Leggere quello che un autore ha scritto da ragazzo, prima che scrivere diventasse una fonte di vita e di reddito. Questa raccolta di racconti di Ammaniti parla di lui e dello scrittore che di lì a qualche anno sarebbe diventato. Sentite come descrive lui stesso il perché di questo libro…
Trama
C’era una parte poco frequentata delle edicole della stazione, quasi abbandonata, quella dei tascabili. Tra i libri accatastati, nascosti dietro un vetro, avvolti nella plastica e ricoperti di polvere cercavo le raccolte di racconti. Era un momento tutto mio, un piacere solitario e veloce perché il treno stava partendo. Studiavo un po’ i disegni della copertina, pagavo e infilavo il libro in tasca. Appena mi sedevo al mio posto, gli strappavo la plastica che non lo faceva respirare. Aprivo una pagina a caso, trovavo l’inizio del racconto e attaccavo a leggere. Altre volte, invece, guardavo l’indice e sceglievo il titolo che mi ispirava di più. E mentre il treno mi portava via finivo su pianeti in cui c’è sempre la notte, su scale mobili che non finiscono mai e tra mogli che uccidono i mariti a colpi di cosciotti di agnello congelati. Quella era vera goduria. E spero che la stessa goduria la possa provare anche tu, caro lettore, leggendo questa raccolta di racconti che ho scritto durante gli ultimi vent’anni. C’è un po’ di tutto. Non devi per forza leggerla in treno. Leggila dove ti pare e parti dall’inizio o aprendo a caso.”
Stile già riconoscibile
Una raccolta di racconti del primo Ammaniti, dove davvero c’è un po’ di tutto. Primo nel vero senso del termine, perché all’interno i suoi fan troveranno anche racconti scritti prima che scrivere diventasse una professione.
Mi è piaciuto molto. Ad eccezione di alcune prove non perfettamente riuscite, il suo stile è già riconoscibilissimo. D’altra parte, quando ti ritrovi a ridere da sola su un autobus, non puoi che riconoscere quanto sia bravo. Poi, fatemi dire che incontrare per caso Graziano Biglia non ha prezzo.