Li ho persi entrambi. Nello stesso anno.
Quante volte diciamo sono un fan di questo o di quello, ho tutti i suoi cd, finalmente viene nella mia città devo comprare i biglietti. Più o meno tutti i gesti spensierati legati alla musica che ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta nella vita.
Già, la vita. Gli artisti assurgono a ruolo di miti, perdono le loro fattezze umane e stanno lì, sul piedistallo che abbiamo creato per loro, fino a che un evento qualsiasi ci costringe a vederli per quello che sono. Uomini. Donne. Qualche volta adolescenti o bambini.
Prima Prince, poi George Michael. La mia infanzia e la mia adolescenza spazzate via nel giro di un anno. I cd comprati con la paghetta, i poster strappati ai settimanali, o direttamente per strada, le discussioni per dimostrare agli amici che il mio è più forte, ha più successo, ha più voce.
Prince e George Michael. Curioso. Anni luce distanti dal punto di vista musicale, eppure così simili nelle vicende della vita. Entrambi provenienti da famiglie che poco li hanno compresi, forse perché talenti del genere sono per loro natura incomprensibili. Entrambi hanno raggiunto il successo giovanissimi. Hanno firmato il primo contratto a 18 anni e poi sono sempre stati protagonisti dell’aspetto commerciale del loro lavoro. Tutti e due hanno poi avuto vicende turbolente con le loro case discografiche, Prince perché rivendicava maggiore libertà, George Michael pure, stufo di essere considerato solo un sex symbol da ballate orecchiabili. Tutti e due, in un certo senso, hanno vinto le loro battaglie, pagandone pesanti conseguenze.
La loro vita privata è stata tormentata. Prince si è sposato due volte e ha avuto un figlio, morto pochi giorni dopo la nascita. Dopo, non ha avuto più figli. George amava i bambini, i figli dei suoi amici lo considerano un secondo padre. George ha mantenuto a lungo il mistero sulla sua sessualità, per poi essere costretto a fare coming out dopo le ben note vicende americane. Prince ha puntato sull’ambiguità, ma ha sempre amato donne. George Michael è stato a lungo combattuto sul rivelare o meno le sue preferenze, forse perché proveniente da un ambiente ostile all’omosessualità.
Prince e George Michael, benefattori in incognito, generosi nel donare parte dei loro lauti introiti ai bisognosi. Con una sola clausola: mantenere il silenzio sulla provenienza. La beneficenza si fa e non si racconta, si dice. Se lo dici a tutti, sei solo in cerca di notorietà e la causa in fondo non ti interessa.
Soprattutto, Roger e George sono morti soli. Loro, che avevano schiere di fans pronti ad adorarli e a riverirli. Loro, che hanno a lungo cercato l’amore senza mai trovare una stabilità affettiva. Loro, che se ne sono andati in silenzio, giovani e schiavi delle loro ossessioni, più che di droghe o di antidolorifici.
Due mostri sacri che un soffio di vento ha portato via. A noi, i loro fans, non rimane che cercare il silenzio, mettere su un cd e sognare: un nuovo concerto, una nuova canzone, un’intervista esclusiva. Chissà, forse in un’altra vita il sogno potrà realizzarsi.
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