Di Nove settimane e mezzo film, che ho visto ormai molto tempo fa, mi rimane solo il ricordo della scena finale, oltre chiaramente all’interpretazione dei due protagonisti, Kim Basinger e Mickey Rourke, all’apice della loro fama quando l’hanno girato. Avrei sempre voluto leggere il romanzo da cui era tratto e quando l’ho visto in un mercatino, l’ho fatto mio. Venite che vi racconto cosa ne penso.
Trama
Elizabeth è una giovane gallerista, che in un mercatino incontra casualmente un broker di Wall Street. Inizia tra i due una passione fulminante, che annulla improvvisamente tutto il resto. Lui la domina, in tutti i sensi, e tiene accesa questa fiamma violenta. Quanto durerà?
Possono nove settimane e mezzo sconvolgerti la vita?
Inizio dicendo che il film si discosta parecchio dal libro, probabilmente anche per non incappare in problemi di censura. Il romanzo l’ho trovato interessante, perché aggiunge delle riflessioni della protagonista che nel film sono assenti. Possono nove settimane e mezzo sconvolgerti la vita? Sì, decisamente. E’ quello che succede a questa donna nel fiore degli anni, newyorchese indipendente, che attraversa una fase di cambiamento. Sembra che alcuni uomini sappiano scegliere con oculatezza le proprie prede ed Elizabeth è lì, pronta per scoprire qualcosa di se stessa che neanche sapeva.
Il resto scompare
Cosa? Che le piace, oh sì che le piace, farsi comandare in tutto e per tutto da lui. Il resto scompare: il lavoro, che prima l’assorbiva completamente, la famiglia, gli amici. Che rimane di tutto questo? Un uomo, l’attesa degli appuntamenti e di quello che le chiederà di fare. Quanto può durare tutto questo?
Il soffio di una candela
Questa parentesi un giorno finirà, Elizabeth ne è consapevole, anche perché lui, il broker, vive di emozioni forti e sempre crescenti. Probabilmente è un maniaco del controllo, non sa fare altrimenti, o relazionarsi in senso paritario. Quello che rimane al lettore, però, è quello che Elizabeth McNeill non dice. A un certo punto del romanzo, la protagonista afferma di non riportare alcune cose nel suo diario, perché è bene non dirle, neanche a se stessa. Cos’è che Elizabeth non (sì) ci dice? Perché interrompe bruscamente la narrazione non un non detto? Purtroppo è troppo tardi per chiederglielo, non lo sapremo mai.
Curiosità
Nove settimane e mezzo, infatti, pare sia stato scritto da Ingebor Day, in arte Elizabeth McNeill, e che sia tratto dalla sua storia vera, di cui avrebbe cambiato solo alcuni particolari. Pare, perché la scrittrice non ha mai dichiarato pubblicamente di essere lei Elizabeth. Chissà se alla sua famiglia, invece, l’ha mai detto.
Leggi anche: