui è tratto. E anche se l’operazione è pericolosa, quest’ultimo non mi ha deluso. Anzi…

Trama

Rose ha trent’anni e lavora come avvocato in un prestigioso studio legale di Filadelfia. Maggie, sua sorella, di anni ne ha ventotto. Non ha un impiego fisso e scarta gli amanti come caramelle. Le due sorelle non hanno nulla in comune, a parte il DNA e lo stesso numero di scarpe. Eppure, la sera in cui Maggie, dopo aver perso appartamento e lavoro, si presenta ubriaca a casa della sorella, Rose è costretta ad accoglierla. Tutto fila liscio o quasi, finché Rose non sorprende il suo fidanzato a letto con Maggie, completamente nuda, fatta eccezione per gli stivali. Quelli di Rose, ovviamente. E le conseguenze sono così sorprendenti da sconvolgere tutto ciò che le sorelle sanno – o credono di sapere – sulla vita, la famiglia, l’amore.

Una mossa pericolosa

In teoria ho fatto una mossa pericolosa: leggere il romanzo da cui è tratto un film che mi piace parecchio e che riguardo volentieri ogni volta che passa in televisione. Per fortuna, stavolta è andata bene. Il romanzo di Jennifer Weiner è scritto bene, divertente e tenero allo stesso tempo. Per i primi tre quarti ero un po’ preoccupata, perché assolutamente identico al film. Nell’ultima parte, invece, si discosta un po’, approfondendo di più la storia di Maggie e quella di nonna Ella. Ecco, forse il personaggio di Ella è meno riuscito che nel film, ma d’altra parte Shirley McLaine è un’attrice straordinaria, donerebbe spessore anche a un sasso.

Due metà fanno un intero

In her shoes, mettiti nei suoi panni. Rose e Maggie hanno un rapporto complicato e profondissimo, come è quello di sorellanza e quello che devono imparare a fare è scambiarsi scarpe non solo nell’armadio. Hanno sofferto molto in passato: una famiglia distrutta dalla morte della madre, un padre chiuso nel suo dolore e una matrigna che le ha fatte sempre sentire inadeguate. L’unico modo per salvarsi è imparare che due metà fanno un intero. Attraversando una crisi profonda, capiranno che la vita senza l’altra è impossibile. Soprattutto, diventeranno entrambe più fiduciose nelle loro capacità e  troveranno la loro strada da donne adulte. E, magari, anche l’amore. 

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Pretty little liars- Sara Shepard

Perché non ho letto prima Sara Shepard e la sua serie Giovani, carine e bugiarde? Chissà. Ho trovato per caso una prima edizione della versione italiana, che in origine era uscita con il solo primo episodio e che è stata accorpata in più romanzi solo successivamente, e in due giorni l’ho finita. Anche se è solo il primo di una lunghissima serie, la storia mi ha preso subito.

Trama 

Nell’esclusivo quartiere di Rosewood, in Pennsylvania, Spencer, Aria, Emily e Hanna sembrano trascorrere un’esistenza tranquilla, tra manicure, pettegolezzi e problemi di cuore. Sono quattro ragazze bellissime, dall’aria ingenua e vulnerabile. Ma il loro candore è solo una fragile apparenza, dietro cui si cela un passato di segreti pericolosi. Segreti che qualcun altro sembra conoscere: una persona enigmatica che si firma con la sola lettera A e minaccia di svelare tutta la verità. Le amiche sono così trascinate in un gioco inquietante, che le costringe a portare alla luce terribili ricordi. E chiunque si nasconda dietro A, è di certo intenzionato a rovinare le loro vite per sempre…

Dietro l’apparenza 

Sara Shepard ha indirizzato la serie di Pretty little liars a un pubblico di giovanissime ed è in quest’ottica che deve essere letta. La stessa scrittrice ha detto in un’intervista che per le protagoniste si è ispirata a se stessa e alle sue amiche quando andavano a scuola. Speriamo senza omicidi di mezzo, eheh. La storia non è male, anche se in questo primo romanzo giustamente Sara Shepard si dilunga a inquadrare le personalità di Spencer, Aria, Emily e Hanna e, tramite i ricordi delle quattro, di Alison, la loro amica scomparsa quando andavano alle medie. Dietro l’apparenza di ragazze tutte scuola e domande per l’università, si nascondono in realtà caratteri complessi, segreti e bugie che minano il rapporto tra loro, con le rispettive famiglie e con la vita sociale in generale. Il romanzo scorre veloce, questo/a A che manda messaggi è una presenza inquietante e alla fine non manca il colpo di scena. 

Super alcolici?

Insomma, un romanzo scorrevole, a patto di sorvolare su alcune incongruenze. Una su tutte, le protagoniste ordinano super alcolici a più riprese in locali pubblici, il che è impossibile. E poi, è proprio necessario nominare continuamente le marche che indossano o comprano? Do per scontato che famiglie facoltose si vestano bene (o quasi).

Avvertenze per i lettori

Se decidete di imbarcarvi nell’avventura, sappiate che i romanzi in quindici anni sono diventati 18. Credo, ma non ne sono sicura, non tutti (ancora) tradotti in italiano. Se c’è qualche fan della serie che legge e vuole confermare o smentire, scrivetemi nei commenti.

Per chi l’ha finita: meritano tutti? Il finale vi ha soddisfatto?

La sequenza di lettura dei 18 romanzi

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La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne, caccia alle adultere

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Daniel Pennac – La prosivendola

I Malaussène di Daniel Pennac sono una droga. Dopo essere entrato nel loro mondo, non puoi fare a meno di andare avanti. La prosivendola è il terzo atto di questo psicodramma che stavolta lascia il capofamiglia in panchina, mentre la sua famiglia d’origine e non cerca di risolvere l’ennesimo mistero. Che in questo episodio li colpisce pesantemente…

Trama

Per rilanciare le vendite del suo autore di maggior successo, del quale non si devono conoscere né il nome né il viso, la regina Zabo, tirannica regina e geniale “prosivendola” della casa editrice Taglione, decide di reclutare un sostituto che incarni pubblicamente il misterioso J. L. B. L’operazione riesce, ma il sostituto rimane vittima di un attentato durante uno show delirante. Bloccato in ospedale in stato di coma, Benjamin viene ciò nonostante informato degli sviluppi del caso dalla sua tribù, resa tranquilla sulla sua salute dall’affermazione della sorellina astrologa secondo cui Ben vivrà fino a 93 anni.

Un po’ troppo virtuosismo 

Il terzo capitolo della saga non mi ha convinto del tutto. Ci sta che ci sia qualche flessione nelle lunghe serie. Stavolta, a mio parere, Daniel Pennac si è fatto prendere un po’ troppo la mano dal virtuosismo della scrittura, a tutto discapito della storia narrata. Che lo scrittore francese sia dotato di una penna notevole non c’è dubbio, ma ho notato una sorta di autocompiacimento che ha reso difficile seguire quello che stava accadendo ai personaggi. Anche aver lasciato in panchina Ben ha forse contribuito alla dissociazione dalla trama. In fondo, Ben è l’anima di questa famiglia, è lui che la porta avanti con determinazione e coraggio. Senza di lui, anche i fratelli sembravano smarriti, come il lettore. Fortuna che c’era Julia a tenere alto il vessillo dei Malaussène. Anche lei, tuttavia, emerge poco, fagocitata dalla regina Zabo, che regina non è per caso. 

Critica al mondo editoriale

Con mio sommo dispiacere, anche stavolta diamo addio a uno dei miei personaggi preferiti, però la sua uscita di scena è geniale. Nonostante le pecche di cui vi ho parlato sopra, e anche se la storia prende il via a fatica,  vale comunque la pena di andare avanti nella serie. La protesta dell’autore respinto, a inizio libro, vale da sola il tempo speso per leggerlo. E anche la critica al mondo editoriale, che premia tutto tranne la scrittura, è non solo condivisibile, ma anche perfettamente espressa. E, quindi, ho già tirato fuori Il signor Malaussène, il quarto capitolo di Ben e famiglia a dir poco allargata.

Come al solito, tra un po ‘ vi saprò dire. E a voi? Piace Pennac? Quale dei suoi romanzi avete preferito? Rinnovo l’invito a scrivermi nei commenti 🙂

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