Archivi categoria: Calamaro

La Quiche Lorraine che scalda l’anima

In una ciotola, sbattete le uova e aggiungete la panna, sbattendo con una frusta per farle amalgamare. Aggiungete sale, pepe nero e una generosa dose  di noce moscata (se vi piace). Mescolate il tutto ancora una volta.

A questo punto siete pronti per assemblare il tutto. Imburrate e infarinate uno stampo da 24 cm. Stendete la pasta brisée con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile e poi ricoprite lo stampo, eliminando la parte in eccesso. Bucherellate il fondo con una forchetta.

Sul fondo, spargete la pancetta ed emmenthal grattuggiato a pioggia. Ricoprite versando versando il composto di panna e uova.

Infornate la quiche e cuocetela per circa 40 minuti. Dopododiché controllate: la quiche è pronta quando la panna si è addensata e si presenta dorata in superficie, con la pasta brisée ben cotta.

Sfornate la vostra quiche lorraine e lasciatela intiepidire prima di servirla.

Note

  • la quiche lorraine dà il suo meglio tiepida. Se riuscite a resistere;
  • al contrario di altre torte salate, non diventa più buona col trascorrere delle ore;
  • potete conservarla in frigorifero al massimo per due giorni. Ma finirà prima, ve lo assicuro;
  • potete anche congelarla, dopo averla fatta raffreddare; 
  • invece della torta intera da tagliare a fette, potete optare per le monoporzioni.  

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Parigi val bene una messa. E una mousse al cioccolato

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Me, mum & mistery – I muffin di Linda

Se sua madre lavorava a maglia, era alle prese con una questione esistenziale. Se spostava i mobili, era arrabbiata con qualcuno. Se ridipingeva le pareti, aveva preoccupazioni sentimentali. E se sfornava muffin, Emily poteva stare certa che fosse alle prese con problemi lavorativi.”  Siccome non so lavorare a maglia, spostare i mobili è faticoso e ridipingere continuamente pareti costa, ho imitato Linda e mi sono messa a trafficare in cucina. Ecco a voi i muffin di Me, mum & mistery. Lucia Vaccarino non ci rivela la ricetta della mamma di Emily,  e quindi a libera interpretazione li ho fatti al cacao e cioccolato fondente. Morbidi morbidi e goduriosi. Portateli in ufficio e i problemi lavorativi spariranno. Pronti a rifarli? Seguite il procedimento e sarà un successo. 

Ingredienti per 8 muffin in stampo da cupcakes

  • farina 00, 110 gr.
  • cacao amaro, 20 gr.
  • zucchero, 100 gr.
  • latte intero o parzialmente scremato, 8 cl. 
  • burro, 50 gr.
  • 1 uovo
  • cioccolato fondente, scaglie o tocchetti 8
  • lievito per dolci, 8 gr.
  • sale, 1 pizzico
  • bicarbonato, 1 pizzico

Procedimento 

Partiamo dagli ingredienti liquidi. Sciogliete a fuoco bassissimo il burro e toglietelo dal fuoco quando non è ancora sciolto del tutto, per evitare che frigga. Lasciatelo freddare. Intanto, rompete l’uovo in una ciotola capiente, aggiungete lo zucchero e  con una frusta a mano o un cucchiaio mescolateli bene ma non troppo. Aggiungete a filo il burro sciolto e il latte, continuando brevemente a mescolare. A parte setacciate la farina, il cacao e il lievito. Aggiungete un pizzico di sale e di bicarbonato.

Versate gli ingredienti solidi in quelli liquidi e mescolate pochissimo, giusto per incorporarli. Dovete ottenere un composto consistente e quasi grumoso. Accendete il forno a 170°/180° in modalità statica. Preparate i pirottini e tagliate la tavoletta di cioccolata a tocchetti/scaglie grandi. Io ho scelto pirottini da cupcakes/muffin medi perché volevo dolci a prova di stomaci delicati, però volendo potete optare per la taglia maxi. Versate l’impasto fino a metà dello stampo, inserite il tocchetto di cioccolato e ricoprite con il restante impasto fino a sfiorare il bordo dello stampo.

Cuocete in forno già caldo per circa 20 minuti e aspettate la cupoletta prima di aprire il forno. A questo punto fate la prova stecchino. Se sono troppo morbidi lasciateli ancora 1-2 minuti e poi qualche altro minuto a forno spento. Altrimenti, spegnete subito e lasciateli sostare a forno spento per qualche minuto.

Una volta sfornati, lasciateli a raffreddare per almeno mezz’ora e poi vediamo se riuscite a resistere!

Note 

  • la cosa fantastica di questo dolcetto è che meno lo lavorate e più buono sarà;
  • la cottura è il momento più delicato. Fate prove con il vostro forno per decidere quali sono temperatura e minuti di cottura ideali;
  • anche se potete farli il giorno prima, il mio consiglio è di farli poco prima di portarli in tavola. Sono fantastici appena tiepidi, con il passare delle ore si seccano;
  • si conservano (dicono, non mi è mai capitato che avanzassero) per 2 o 3 giorni in sacchetti di plastica per alimenti e chiusi in contenitori di latta o di plastica; 
  • se proprio non riuscite a consumarli subito, il metodo migliore per conservarli è congelare subito dopo il loro raffreddamento a temperatura ambiente. Li chiudete in un sacchetto per alimenti e li riponete nel congelatore. Una volta scongelati, saranno come appena fatti.

Per quanto mi riguarda ricetta promossa. D’ora in poi farò come Linda e li preparerò quando c’è un problema lavorativo. E voi? Qual è la vostra ricetta scacciastress?

La serie di Me, mum & mistery 

Me, mum & mistery, detective per caso

Me, mum & mistery, vol 2: Caccia all’uomo scomparso

 

Lo “stufato dello studente” di Ellery Queen

Tutto ebbe inizio con una cipolla…La ricetta del diavolo di Ellery Queen è diabolicamente buona. L’ho trovata nello speciale Mondadori e l’ho provata per voi. Il diavolo dimenticherà pure i coperchi, ma cucina divinamente! Lo stufato dello studente di Ellery Queen è un piatto unico il cui profumo vi trasporterà immediatamente nell’atmosfera di un pub inglese…però attenzione! E’ una ricetta del diavolo, seguite la mia ricetta e non quella del romanzo (in corsivo), mi raccomando. Altrimenti, l’assassino potrebbe farla franca!

The devil’s cook – Ellery Queen 

– Ma spiegami meglio: cos’è precisamente questo “stufato dello studente”? – insistette Farley. – Sai, come scapolo dalla digestione lenta, le ricette mi interessano sempre.
– E’ il principe degli stufati – sentenziò la donna.
– Be’, non occorre che tu faccia tanti misteri…Si tratta di un segreto?
– Non proprio. Vuoi che ti dica come si prepara?
– E’ quello che ti sto chiedendo!
– Semplicissimo. Per prima cosa prendi una bella pentola di quelle capienti, poi tagli delle fette di prosciutto e ne copri il fondo. Fatto questo, tagli a pezzetti mezzo chilo di manzo bello magro e lo metti nella pentola sopra il prosciutto, con un po’ di sale e pepe; poi aggiungi le carote tagliate a fette sottili. Sopra le carote ci metti tre belle cipolle tritate finemente e infine le copri con tre o quattro patate, a seconda della grandezza, anche queste tagliate a fette sottili. Ancora un po’ di sale e pepe; poi fai cuocere, coperto, a fuoco lento.Secondo me, bisogna aggiungere un bel po’ d’acqua per evitare che si attacchi alla pentola. D’accordo che la verdura fa acqua, ma un po’ di più non guasta.

Ingredienti 

  • manzo in pezzi medi, 500 gr.
  • patate medie, 3
  • cipolla, 1
  • pancetta, 5 fette sottili
  • carote, 3
  • sale e pepe, q.b.

Procedimento 

Per prima cosa prendete una bella pentola di quelle capienti,  poi coprite il fondo con le fette di pancetta e fare uscire l’olio. Togliete la pancetta e nella stessa mentola mettete la carne, con un po’ di sale e pepe, facendola rosolare a fuoco vivo. Se volete potete infarinarla prima, ma non è necessario. Quando è ben rosolata, abbassate il fuoco al minimo e aggiungete le carote tagliate a fette sottili e una cipolla tritata finemente. Infine, coprite con le patate, tagliate a pezzi piccoli. Poi aggiungete acqua fino a ricoprire tutti gli ingredienti e fate cuocere, coperto, a fuoco lento, per almeno due ore. Quando il sugo si sarà ristretto, lo stufato è pronto.

Note 

  • nella versione italiana c’è un errore. Il prosciutto che si mette sul fondo è in realtà pancetta. Un errore da chef creativo, tuttavia. Potete anche provare il prosciutto al posto della pancetta, secondo me ci sta bene;
  • le cipolle nel romanzo sono tre. Questa è una delle chiavi del giallo e quindi se volete sapere perché ne ho messa una sola dovete leggervi il libro;
  • mentre cucinavo ho dimenticato sale e pepe. Il pepe ci sarebbe stato bene, del sale non ho sentito la mancanza perché la pancetta è già abbastanza salata. Decidete voi cosa fare;
  • nel romanzo, la cuoca parla di manzo bello magro. Dal macellaio fatevi dare “il piccione”, un taglio venato che è particolarmente adatto per spezzatini e stufati.

Buon appetito! Fatemi sapere se la ricetta del diavolo vi è piaciuta!

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Ellery Queen, La ricetta del diavolo

Ragoût d’agneau alla melagrana per un menu d’amour

Se non posso vivere in un libro, posso almeno tentare di entrarci con i profumi. Ieri ero a casa mia ma a Parigi, nella mia cucina ma nella cucina del ristorante Le Temps des Cerises, a cucinare un ragoût per me immaginando Aurélie e la sua notte d’amore, preceduta da un buon vino secco e un arrosto dall’aroma meraviglioso. Se volete provare, vi lascio la ricetta tratta da Gli ingredienti segreti dell’amore, di Nicolas Barreau.

Ero abituata a lavorare con rapidità, quel giorno però mi ero presa molto tempo e potei perdermi completamente nel cucinare.  L’inquietudine diminuiva a ogni gesto, all’inizio provavo a immaginare come sarebbe stata la serata con Miller e quali domande gli avrei fatto, ma a poco a poco mi calmai, sentendomi rilassata e con le guance accaldate. L’aroma del ragoût riempì la cucina. Profumava di timo e aglio.

Ingredienti del ragoût per 2 persone:

  • coscia d’agnello, 1 kg. (400 gr. per Aurélie)
  • patate novelle, 500 gr. (400 gr. per Aurélie)
  • pomodori, 200 gr.
  • carote, 2
  • gambi di sedano, 2
  • cipolle rosse, ½ (2 per Aurélie)
  • melanzane, 1
  • melagrane, ½ (2 per Aurélie)
  • uova, 1 (2 per Aurélie)
  • spicchi d’aglio, 1 (2 per Aurélie)
  • timo, 1 mazzetto
  • vino bianco secco, 250 ml
  • panna da cucina, 250 ml
  • burro, 30 gr.
  • olio evo, q.b.
  • sale e pepe, q.b.

Procedimento:

Per il ragoût. Eliminate il grasso dalla carne e tagliatela a piccoli pezzi, lavate e pelate le carote, lavate la melanzana e il sedano e tagliate tutto a dadini, sbucciate l’aglio e tritate la cipolla. E Estraete i semi della metà melagrana, sbollentate i pomodori, passateli sotto l’acqua fredda, eliminate la buccia e tagliate la polpa a dadini. Fate soffriggere l’aglio e la cipolla in una padella con il burro, saltate brevemente le carote, il sedano e la melanzana, fino a rendere la melanzana morbida ma non sfatta. Spegnete il fuoco e insaporite con sale, pepe e le foglie di timo. Fate rosolare a fuoco vivo la carne in una casseruola con l’olio, salate e pepate, spolverizzate con la farina, mescolate con cura e versate il vino. Unite le verdure saltate e i pomodori e lasciate cuocere con un coperchio nel forno preriscaldato a 150 °C per circa 2 ore, eventualmente bagnando con altro vino. A fine cottura aggiungete i semi di melagrana. Nel frattempo preparate il gratin: lavate le patate, pelatele, tagliatele a sfoglie sottili, usando un affettaverdure se lo avete, e disponetele in una pirofila imburrata. Salate e pepate. Lavorate con il mixer l’uovo e la panna, regolate di sale e versate la crema sulle patate. Cospargete con fiocchetti di burro e passate nel forno preriscaldato a 180 °C per circa 40 minuti.

Note:

  • ho rivisto le quantità della ricetta originale secondo i miei gusti. Essendo un menù d’amour ho diminuito la quantità di cipolla e aglio a favore della carne;
  • al posto dei pomodori ho usato la passata, ma ovviamente se avete pomodori freschi opterei per la versione originale;
  • se non avete il coperchio, come nel mio caso, coprite con un foglio di alluminio;
  • il gratin fi contorno è ottimo ma pesante. Limitate la crema da versare sopra alle quantità che vi ho indicato;
  • potete cuocere le due teglie, di carne e di patate, insieme. Una mezz’ora a 180° non farà alcun danno all’agnello;
  • l’amor non sente fatica, ma la ricetta è lunga. Ho esagerato con le quantità per avere un piatto buono per il giorno successivo alla notte d’amore, quando non vi andrà di rimettervi ai fornelli. Vi suggerisco di fare come me;
  • è un menù completo già così, ma Aurélie ha previsto anche un antipasto e il dolce finale.

Bon appétit!

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Patate “campagnarde” della Valle D’Aosta

Se siete alla ricerca di un contorno facile, veloce e sfizioso, le patate campagnarde valdostane sono quello che fa per voi. Le ho provate a La Thuile e le ho rifatte a casa. Di derivazione francese, campagnarde=di campagna, sono saporite grazie alla presenza dell’alloro e della cipolla e buonissime, nonostante siano praticamente prive di grassi e, soprattutto, senza bisogno di usare il forno. Il che le rende perfette anche d’estate. Provare per credere.

Ingredienti per 4 persone:

  • patate, 600 gr.
  • olio evo, 3 cucchiai
  • cipolla, 1
  • foglie di alloro, 6 grandi
  • sale q.b.

Procedimento

Lavate e sbucciate le patate, quindi tagliatele a fette sottili ma non troppo. Scaldate l’olio in una padella e quando è caldo versate le fette di patate. Coprite quindi le patate con uno strato di cipolla tagliata a fette sottili. Coprite a sua volta la cipolla con le foglie di alloro e salate leggermente.

Coprite la padella e fate cuocere a fuoco lento per circa trenta minuti, mescolando di tanto in tanto fino a doratura delle patate. Servite immediatamente.

Note:

  • la preparazione è semplicissima. Solo, non distraetevi nel momento in cui le patate inizieranno a dorare, perché bruciarle sarebbe un peccato;
  • l’alloro fresco è l’ideale, ma se non riuscite a trovarlo andranno bene alloro secco o rosmarino, a vostro gusto;
  • le patate campagnarde possono trasformarsi in una preparazione di base se volete un gusto più ricco e meno dietetico. Potete aggiungere lardo, pancetta, funghi, o quello che più vi piace;
  • in Valle D’Aosta consigliano di abbinarle al formaggio Fontina DOP per un pasto veloce ma appetitoso. Personalmente non amo l’abbinamento patate-formaggio, lo trovo troppo pesante per chi non abita in montagna, quindi le ho abbinate al pesce, come potete vedere dalla foto;
  • provatele e fatemi sapere se vi sono piaciute!

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