Ma quanto è bello alzarsi la mattina presto e andare a vedere quelli che si ammazzano di fatica correndo? Al solo pensiero di quanto arriveranno stravolti e sconvolti ti senti già meglio, la città ti sembra più bella e le gambe ti spingono a fare una lunga e bella passeggiata. Perché la finirai senza stramazzare al suolo e senza che nessuno chiami l’ambulanza.
Haha, amici podisti, naturalmente sto scherzando. E’ che casualmente mi sono trovata a Berlino proprio la settimana della famosissima maratona e non potevo certo perdermi, io, anfibio umano, il fiume di 40.000 persone che allo start hanno inondato i “fori imperiali” che dalla porta di Brandeburgo costeggiano il Tiergarten, praticamente il Central Park berlinese. Uno spettacolo nello spettacolo, una massa umana che corre felice verso il traguardo di una vita, che sia un record o solamente…finirla.
Diciamo che ho fatto la stalker e per un po’ vi ho seguito, facendo su e giù con la metro. Alla fine, mi sono diretta verso Gendarmenmarkt, dove avevano posizionato un rifornimento che offriva…birra! ai corridori. Ho visto pure che qualcuno la prendeva. Meno male che era quella analcolica, dicono buona tra l’altro.
Il Gendarmenmarkt (“Mercato dei Gendarmi”) è una piazza sulla quale si affacciano le chiese gemelle Deutscher Dom e Französischer Dom e il Konzerthaus. La piazza ospita anche la statua di Schiller ed è considerata una delle più belle di Berlino. Personalmente non mi ha fatto impazzire, direi che un breve giro è più che sufficiente.
Tornando verso l’arrivo della maratona, che finisce dov’è iniziata, ho incontrato l’ambasciata americana, con l’orso statua della Libertà, e il memoriale ebraico.
Più tardi, circumnavigando di nuovo il Tiergarten, ho incontrato la Colonna della Vittoria, simbolo della vittoria militare prussiana nel 19° secolo, è oggi un emblema della comunità gay e un punto panoramico da cui osservare la città per i turisti. Salendo solo 280 scalini, infatti, si arriva 67 metri di altezza.
Stavolta ammetto che mi sono risparmiata la faticaccia in favore della mia prima cena tipica, a Unten den Linden, “la strada dei tigli”. Il ristorante si chiama Nante-eck e io ho scelto il Preussischer Landsknechtspieß, lo spiedino prussiano, che hanno presentato direttamente in padella, infilzato su uno spadino e circondato di verdure buonissime. Un boccale di birra a innaffiare il leggero pasto e tutti a nanna. Domani sarà la volta di un luogo che mai nessuno avrebbe dovuto visitare. Eppure, purtroppo…