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Me, mum & mistery – I muffin di Linda

Se sua madre lavorava a maglia, era alle prese con una questione esistenziale. Se spostava i mobili, era arrabbiata con qualcuno. Se ridipingeva le pareti, aveva preoccupazioni sentimentali. E se sfornava muffin, Emily poteva stare certa che fosse alle prese con problemi lavorativi.”  Siccome non so lavorare a maglia, spostare i mobili è faticoso e ridipingere continuamente pareti costa, ho imitato Linda e mi sono messa a trafficare in cucina. Ecco a voi i muffin di Me, mum & mistery. Lucia Vaccarino non ci rivela la ricetta della mamma di Emily,  e quindi a libera interpretazione li ho fatti al cacao e cioccolato fondente. Morbidi morbidi e goduriosi. Portateli in ufficio e i problemi lavorativi spariranno. Pronti a rifarli? Seguite il procedimento e sarà un successo. 

Ingredienti per 8 muffin in stampo da cupcakes

  • farina 00, 110 gr.
  • cacao amaro, 20 gr.
  • zucchero, 100 gr.
  • latte intero o parzialmente scremato, 8 cl. 
  • burro, 50 gr.
  • 1 uovo
  • cioccolato fondente, scaglie o tocchetti 8
  • lievito per dolci, 8 gr.
  • sale, 1 pizzico
  • bicarbonato, 1 pizzico

Procedimento 

Partiamo dagli ingredienti liquidi. Sciogliete a fuoco bassissimo il burro e toglietelo dal fuoco quando non è ancora sciolto del tutto, per evitare che frigga. Lasciatelo freddare. Intanto, rompete l’uovo in una ciotola capiente, aggiungete lo zucchero e  con una frusta a mano o un cucchiaio mescolateli bene ma non troppo. Aggiungete a filo il burro sciolto e il latte, continuando brevemente a mescolare. A parte setacciate la farina, il cacao e il lievito. Aggiungete un pizzico di sale e di bicarbonato.

Versate gli ingredienti solidi in quelli liquidi e mescolate pochissimo, giusto per incorporarli. Dovete ottenere un composto consistente e quasi grumoso. Accendete il forno a 170°/180° in modalità statica. Preparate i pirottini e tagliate la tavoletta di cioccolata a tocchetti/scaglie grandi. Io ho scelto pirottini da cupcakes/muffin medi perché volevo dolci a prova di stomaci delicati, però volendo potete optare per la taglia maxi. Versate l’impasto fino a metà dello stampo, inserite il tocchetto di cioccolato e ricoprite con il restante impasto fino a sfiorare il bordo dello stampo.

Cuocete in forno già caldo per circa 20 minuti e aspettate la cupoletta prima di aprire il forno. A questo punto fate la prova stecchino. Se sono troppo morbidi lasciateli ancora 1-2 minuti e poi qualche altro minuto a forno spento. Altrimenti, spegnete subito e lasciateli sostare a forno spento per qualche minuto.

Una volta sfornati, lasciateli a raffreddare per almeno mezz’ora e poi vediamo se riuscite a resistere!

Note 

  • la cosa fantastica di questo dolcetto è che meno lo lavorate e più buono sarà;
  • la cottura è il momento più delicato. Fate prove con il vostro forno per decidere quali sono temperatura e minuti di cottura ideali;
  • anche se potete farli il giorno prima, il mio consiglio è di farli poco prima di portarli in tavola. Sono fantastici appena tiepidi, con il passare delle ore si seccano;
  • si conservano (dicono, non mi è mai capitato che avanzassero) per 2 o 3 giorni in sacchetti di plastica per alimenti e chiusi in contenitori di latta o di plastica; 
  • se proprio non riuscite a consumarli subito, il metodo migliore per conservarli è congelare subito dopo il loro raffreddamento a temperatura ambiente. Li chiudete in un sacchetto per alimenti e li riponete nel congelatore. Una volta scongelati, saranno come appena fatti.

Per quanto mi riguarda ricetta promossa. D’ora in poi farò come Linda e li preparerò quando c’è un problema lavorativo. E voi? Qual è la vostra ricetta scacciastress?

La serie di Me, mum & mistery 

Me, mum & mistery, detective per caso

Me, mum & mistery, vol 2: Caccia all’uomo scomparso

 

Lo “stufato dello studente” di Ellery Queen

Tutto ebbe inizio con una cipolla…La ricetta del diavolo di Ellery Queen è diabolicamente buona. L’ho trovata nello speciale Mondadori e l’ho provata per voi. Il diavolo dimenticherà pure i coperchi, ma cucina divinamente! Lo stufato dello studente di Ellery Queen è un piatto unico il cui profumo vi trasporterà immediatamente nell’atmosfera di un pub inglese…però attenzione! E’ una ricetta del diavolo, seguite la mia ricetta e non quella del romanzo (in corsivo), mi raccomando. Altrimenti, l’assassino potrebbe farla franca!

The devil’s cook – Ellery Queen 

– Ma spiegami meglio: cos’è precisamente questo “stufato dello studente”? – insistette Farley. – Sai, come scapolo dalla digestione lenta, le ricette mi interessano sempre.
– E’ il principe degli stufati – sentenziò la donna.
– Be’, non occorre che tu faccia tanti misteri…Si tratta di un segreto?
– Non proprio. Vuoi che ti dica come si prepara?
– E’ quello che ti sto chiedendo!
– Semplicissimo. Per prima cosa prendi una bella pentola di quelle capienti, poi tagli delle fette di prosciutto e ne copri il fondo. Fatto questo, tagli a pezzetti mezzo chilo di manzo bello magro e lo metti nella pentola sopra il prosciutto, con un po’ di sale e pepe; poi aggiungi le carote tagliate a fette sottili. Sopra le carote ci metti tre belle cipolle tritate finemente e infine le copri con tre o quattro patate, a seconda della grandezza, anche queste tagliate a fette sottili. Ancora un po’ di sale e pepe; poi fai cuocere, coperto, a fuoco lento.Secondo me, bisogna aggiungere un bel po’ d’acqua per evitare che si attacchi alla pentola. D’accordo che la verdura fa acqua, ma un po’ di più non guasta.

Ingredienti 

  • manzo in pezzi medi, 500 gr.
  • patate medie, 3
  • cipolla, 1
  • pancetta, 5 fette sottili
  • carote, 3
  • sale e pepe, q.b.

Procedimento 

Per prima cosa prendete una bella pentola di quelle capienti,  poi coprite il fondo con le fette di pancetta e fare uscire l’olio. Togliete la pancetta e nella stessa mentola mettete la carne, con un po’ di sale e pepe, facendola rosolare a fuoco vivo. Se volete potete infarinarla prima, ma non è necessario. Quando è ben rosolata, abbassate il fuoco al minimo e aggiungete le carote tagliate a fette sottili e una cipolla tritata finemente. Infine, coprite con le patate, tagliate a pezzi piccoli. Poi aggiungete acqua fino a ricoprire tutti gli ingredienti e fate cuocere, coperto, a fuoco lento, per almeno due ore. Quando il sugo si sarà ristretto, lo stufato è pronto.

Note 

  • nella versione italiana c’è un errore. Il prosciutto che si mette sul fondo è in realtà pancetta. Un errore da chef creativo, tuttavia. Potete anche provare il prosciutto al posto della pancetta, secondo me ci sta bene;
  • le cipolle nel romanzo sono tre. Questa è una delle chiavi del giallo e quindi se volete sapere perché ne ho messa una sola dovete leggervi il libro;
  • mentre cucinavo ho dimenticato sale e pepe. Il pepe ci sarebbe stato bene, del sale non ho sentito la mancanza perché la pancetta è già abbastanza salata. Decidete voi cosa fare;
  • nel romanzo, la cuoca parla di manzo bello magro. Dal macellaio fatevi dare “il piccione”, un taglio venato che è particolarmente adatto per spezzatini e stufati.

Buon appetito! Fatemi sapere se la ricetta del diavolo vi è piaciuta!

Leggi anche: 

Ellery Queen, La ricetta del diavolo

Ragoût d’agneau alla melagrana per un menu d’amour

Se non posso vivere in un libro, posso almeno tentare di entrarci con i profumi. Ieri ero a casa mia ma a Parigi, nella mia cucina ma nella cucina del ristorante Le Temps des Cerises, a cucinare un ragoût per me immaginando Aurélie e la sua notte d’amore, preceduta da un buon vino secco e un arrosto dall’aroma meraviglioso. Se volete provare, vi lascio la ricetta tratta da Gli ingredienti segreti dell’amore, di Nicolas Barreau.

Ero abituata a lavorare con rapidità, quel giorno però mi ero presa molto tempo e potei perdermi completamente nel cucinare.  L’inquietudine diminuiva a ogni gesto, all’inizio provavo a immaginare come sarebbe stata la serata con Miller e quali domande gli avrei fatto, ma a poco a poco mi calmai, sentendomi rilassata e con le guance accaldate. L’aroma del ragoût riempì la cucina. Profumava di timo e aglio.

Ingredienti del ragoût per 2 persone:

  • coscia d’agnello, 1 kg. (400 gr. per Aurélie)
  • patate novelle, 500 gr. (400 gr. per Aurélie)
  • pomodori, 200 gr.
  • carote, 2
  • gambi di sedano, 2
  • cipolle rosse, ½ (2 per Aurélie)
  • melanzane, 1
  • melagrane, ½ (2 per Aurélie)
  • uova, 1 (2 per Aurélie)
  • spicchi d’aglio, 1 (2 per Aurélie)
  • timo, 1 mazzetto
  • vino bianco secco, 250 ml
  • panna da cucina, 250 ml
  • burro, 30 gr.
  • olio evo, q.b.
  • sale e pepe, q.b.

Procedimento:

Per il ragoût. Eliminate il grasso dalla carne e tagliatela a piccoli pezzi, lavate e pelate le carote, lavate la melanzana e il sedano e tagliate tutto a dadini, sbucciate l’aglio e tritate la cipolla. E Estraete i semi della metà melagrana, sbollentate i pomodori, passateli sotto l’acqua fredda, eliminate la buccia e tagliate la polpa a dadini. Fate soffriggere l’aglio e la cipolla in una padella con il burro, saltate brevemente le carote, il sedano e la melanzana, fino a rendere la melanzana morbida ma non sfatta. Spegnete il fuoco e insaporite con sale, pepe e le foglie di timo. Fate rosolare a fuoco vivo la carne in una casseruola con l’olio, salate e pepate, spolverizzate con la farina, mescolate con cura e versate il vino. Unite le verdure saltate e i pomodori e lasciate cuocere con un coperchio nel forno preriscaldato a 150 °C per circa 2 ore, eventualmente bagnando con altro vino. A fine cottura aggiungete i semi di melagrana. Nel frattempo preparate il gratin: lavate le patate, pelatele, tagliatele a sfoglie sottili, usando un affettaverdure se lo avete, e disponetele in una pirofila imburrata. Salate e pepate. Lavorate con il mixer l’uovo e la panna, regolate di sale e versate la crema sulle patate. Cospargete con fiocchetti di burro e passate nel forno preriscaldato a 180 °C per circa 40 minuti.

Note:

  • ho rivisto le quantità della ricetta originale secondo i miei gusti. Essendo un menù d’amour ho diminuito la quantità di cipolla e aglio a favore della carne;
  • al posto dei pomodori ho usato la passata, ma ovviamente se avete pomodori freschi opterei per la versione originale;
  • se non avete il coperchio, come nel mio caso, coprite con un foglio di alluminio;
  • il gratin fi contorno è ottimo ma pesante. Limitate la crema da versare sopra alle quantità che vi ho indicato;
  • potete cuocere le due teglie, di carne e di patate, insieme. Una mezz’ora a 180° non farà alcun danno all’agnello;
  • l’amor non sente fatica, ma la ricetta è lunga. Ho esagerato con le quantità per avere un piatto buono per il giorno successivo alla notte d’amore, quando non vi andrà di rimettervi ai fornelli. Vi suggerisco di fare come me;
  • è un menù completo già così, ma Aurélie ha previsto anche un antipasto e il dolce finale.

Bon appétit!

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Gungjung Tteokbokki, direttamente dal Palazzo reale

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Patate “campagnarde” della Valle D’Aosta

Se siete alla ricerca di un contorno facile, veloce e sfizioso, le patate campagnarde valdostane sono quello che fa per voi. Le ho provate a La Thuile e le ho rifatte a casa. Di derivazione francese, campagnarde=di campagna, sono saporite grazie alla presenza dell’alloro e della cipolla e buonissime, nonostante siano praticamente prive di grassi e, soprattutto, senza bisogno di usare il forno. Il che le rende perfette anche d’estate. Provare per credere.

Ingredienti per 4 persone:

  • patate, 600 gr.
  • olio evo, 3 cucchiai
  • cipolla, 1
  • foglie di alloro, 6 grandi
  • sale q.b.

Procedimento

Lavate e sbucciate le patate, quindi tagliatele a fette sottili ma non troppo. Scaldate l’olio in una padella e quando è caldo versate le fette di patate. Coprite quindi le patate con uno strato di cipolla tagliata a fette sottili. Coprite a sua volta la cipolla con le foglie di alloro e salate leggermente.

Coprite la padella e fate cuocere a fuoco lento per circa trenta minuti, mescolando di tanto in tanto fino a doratura delle patate. Servite immediatamente.

Note:

  • la preparazione è semplicissima. Solo, non distraetevi nel momento in cui le patate inizieranno a dorare, perché bruciarle sarebbe un peccato;
  • l’alloro fresco è l’ideale, ma se non riuscite a trovarlo andranno bene alloro secco o rosmarino, a vostro gusto;
  • le patate campagnarde possono trasformarsi in una preparazione di base se volete un gusto più ricco e meno dietetico. Potete aggiungere lardo, pancetta, funghi, o quello che più vi piace;
  • in Valle D’Aosta consigliano di abbinarle al formaggio Fontina DOP per un pasto veloce ma appetitoso. Personalmente non amo l’abbinamento patate-formaggio, lo trovo troppo pesante per chi non abita in montagna, quindi le ho abbinate al pesce, come potete vedere dalla foto;
  • provatele e fatemi sapere se vi sono piaciute!

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Una vacanza da sogno? A La Thuile, in Valle D’Aosta

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Il Cornish pasty, uno street food leggendario

E’ riduttivo chiamarlo street food. Il Cornish pasty ha una storia a dir poco affascinante, legata al tempo dei minatori, quando la pausa pranzo era fondamentale per recuperare energie e, soprattutto, terminare la giornata senza veleno aggiuntivo in corpo. Venite a leggere la sua storia e come si prepara (è facile!). Se il solito pranzo al sacco comincia ad annoiarvi, tenete a mente questa ricetta eccezionale. Il cornish pasty potrebbe essere una valida e completa alternativa! Provare per credere.

Come nasce il cornish pasty

Dietro un apparentemente semplice cibo da strada, si nasconde una tradizione antica. Nell’800, la maggiore industria in Cornovaglia era quella mineraria e il cornish pasty era il pranzo preferito dai cornish pasty imm2minatori. Il lavoro di estrazione del carbone era durissimo e il fagotto forniva la perfetta dose di carboidrati, proteine e verdure per continuare un lavoro estenuante e tornare a casa, camminando spesso per chilometri e chilometri, senza cadere stramazzati al suolo. Il cornish pasty era leggermente diverso da quello di oggi: l’involucro era utilizzato come thermos, serviva a mantenere caldo il pasticcio di carne e verdure all’interno. La crosta arricciata, inoltre, così famosa oggi proprio per la sua forma, ricopriva un’altra fondamentale funzione: i minatori l’aprivano per mangiarne il contenuto e poi la buttavano ai “knockers”, gli spiriti dei minatori, perché così evitavano di contaminare il cibo con grosse quantità di arsenico, un potente veleno che infestava le miniere. Vi avevo detto che la sua storia è affascinante. Assaggiandolo, vi tufferete in un pezzo di storia moderna…

Ingredienti per 3 cornish pasty

Per l’involucro
  • farina 00, 250 gr.
  • Burro, 100 gr.
  • acqua, 6 cucchiai circa
  • sale, 1 pizzico
Per il ripieno
  • bistecca di bovino adulto, 200 gr.
  • patate, 3
  • cipolla, 1
  • rutabaga, 1 (facoltativa)
  • sale e pepe per condire
  • cucchiai di acqua fredda, 3

Procedimento

In una terrina versate la farina. Aggiungete il burro freddo di frigorifero e lavorate velocemente con la punta delle dita, per non scaldare l’impasto, fino ad ottenere delle briciole di impasto, senza nessun pezzo di burro ancora intero. Aggiungete poca acqua per volta e il sale e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo (se vi sembra secco, aggiungete ancora poca acqua). Rovesciate l’impasto sul piano di lavoro e lavoratelo per qualche minuto, finché non diventa abbastanza liscio ed elastico. Ora la pasta brisée è pronta. Ricoprite l’impasto con pellicola per alimenti e lasciare riposare per almeno 45 minuti e fino a 3 ore in frigorifero.
Nel frattempo, sbucciate le patate, le cipolle e rutabaga e tagliate tutto a cubetti piccoli. Tagliate sempre a cubetti anche la carne. In una casseruola, unite il tutto, regolate di sale e pepe e versate 3 cucchiai di acqua fredda. Mescolate e lasciate riposare.
Preriscaldate il forno a 200° C. Ricavate 6 sfere con l’impasto, aiutandovi con un piattino da dessert per grandezza e forma, dopodiché stendetele con il matterello in una sfoglia sottile ma non troppo, deve reggere un ripieno corposo. Disponete al centro di ciascun disco un po’ di ripieno, sbattete leggermente un uovo e spennellate i bordi. Ora il fagottino si può chiudere. Potete optare per il metodo più facile, cioè cornish pasty imm3ripiegare la pasta a portafoglio su se stessa, oppure seguire il metodo cornico, cioè alzare le due metà fino a sigillare il centro e procedere con le pieghe per sigillare bene. Non è difficile e io ho preferito seguire quest’ultimo metodo, come fa l’operatrice di St. Ives (dove ho mangiato i migliori) in foto. Se non ve la sentite, lasciateli sdraiati e nessuno noterà la differenza. Sigillate pizzicando il bordo e formando delle pieghe “a onda”. Infine, spennellate leggermente con il restante uovo sbattuto e infornate per 30 – 35 minuti o fino a doratura.

Note

  • la ricetta che ho seguito indicava una temperatura del forno di 220°. Ho scritto 200° perché secondo me è più giusta, almeno per il mio forno. Regolatevi in base ai tempi di doratura;
  • nelle ricette inglesi il ripieno non viene cotto prima della chiusura nell’involucro. Anch’io ho fatto così e tutto si è cotto a puntino. Se preferite cuocere prima il ripieno non c’è problema, l’importante è che lo inseriate nell’involucro quando è ben freddo, altrimenti la pasta si romperà;
  • potete servirlo caldo, tiepido o freddo. A me piace in tutti e tre i modi;
  • la rutabaga è una specie a metà tra la rapa e il ravanello, usata nei Paesi del Nord Europa ma difficile da reperire altrove. La maggior parte delle ricette la sostituisce con la rapa bianca. Secondo me non è lo stesso, meglio ometterla perché è proprio lei a dare un gusto particolare all’involto;
  • in alcune versioni troverete la carota al posto della rutabaga. Non cedete alla tentazione, per carità, i cornici potrebbero arrabbiarsi;
  • il cornish pasty tradizionale prevede l’uso di carne, ma potete ovviamente riempirlo con tutto ciò che vi capiti a tiro. Può trasformarsi in un ottimo svuotafrigo;
  • anche se non sembra, è facilissimo da mangiare coperto a metà con un tovagliolo. Se volete portarlo a un picnic si lascerà addentare senza troppi danni.

Dimenticavo, ultimo punto:

Provatelo e fatemi sapere se vi è piaciuto!