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An Invisible Sign of My Own – Aimee Bender

Romanzo d’esordio di Aimee Bender, che dal 2000, anno di uscita di questo libro, ne ha fatta di strada. Io lo conservo in libreria come uno dei titoli che mi hanno colpito di più e inaspettatamente. Considerando anche che l’avevo comprato a scatola chiusa, attratta dalla trama e dalla foto di copertina.

Trama

Mona Gray ha vent’anni ed è innamorata dei numeri fino all’ossessione: l’ordine e la precisione dell’aritmetica le servono a difendersi dall’instabilità del mondo. Da quando il padre ha contratto una misteriosa malattia, infatti, Mona ha bloccato ogni aspirazione, ha paura di innamorarsi e si rifugia in una serie di piccoli gesti e oggetti scaramantici. Ma quando viene assunta come insegnante di matematica alle elementari, la sua vita sembra poter cambiare irreversibilmente.

Consigliato ai numerologi

Romanzo che consiglio vivamente a matematici, numerologi e a tutti quello che credono che il destino sia in fondo racchiuso in cerchi, esagoni, numeri primi o tripli e moltiplicazioni. E soprattutto a chi riesce a vedere un 7 nella forma di un’ascia. Perché si divertiranno a vedere il mondo che conoscono bene.

Sconsigliato a chi si aspetta realismo

Sconsigliato, invece, a chi si aspetta situazioni realistiche e personaggi o dialoghi da inquadrare nella normalità della vita. Aimee Bender ci offre uno spaccato delle percezioni di Mona e la visione di un mondo favolistico filtrato dalle sue percezioni. Ora, non siamo di fronte a una ragazza comune, né lo sono i personaggi che le ruotano intorno. Tutti loro vivono in funzione delle loro psicosi, talmente potenti da impedire di vivere la vita in modo aperto e sereno. Al contrario, i riti scaramantici diventano la regola, un modo per rimanere al mondo e allontanare la paura che li domina. Leggetelo in quest’ottica e sono convinta che vi piacerà. 

Invece, chi l’ha letto che ne pensa? Raccontatemi nei commenti 🙂

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