E anche stavolta stiamo per mettere fine alla lettura condivisa del BookclubPeC. Se con Vacanze in villa di Sophie Kinsella avevamo finito prima del tempo, con Agatha Christie e il suo L’assassinio di Roger Ackroyd ci è voluto più tempo. Eh sì, perché la regina del giallo richiede attenzione e osservazione dei particolari. In attesa dei commenti sul romanzo nel suo complesso, vi lascio le mie impressioni e l’ultima curiosità su L’assassinio di Roger Ackroyd. E poi vorrei che commentassimo il finale (SPOILER, SPOILER, SPOILER. NON LEGGETE I COMMENTI SE NON AVETE LETTO IL ROMANZO).
Un finale a sorpresa
Come vi ho detto fin dall’inizio, di tutta la produzione di Agatha Christie, e in generale del genere giallo fino a quel momento, L’assassinio di Roger Ackroyd ha un finale inedito, assolutamente inaspettato. Figuratevi come può essere stato accolto all’epoca! Vi riporto alcuni commenti delle principali testate:
The New York Times Book Review “Ci sono senza dubbio molte storie poliziesche più eccitanti e raccapriccianti di The Murder of Roger Ackroyd, ma questo recensore ne ha recentemente lette pochissime che forniscono uno stimolo analitico maggiore. Questa storia, sebbene sia inferiore a loro nel migliore dei casi, è nella tradizione dei racconti analitici di Poe e delle storie di Sherlock Holmes. Miss Christie non è solo una narratrice straordinariamente brava, ma conosce anche il giusto numero di indizi da offrire sul vero assassino. Nel caso in esame la sua identità è resa ancora più sconcertante dall’abilità tecnica dell’autore nello scegliere la parte che deve recitare nella storia. Il lettore esperto probabilmente lo noterà, ma si può dire con certezza che spesso avrà i suoi dubbi man mano che la storia si svolge”.
All’Observer piaceva molto il personaggio di Catherine, che secondo alcuni anticipa quello che diventerà Miss Marple, ancora non inventata. “Nessuno è più abile di Miss Christie nella manipolazione di falsi indizi, irrilevanze e false piste. Peccato che in due punti importanti – la natura della soluzione e l’uso del telefono – Miss Christie sia stata anticipata da un altro recente romanzo: la verità è che in questo particolare campo è difficile trovare nuovi spunti. Ma la storia di Miss Christie si distingue dalla maggior parte della sua classe per la sua coerenza, la sua ragionevolezza e il fatto che i personaggi vivono, si muovono e hanno il loro essere: la Caroline amante dei pettegolezzi sarebbe quel quid in più per qualsiasi romanzo“.
Lo Scotsman, secondo me, centra il vero punto: “Quando nelle ultime dozzine di pagine del romanzo poliziesco di Miss Christie, arriva la risposta alla domanda: “Chi ha ucciso Roger Ackroyd?” il lettore sentirà di essere stato giustamente o ingiustamente venduto. Fino ad allora è stato tenuto a bilanciare nella sua mente di capitolo in capitolo le probabilità a favore o contro le otto o nove persone su cui punta il sospetto… Ognuno nella storia sembra avere un proprio segreto nascosto nel manica, la cui produzione è indispensabile per incastrare i pezzi del puzzle”.
La curiosità
Ed eccoci alla curiosità su questo libro. Scriverò qui questa e un’altra nei commenti, perché contiene spoiler. L’assassinio di Roger Ackroyd segna una svolta nella vita artistica di Agatha Christie, perché per la prima volta uno dei suoi romanzi diventa una commedia teatrale. Alibi, è il nome di questa rappresentazione. E’ lei stessa a parlarne nella sua autobiografia, La mia vita.
“Alibi fu adattata da Michael Morton, uno specialista in questo genere di interventi. Mi scontrai subito con la sua proposta di ringiovanire Poirot di una ventina d’anni, di cambiargli il nome in Beau Poirot e di circondarlo di uno stuolo di estatiche fanciulle…obiettai energicamente al fatto che la sua personalità venisse ad essere così modificata”.
Aspetto i vostri commenti: avete finito L’assassinio di Roger Ackroyd? State per finire? Stavolta commentiamo il lavoro di Agatha Christie nel suo complesso. Fatemi sapere cosa ne pensate, soprattutto sul finale! Come lettori, sentite di essere stati giustamente o ingiustamente venduti?
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Sì, anche secondo me ingiustamente. Ha rotto il patto col lettore per un finale a effetto. Che però è geniale, quindi forse possiamo pure perdonarla. Grazie per questa occasione di rileggere.
Finito! Finale a sorpresa è riduttivo. Direi che i lettori sono ingiustamente venduti. O forse giustamente? In effetti, ripensandoci in vari passaggi gli indizi c’erano, solo che in un giallo uno non si aspetterebbe un trattamento del genere. Chiudo felice di averlo letto ma i miei preferiti rimangono altri. L’assassinio sull’Orient Express e Dieci piccoli indiani non vengono scalfiti.
Prossimo libro?
Che sia geniale, è poco ma sicuro. Li facessero adesso, questi colpi a sorpresa! Saremmo lettori più felici.
In attesa dei vostri commenti, vi lascio la seconda curiosità. Nella sua autobiografia, Agatha Christie ha scritto che l’idea di base del romanzo le è stata data da suo cognato, James Watts di Abney Hall. Il cognato le ha suggerito un romanzo in cui il criminale avrebbe potuto essere un personaggio come il dottor Watson. Agatha Christie dice di averlo considerato un pensiero straordinariamente originale. Nel marzo 1924 ricevette anche una lettera da Lord Mountbatten. La lettera conteneva un’idea e note per una storia la cui premessa di base rispecchiava il suggerimento di Watts. Nel dicembre 1969, Mountbatten scrisse di nuovo a Christie, menzionando la sua lettera degli anni ’20 e la scrittrice rispose riconoscendo il ruolo che quella proposta aveva avuto nella concezione del libro. Ha però anche riconosciuto, sempre nella sua biografia, di essersi ispirata al famigerato caso della morte irrisolta di Charles Bravo, che pensava fosse stato assassinato dal dottor James Manby Gully. Amante della moglie, ma mai entrato nel novero dei sospettati.